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Marco De Gasperi, record sul Monte Rosa: l’etica della montagna la insegna chi non la deturpa, non chi va piano o veloce

4 ore, 20 minuti e 33 secondi. Sono i numeri di Marco De Gasperi, quelli su cui si è stoppato il cronometro lo scorso 28 giugno quando il valtellinese ha fatto il suo ritorno nella piazza di Alagna battendo di circa 4 minuti il precedente record di ascesa alla capanna Margherita di Fabio Meraldi, che reggeva da oltre vent’anni.

Interessante è notare che il record arriva a pochi giorni dalla rinascita della Monte Rosa Skymarathon. La gara delle gare per gli appassionati di corsa in montagna.

 

“La Monte Rosa Skymarathon è stata la prima gara di skyrunning che ho corso quando avevo 16 anni. Era il 1991, ancora prima del record di Fabio Meraldi.”

“Erano gli anni delle prime corse d’alta quota, ne esistevano pochissime in tutto il mondo. C’era quella dell’Adamello, la Monte Rosa e la Monte Bianco. Gare entusiasmanti a cui mi sono appassionato grazie al mio allenatore Adriano Greco che mi ha portato con se, mi ha trascinato in questo mondo permettendomi, con una delega firmata dai miei genitori, di fare la Monte Rosa ancora minorenne.”

Monte Rosa

Le emozioni vere scaturiscono dalla passione per qualcosa che ci lega fortemente. Oggi, come ventisei anni fa, e per sempre.Un breve video di Nereal che riassume questa breve ma intensa giornata di Skyrunning!Garmin | Hoka One One | Nortec Sport | CAMP – CASSIN | Compressport | Prozis Endurance | Berg Outdoor | Monterosaski | Monterosa Ski – Freerideparadise| Alagna Experience Resort | Peccoz ShootingTrue emotions come out from the deep passion we keep aiming for. Today, like 26 years ago, and forever!Enjoy a quick video as a resume of this intense Skyrunning day!

Posted by Marco De Gasperi on Thursday, June 28, 2018

Come mai la scelta di tentare pochi giorni dopo la gara?

Quelli erano i giorni migliori per tentare. C’erano le temperature perfette e la neve era in condizioni.

Il giorno della gara sono salito per fare un ricognizione, per valutare i passaggi e capire gli ultimi dettagli.

Una domanda polemica: ha senso scalare una montagna con il cronometro? Che senso dai a questo risultato?

Obiettivamente non è che dia molto peso al record in sé, anche se mi sono accorto che il numero suscita molti più interesse che la vittoria di un mondiale di corsa in montagna.

Personalmente però non mi interessa più di tanto il clamore mediatico quando il valore personale di quel che ho fatto. Questo tipo di tracciato mi fa tornare ragazzo. Va bene, c’era un record: poteva essere battuto come no, alla fine solo pochi secondi ci separano.

Quel che era veramente importante per me era potermi misurare su un percorso che avesse un significato, che volesse dire qualcosa. Riuscire a fare un percorso che normalmente richiede molte ore in una manciata dimostra come le montagne siano raggiungibili, con una buona dose di allenamento, anche con una performance di poche ore. È un ragionamento semplice che non vuole essere, da parte mia, un’estremizzazione. Se poi qualcuno vuole interpretare quel che faccio come una sfida alla montagna e ai suoi pericolo lo capisco. Dico solo che anche quando si corre per strada bisogna fare attenzione alle macchine.

Ma, scalare con il cronometro non credi che tolga qualcosa all’alpinismo?

Credo che ognuno debba vivere la propria passione come meglio crede, come più gli piace. Per me la velocità è un modo di vivere la mia passione, un modo che non trasforma una salita alpinistica in qualcos’altro.

Anche nelle competizioni ci sono persone a cui piace guardarsi attorno, cercare stimoli in grado di generare belle sensazioni. Per me correre in montagna o fare alpinismo nel modo più rapido possibile significa vivere la propria passione, quella della corsa, in un ambiente che fa parte della mia vita. Vivo tutti i giorni la montagna, ma questo non toglie che sono un atleta e non mi toglie il desiderio di vivere la montagna nel modo che preferisco.

Ti capita a volte di incrociare lo sguardo di altri alpinisti lungo i tuoi tracciati?

Si, mi capita. Capita a volte che li passo correndo e vedo che mi guardano storto. Credo però che ognuno debba guardarsi dentro e cercare lì i propri limiti. È vero che a volte si va a sfidare il limite, il proprio limite. Ma questo lo fa anche chi cammina e si guarda in giro.

Quindi, cosa pensi di chi afferma che l’alpinismo di velocità non è più alpinismo?

Credo che ognuno debba avere coscienza dei propri limiti e che debba imparare a rispettarli. Per il resto è una polemica sterile.

L’etica della montagna ce la può insegnare solo chi non la deturpa dal punto di vista ambientale, non chi va piano o veloce.

Progetti futuri?

Ora torno alle gare, c’è una stagione da concludere nonostante l’età. A volte mi vien da sorridere a pensare che gareggio con ragazzi che han la metà dei miei anni.

Per quest’anno non credo di tentare altri record.  (ride)

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19 Commenti

  1. Non solo prima, anche dopo un bel controllino medico,pure ai reni ed al sangue…ed alle urine….tanto per offrire lumi alla scienza.

    1. Può sembrare strano, ma le persone normali possono fare cose eccezionali! Se in più hai un fisico eccezionale, allora fai cose che sembrano impossibili. Però, appunto, sembrano…
      Con due amici ho appena fatto la Piramide Vincent partendo da Gressoney in giornata, salendo il ghiacciaio in cordata.
      E vuoi che De Gasperi abbia bisogno del doping per fare una cosa del genere?

  2. De Gasperi e “colleghi/e” il rispetto se lo sono ampiamente guadagnato. Ha perfettemente ragione, non poteva essere più chiaro e diretto. Bisogna parlare di più di tutto ciò che sta dietro i grandi exploit, quindi l’esperienza la preparazione il sacrificio. Altrimenti è chiaro che avremo dei pessimi e pericolosi tentativi di emulazione da parte di chi non si è preparato e non lo fa con lo spirito giusto, rispettando appunto la montagna.

    1. @mario: chiamala come ritieni più giusto, ci mancherebbe! Ma quale apporto da? Cosa cambia?
      Davvero non capisco, non voglio assolutamente polemizzare!

  3. Noto sempre di più che è una moda tutta italiana ( dettata sicuramente da frustrazione e ignoranza) criticare e diffamare i pochi campioni che popolano il nostro povero paese.

    1. di campioni ne abbiamo tanti e sono quelli che alle 6 del mattino vanno in fabbrica; con questo nulla da togliere al corridore di montagna in questione

  4. Poniamoci delle domande.

    Qualcuno paga Marco De Gasperi (come chiunque altro faccia la stessa cosa con lo stesso spirito), tanto da farlo diventare ricco, per fare un record Alagna – Monte Rosa – Alagna? Risposta: no.

    Qualcuno paga Chris Froome per correre e magari vincere il Tour de France, tanto da farlo diventare ricco? Risposta: sì.

    Teniamo allora ben distanti i comportamenti di chi fa i soldi e di chi non li fa con la propria attività di atleta, perché uno è motivato da un’ambizione sana e libera da condizionamenti, l’altro dalla prospettiva di incassare milioni di euro.
    È su questa differenza che l’ipotesi di utilizzo di sostanze dopanti mette radici, e diventa lecito sospettare.
    Ho conosciuto tanti atleti della montagna che hanno scelto di correre solo perché esiste la possibilità di correre ed è bellissimo farlo: per favore, non si confonda la performance con l’abuso e il dolo!
    Quando saprò che Marco De Gasperi (o chiunque altro) avrà comprato una Ferrari per aver spinto se stesso al proprio limite, allora sarà lecito un dubbio. Prima, per favore, no.

    1. Mi spiace contraddirti ma l’utilizzo o meno di sostanze dopanti non è dovuto esclusivamente al tipo di “trattamento economico” che ne può derivare e lo dimostra il fatto che nel ciclismo amatoriale per esempio, diversi utilizzano sostanze o mezzi illeciti anche se non campano della loro “passione”.
      Per il resto, sono dell’idea che la corsa in montagna non è alpinismo ma è sicuramente un modo come un’altro di viverla senza peraltro deturparla.

  5. Sono completamente d’accordo con te Vincenzo. Ho conosciuto Marco personalmente ed ho corso con lui: é un grande atleta e una persona splendida. Chi dubita della sua onestà non ha mai corso in montagna…

  6. mi pare che la sua compagna sia stata squalificata 2 anni per doping nel 2011… e chi va con lo zoppo impara a zoppicare.

  7. Leggendo alcuni commenti mi vergogno di condividere la passione per la montagna con gente che segue lo stesso blog che seguo io

  8. Vorrei sapere con che diritto o ragione vi permettiate di diffamare così una persone che vive della sua passione …. provate anche voi a dare un senso alla vostra vita, sicuramente vivrete più sereni!

  9. Ps: Visto che è stato messo in mezzo anche Froome, ricordo che la vicenda dell’assunzione del salbutamolo è stata solo per scopi terapeutici ed infatti è stato scagionato da qualsiasi accusa.

  10. Davide, come ti permetti ???
    Qua son state riportate SENTENZE PASSATE IN GIUDICATO !!!
    Se non ti va bene fai ricorso in tribunale.

  11. Oltre la lettura dell’articolo che farà sicuramente riflettere chi ha la “critica” facile , mi chiedo se , chi SI PERMETTE di puntare il dito al primo sbaglio di qualsiasi atleta ( ora è molto di moda) , immagini minimamente gli sforzi, i sacrifici e le frustrazioni che sopportano questi atleti che si allenano 1200- 1500 ore all’anno. Se si ha la possibilità di immaginare tutto ciò sicuramente si ha anche l’intelligenza di comprendere che gli errori sono dietro l’angolo per questi atleti e sono comunque più che perdonabili. Penso oltremodo che le qualità i pregi e le scelte giuste di questi campioni possano sicuramente sopperire a qualsiasi aspetto negativo. Io mi astengo dal giudicare le scelte di queste persone perché non sarei in grado di fare ciò che fanno loro. Evidentemente chi parla con tanta superiorità saprà fare sicuramente di meglio!

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