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In Himalaya la gara di mountain bike più alta del mondo (nata da un’idea tutta italiana)

Dal 16 al 26 agosto l’appuntamento è in India, in Ladakh, per la gara di mountain bike più alta al mondo. Una manifestazione organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica WWB. Un gruppo di appassionati italiani che da ormai quattro edizioni si impegna per portare avanti quest’idea. “Tutto nasce dalla passione per la bici e per il territorio del Ladakh” spiega Stefano Merzi, anima del progetto che, dopo essere stato a pedalare in India quindici anni fa si è innamorato di questa terra.

Il percorso di gara sarà veramente duro e selettivo con il valico di tre passi carrozzabili oltre i 5000 metri che posizionano la Himalayan Highest MTB Race – Ladakh come la gara ciclistica a tappe più alta al mondo” che si svolgerà in sei tappe più il prologo “fondamentale per l’acclimatazione”.

“Quest’anno sarà il quarto anno per la manifestazione” che nel corso del tempo si è mantenuta sempre sullo stello numero di partecipanti nonostante il grande richiamo mediatico. Un fenomeno abbastanza normale. “C’è molto timore verso la gara perché appena si cita l’Himalaya si pensa a qualcosa di lontano e irraggiungibile, di qualcosa di grande e difficile”, almeno in Italia. “All’estero siamo molto conosciuti e i partecipanti crescono”. La maggior parte sono indiani, tra cui “sta crescendo davvero tanto il movimento degli appassionati”.

Non si può però certo dire che la gara sia facile e rilassante. Dopo i primi due giorni di acclimatazione obbligatoria ci si trasferisce a Upshi da cui, il giorno dopo, prenderà avvio la gara vera e propria. 6 tappe con pernotto in tenda e cronoscalata al Khardung La Pass (5359 m) nell’ultimo giorno di competizione.

Una gara per veri sportivi della mountain bike, una gara per chi va in bicicletta, “per chi ama le due ruote e la montagna.”

“Sei giorni in un territorio incredibile con colori e paesaggi che cambiano a ogni curva dove la competizione passa spesso in secondo piano”. Una gara dove i tempi si annullano quando ci si trova immersi in un territorio così esotico e accogliente. Tra pastori nomadi e piccoli villaggi le tappe inaspettate non mancano di certo, magari anche solo per gustarsi una tazza di thè o assaggiare un piatto della tradizione.

Un’esperienza più che una competizione.

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2 Commenti

  1. Nel 2000 ho organizzato con un gruppo di amici la traversata in bici da Manali a Leh con estensione finale al Khardung La e successiva discesa sul versante opposto. Non abbiamo trovato nessuno…. è stata una bella esperienza personale nella quale ognuno si impegnava con il proprio passo…. Mi chiedo perché rendere agonistica una cosa che ognuno con un po’ di buona volontà è in grado di organizzarsi evitando una corsa giusto per correre ma assaporare con calma i fantastici luoghi che di attraversano.

  2. Meno male che ognuno può decidere per se. C’è chi preferisce il ciclo turismo e chi le gare. Si chiama libero arbitrio!

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