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Il Giro d’Italia con Montagna.tv: tappa di trasferimento tra i vigneti alpini

Tappa movimentata quella che domani porterà i ciclisti da Riva del Garda a Iseo. Mossa sia in termini altimetrici che paesaggistici. I corridori lasceranno infatti le sponde del lago di Garda e il Trentino per salire verso la Lombardia e le sue montagne. La tappa si concluderà poi, dopo 155 chilometri, sulle sponde del lago d’Iseo.

Si potrebbe quasi dire che si pedala a ritmo di vino in questa diciassettesima tappa del centunesimo Giro d’Italia. La partenza è infatti localizzata in uno dei principali centri di produzione del vino Trentino per poi concludersi in un altro luogo d’eccellenza vinicola: la sponda del lago d’Iseo. Poste dove i vigneti sono attrazione turistica, non solo per la produzione di vino ma anche per la disposizione delle piante. Per i quadretti, quasi pittoreschi, che questi formano con le torri e gli antichi palazzi. Strutture che si amalgamano alla perfezione con i vigneti a espressione di un territorio vocato alla viticoltura da tempo immemore.

 

Commento tecnico a cura di Giuseppe Guerini

Giuseppe Guerini

Si tratta di una tappa abbastanza ondulata, soprattutto all’inizio. Presumo possa esserci qualche fuga. Soprattutto gli uomini che non sono in classifica faranno di tutto per andare in fuga in modo che quelli in testa possano riposarsi. Penso che si sarà una fuga di dieci o quindici corridori.

Da controllare anche la partenza in salita che potrebbe essere molto veloce, magari da parte di chi ieri ha corso bene la crono e vuole difendere la classifica.

Per il resto non credo che sarà una tappa molto entusiasmante. Per molti sarà semplicemente un trasferimento in preparazione della tappa successiva.

 

Giuseppe Guerini, classe 1970, è originario di Gazzaniga, un piccolo comune in provincia di Bergamo. Dal 1993 al 2007 è stato un ciclista professionista. Uno scalatore, un atleta particolarmente adatto alle salite. Ha corso per Navigare, Polti e per la tedesca Telekom con cui conclude la carriera nel 2007. È soprannominato Beppe Turbo e non solo perché cresciuto vicino alla centrale idroelettrica d Vertovo.

 

Quest’oggi vi vogliamo lasciare con una piccola pillola storica. Non grossi avvenimenti, ma un interessante video d’archivio.

Era il 36esimo Giro d’Italia, era il 1953, e le bici eran diverse. Le strade erano diverse, come lo erano le montagne e la rosea Gazzetta. Erano altri tempi, quelli del “ginettaccio” sempre all’attacco come in questo video dove l’arrivo era proprio a Riva del Garda.

 

 

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