Sadpara, ecco perché ho scelto Alex e l’Everest e non il K2 dei polacchi
Ali Sadpara è al campo base dell’Everest, assieme ad Alex Txikon, ad attendere che i venti, che stanno spazzando con incredibile forza la montagna, abbandonino il Tetto del Mondo per il tempo necessario a consentire loro di tentare di raggiungere la vetta.
Un’attesa lunga, che viene ingannata con balli, canti, ma anche interviste.
Interessante è quella rilasciata proprio dal pakistano a El Confidential, che si è sbottonato circa la sua partecipazione alla spedizione del basco, spiegando, anche con dure parole, il suo mancato interesse per quella al K2 dei polacchi, nonostante, stando a quanto scritto, gli avessero offerto una somma decisamente alta di denaro.
“Alex è mio fratello, mi tratta da pari, come un alpinista. Per i polacchi ero un portatore, un animale che installava le corde fisse ed i campi alti. Mi hanno buttato via quando stavo per perdere le dita dei piedi a causa di un congelamento. Alex mi ha aiutato, ha salvato me e la mia famiglia da una sicura rovina. Ecco perché sono qui, perché è mio fratello” racconta Alì facendo riferimento a quando era andato in spedizione nel 2012 al Gasherbrum I con la spedizione polacca che realizzò la prima invernale.
Un’amicizia fraterna, quella tra Txikon e Sadpara, nata all’ombra del Nanga Parbat.
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Nanga su cui Sadpara ha conquistato l’ambita Prima Invernale.
Vediamo se ci scappa anche l’Everest. Auguri di cuore.