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Vancouver: Razzoli oro nello slalom

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VANCOUVER, Canada — Una sopresa. Una graditissima sorpresa. L’azzurro Giuliano Razzoli ha vinto la medaglia d’oro nello slalom alle Olimpiadi invernali in corso a Vancouver.

Con questa medaglia lo sci alpino italiano sia riabilita, dopo la penuria di medaglie quattro anni fa a Torino, e le delusioni di quest’Olimpiade e riceve in regalo quell’oro su cui nessuno ormai sperava più.

Una vittoria arrivata nel finale, quando a Vancouver sta per calare il sipario sulla XXI edizione dei Giochi invernali. L’inno di Mameli è risuonato per la prima volta a Whistler, a Vancouver. Poi, nel quartier generale azzurro è stata festa grande per il campione tutto tortelli e sci. Sceso dai monti canadesi, che d’ora in poi avrà nel cuore come il suo scorcio di Appennino.

All’atleta, scelto come portabandiera dell’Italia per la cerimonia di chiusura, va l’assegno più pesante della spedizione (140mila euro), ed è anche il primo ad entrare nel nuovo club olimpico: a lui, oltre al premio, verranno dati 30mila euro per i prossimi 4 anni.

Intanto il Coni traccia il bilancio, risollevato in parte dal titolo nello sci alpino, che resta comunque in chiaroscuro". Per il futuro annunciate delle novità, con il comitato olimpico a fare da supervisore su atleti, che dovranno mettere le Olimpiadi in testa alle loro aspirazioni, e sui tecnici, scelti con la partecipazione del Coni stesso.

Il Canada intanto ha sferrato l’affondo finale: in attesa del match di hockey con gli Usa, i padroni di casa hanno messo in atto il sorpasso agognato nel medagliere. Con l’oro del re dello snowboard, Jasey Jay Anderson, e quello del curling, i canadesi sono schizzati in testa con 13 titoli per 25 medaglie complessive.

Segue la Germania con 29 podi, ma 10 ori, e Stati Uniti, 36 medaglie, ma solo nove del metallo più pregiato. L’Italia risale qualche posizione, e intanto oggi torna in pista per l’ultimo atto olimpico: la maratona del fondo, con i 50 km uomini. A Torino regalarono l’acuto e la cartolina dei Giochi, con l’oro di Giorgio Di Centa. Ora Di Centa ci riprova. Incrociamo le dita.

WP

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