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Ottanta lupi nel parco della Majella
L’AQUILA — La buona notizia sul fronte della tutela delle biodiversità arriva dal Parco Nazionale della Majella, in Abruzzo. Secondo quanto reso noto dal parco stesso il lupo è tornato, eccome. Una ottantina di esemplari in tutto, in una dozzina di branchi sparsi sul territorio.
Il conteggio è frutto di un censimento effettuato dal parco, tra i primi in Italia a mettere in atto un sistema di sorveglianza sanitaria sulla fauna selvatica. Ma quel che conta di più è che il parco è riuscito a far convivere la specie protetta con la presenza di attività umane.
Secondo quanto riferito alla stampa da parte dei gestori, nei 75 mila ettari del suo territorio protetto, il conflitto con il settore zootecnico si è trasformato in gestione collaborativa. Gli indennizzi economici, gli incentivi per l’adozione di misure di prevenzione, ed di sistemi di controllo e monitoraggio del lupo. In primo luogo la radiotelemetria satellitare che ha permesso di abbattere la mortalità del bestiame e di migliorare il rapporto tra lupi e allevatori. I radiocollari consentono infatti di seguire gli spostamenti dei lupi fino a 12 volte al giorno e intervenire in caso di eccessivo avvicinamento alle mandrie.
Secondo quanto riferito alla stampa da parte dei gestori, nei 75 mila ettari del suo territorio protetto, il conflitto con il settore zootecnico si è trasformato in gestione collaborativa. Gli indennizzi economici, gli incentivi per l’adozione di misure di prevenzione, ed di sistemi di controllo e monitoraggio del lupo. In primo luogo la radiotelemetria satellitare che ha permesso di abbattere la mortalità del bestiame e di migliorare il rapporto tra lupi e allevatori. I radiocollari consentono infatti di seguire gli spostamenti dei lupi fino a 12 volte al giorno e intervenire in caso di eccessivo avvicinamento alle mandrie.
Il parco della Majella, assieme a quello delle Foreste Casentinesi e a quello del Pollino sta promuovendo anche il progetto Life per il coordinamento delle misure di monitoraggio del lupo sugli Appennini. La «Wolfnet» sarà presentata venerdì a Sulmona durante un workshop. L’operazione mira a tutelare la sopravvivenza della specie, intervenendo contro il bracconaggio. E poi a rendere la convivenza fra gli animali e le realtà urbanizzate sempre più compatibili.
L’obiettivo a lungo termine è quello di esportare questo modello gestionale anche ad altre aree protette dell’Appennino. il progetto, dal costo di 1,6 milioni di euro, è stato finanziato dall’Unione Europea. In programma anche nuove procedure di accertamento dei danni e gruppi specialistici medico-legali per il contrasto alla persecuzione illegale degli animali.
WP