Confortola: sono perseguitato come Bonatti
MILANO — "E’ antipatico e non ha umiltà". Così il Corriere della Sera si è scagliato domenica contro Marco Confortola, l’alpinista valtellinese scampato alla tragedia del K2. Alla valanga di insinuazioni apparse sul giornale e alle parole dure di Simone Moro sul suo comportamento dopo il rientro, Confortola ha risposto ieri sul quotidiano La Provincia di Sondrio: "Mi sento come Walter Bonatti, perseguitato dal K2, farò come lui e non rilascerò più dichiarazioni".
Non ha risparmiato insinuazioni sul fatto che "non ha raccontato tutta la verità sulla tragedia del K2, dove la sua versione è molto diversa dai racconti degli sherpa". E ha sviscerato senza pietà le critiche che serpeggiano in alcuni angoli del mondo alpinistico, come quella di essere un bombolaro e di non aver saputo ammettere gli errori compiuti sul K2.
"Confortola ha calpestato tutti i valori e il buon gusto che fanno parte del bagaglio di un alpinista, come il coraggio di ringraziare chi lo ha aiutato a tornare" ha detto Simone Moro al Corriere, rincarando la dose stamattina su La Stampa: "Mi permetto di dirgli che ha sbagliato. Sul K2 non si arriva alle 8 di sera. Lui dovrebbe ammetterlo, invece di cavalcare l’onda del sopravvissuto".
Ma Confortola non ci sta. "C’è troppa gente che critica senza sapere niente – dice -. C’eri là al K2? No, e allora cosa parli? Anche Simone Moro, lui non c’era, non c’è mai andato, deve fare silenzio. Per cortesia un po’ di rispetto per i morti. Undici morti".
"Se vogliamo che il mondo cambi – risponde Moro – incluso quello dell’alpinismo, bisogna essere pacati ma onesti e risoluti. Non voglio distruggere nessuno, voglio però che capisca che è per il suo bene ed il suo futuro che è meglio che dia una sterzata nel modo di riportare i fatti e raccontarli".
L’alpinista valtellinese ha sfogato nei dettagli la sua rabbia ed amarezza tra le pagine del quotidiano La Provincia di Sondrio, con un paragone azzardato ma che rispecchia evidentemente il suo stato d’animo. "Il K2 mi ha risparmiato ma ora mi perseguita – ha detto Confortola al quotidiano lombardo -. Mi sono salvato da quell’inferno di neve e ghiaccio, non mi farò certo travolgere dalle maldicenze che ora qualcuno mette in giro per cercare di fermarmi. In un certo senso mi sento un po’ come Walter Bonatti, e sto pensando di fare come ha fatto lui: niente più dichiarazioni, niente più interviste".
In mente, Confortola ha solo il suo secondo libro, quello che vuole scrivere per spiegare come ha ricominciato dopo la tragedia del K2. E spiega che al Lhotse andrà da solo perchè semplicemente i suoi amici l’hanno già scalato, e che comunque al campo base troverà altri alpinisti stranieri con cui salire in cima. Confermando, in sostanza, le ironiche dichiarazioni di Messner, che al Corriere aveva fatto notare come al Lhotse ci sarà tutt’altro che solitudine, viste le centinaia di persone al campo base.
Info courtesy Il Corriere della Sera e La Provincia di Sondrio e La Stampa