Alpinismo

Himalaya e dintorni, si chiude la stagione autunnale: tante vie nuove e tanta qualità

Secondo il calendario di Denis Urubko, l’inverno in Himalaya è già iniziato il 1 dicembre. Allora perché non ripercorrere assieme la cronaca autunnale “appena conclusa”?

Stagione ricca per l’alpinismo himalayano. L’autunno appena passato ha regalato moltissime prime salite e molte di queste di alto valore. Mentre ci apprestiamo a seguire le spedizioni invernali vogliamo fare qui un veloce recap delle spedizioni più importanti di questo autunno. 

Innanzitutto al Dhaulagiri, all’inizio di quest’autunno, abbiamo avuto la spedizioni di Cala Cimenti e Carlos Soria. La spedizione di Cala, che aveva come obiettivo quello di firmare la prima discesa con gli sci, ha mancato di poco l’obiettivo, ma comunque la cima è stata centrata. Più sfortunato invece il 78enne spagnolo Soria che ha dovuto rinunciare, a causa del meteo, poco lontano dalla vetta. 

Sul Lhotse abbiamo invece riportato in questi giorni la decisione del sud coreano Sung-Taek Hong di rinunciare definitivamente, per quest’anno, alla parete sud a causa delle condizioni poco favorevoli. Sung-Taek ha comunque fatto sapere che l’anno prossimo sarà di nuovo lì a tentare, per la sesta volta, la montagna che si sta rivelando essere un vero e proprio tabù alpinistico. 

Numerose sono state le altre spedizioni che hanno aperto nuove vie su versanti poco battuti. Da ricordare assolutamente, tra le altre, quella della Gang des Mustaches, i tre baffoni francesi Frédéric Degoulet, Benjamin Guigonnet et Hélias Millerioux hanno aperto una via incredibile sulla parete sud del Nuptse.

 

 

 

Sempre ad opera di francesi è l’impresa sul monte Pandra, 6.700 metri, vicino al Kanchenjunga, dove Mathieu Détrie, Pierre Labbre and Benjamin Védrines hanno aperto la via “Peine plancher”, una via molto tecnica che combina coluoir a verticali tiri di ghiaccio.

Altro successo tutto italiano sono le nuove vie aperte sul monte Edgar e dintorni ad opera del team valdostano e trentino François Cazzanelli, Francesco Ratti, Emrik Favre, Tomas Franchini, Matteo Faletti, Bicio Dellai. La spedizione si è spinta fino al Gongga Shan, il massiccio montuoso nella Western Sichuan cinese, con l’obiettivo di esplorare la zona e salire il monte Edgar. Obiettivo centrato in pieno, con numerose vie aperte sui pinnacoli intorno al seimila cinese e due nuove vie aperte sul versante nord. 

Da ricordare, in questa stagione autunnale, anche la tragedia sull’Ama Dablam dove in un lancio con la tuta alare ha perso la vita il base jumper russo Valery Rozov. L’atleta Red Bull deteneva il record di lancio in quota stabilito sul Cho Oyu e si stava allenando per un nuovo lancio dall’Everest. 

 

 

 

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