Trail running

Franco Collè spiega il suo ritiro dal Tor: tradito da quel microsonno…

Aveva un vantaggio di 1h e 43 minuti e un tempo record, quando è passato al punto vita del rifugio Cuney, ma le lunghe distanze e il dislivello di una gara come il Tor de Géants possono ribaltare in un attimo le sorti della gara. Lo sa bene il valdostano Franco Collè che in un lungo post su Facebook ha spiegato le ragioni che lo hanno portato alla scelta del non facile ritiro. 

“Per me questo Tor è stato un bellissimo sogno – dice Collè – l’ho preparato nel migliore dei modi sognando un tempo da record, avevo un’ottima condizione sia fisica che mentale. Me lo sono goduto metro per metro, ho seguito la mia tabellina di marcia minuto per minuto rispettando tutto quello che mi ero programmato, con serena lucidità sempre”. 

A tradire il trailer valdostano sarebbe stato un microsonno che gli è scappato di mano. Appena dopo il Col Champillon si è infatti fermato a fare la prima sosta dopo tre giorni e due notti di gara. Il microsonno programmato di un minuto si è trasformato in una dormita di un’ora e mezza. Racconta Franco: “Mi sono svegliato infreddolito al buio e ho impiegato un quarto d’ora solo per cercare lo zaino e indossare la frontale perché nel frattempo si era fatto buio. Purtroppo non trovavo più il sentiero e il telefono in quella zona non prendeva”.

Dopo aver cercato sul versante il tracciato viene raggiunto da un commissario di gara che gli indica il sentiero. Freddo e stanchezza però a quel punto si fanno sentire, arrivato al punto di ristoro nel vallone del Menouve cerca di arrivare  fino a Saint Rhemy “ma è stata un’agonia”. Qui si ferma, e dopo una dormita decide di ritirarsi . 

“Ringrazio di cuore tutte le persone che mi stanno scrivendo per sincerarsi delle mie condizioni. Dopo una bella dormita sono tornato come nuovo (contrariamente alle edizioni del 2012,2013,2014 che mi avevano un po’ devastato) e andrò a vedermi la partenza del Totdret a Gressoney e poi a gustarmi un po’ di questa bellissima manifestazione in giro per le basi vita e per i rifugi”. 

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