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Olimpiadi: no al salto sci femminile

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VANCOUVER, Canada — Niente salto con gli sci, per le donne, ai Giochi di Vancouver 2010. Si infrange di fronte al "no" del presidente del Cio, Jacques Rogge, il sogno di aprire la disciplina del salto anche alle donne durante le Olimpiadi invernali. "Motivi tecnici", ha detto Rogge, ma le saltatrici gridano alla discriminazione e annunciano l’ennesimo ricorso in tribunale, sperando di riuscire a vincere anche se ormai i Giochi sono alle porte.

Il salto con gli sci è, ad oggi, l’unica disciplina olimpica ancora riservata soltanto ai maschi. Lo era, fino a poco tempo fa, anche la boxe, ma il Comitato olimpico internazionale ha già deciso che a partire dalle Olimpiadi 2012, anche le donne potranno indossare i guantoni. Lo scorso febbraio, il salto con gli sci femminile è stato introdotto ai Mondiali, ma la strada per entrare ai Giochi olimpici sembra molto più irta di ostacoli.

Perchè le donne non possono saltare? Semplice consuetudine storica, forse. Troppo poche atlete che praticano questo sport, dicono al Cio. Ma c’è stato anche chi ha parlato di rischio di danni all’utero nell’impatto a terra o chi teme il dilagare dell’anoressia tra le atlete per essere più "leggere". Motivazioni liquidate come "stupidaggini" dalla maggior parte delle atlete che praticano questo sport, ma che purtroppo – loro sostengono – alimentano ancor oggi un certo pregiudizio nei loro confronti.

Durante le ultime olimpiadi invernali, a Torino, fu proposta l’inclusione delle gare femminili di salto con gli sci a partire dal 2010. L’idea, però, è stata rifiutata dal Cio, dando origine a furiose polemiche che durano ormai da mesi.

Le saltatrici con gli sci si sono mosse per vie legali, decise a porre fine alla loro "discriminazione" entro le prossime olimpiadi, che inizieranno tra meno di 4 mesi. Ma per ora hanno ricevuto due secchi "no" dal Cio e un "ni" dalla giudice canadese Lauri Ann Fenlon, che in primavera ha esaminato l’azione legale mossa dalle 15 atlete che formano lo zoccolo duro del movimento e poi si è limitata a rimbalzare di nuovo la decisione al comitato olimpico.

Rogge, a fine agosto, ha ribadito la sua contrarietà, sostenuto da diverse federazioni. Ma non è ancora finita. La prossima puntata è il 12 novembre con l’udienza della corte suprema canadese della British Columbia, incaricata di esprimersi definitivamente su questa questione.

"Difenderemo i nostri diritti fino in fondo – hanno dichiarato l’americana Karla Keck e la canadese Marie-Pierre Morin, portavoci del movimento per l’introduzione del salto con gli sci femminile -. E’ arrivato il momento di denunciare pubblicamente la discriminazione sessuale di cui siamo vittime. La decisione di non accogliere lo ski jumping femminile nel programma dei Giochi invernali non poggia su valide ragioni tecniche, ma su un’evidente questione di sesso".

Qualche dato curioso. La prima donna a saltare con gli sci fu la contessa Lamberg, di Kitzbühel, che nel 1911 saltò ben 22 metri. Il record attuale appartiene ad un’altra austriaca, Daniela Iraschko, che è arrivata a 200 metri. La squadra italiana è formata da Simona Senoner, Barbara Stufer, Lisa Demetz, Elena Rungaldier ed Evelyn Insam. 
 

Sara Sottocornola

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