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Mountain Bike: la gara più dura del mondo a un pizzaiolo di Bellusco

Rodney Soncco Zuniga ce l’ha fatta: è arrivato primo alla prima edizione della Inca Divide. L’italiano, di origini peruviane, pizzaiolo di Bellusco (in Brianza) è riuscito a chiudere la gara più dura al mondo di Mountain Bike che corre tra Perù ed Ecuador, in soli diciotto giorni. Una gara con distanze da capogiro, 63 mila metri di dislivello, 3.500 chilometri da percorrere arrivando fino a 4.700 metri di quota, tutto in totale autonomia di acqua, cibo e riparazioni in massimo 26 giorni. L’organizzazione forniva solo Gps per sicurezza, qualche cancello obbligato e la squalifica in caso di più di 48 ore di inattività. 

La sfida della più dura gara di Mountain Bike mai esistita è stata raccolta da soli unidici persone da dieci paesi del mondo. Rodney all’arrivo a Quito ha detto: “Dopo 18 giorni di pura follia sto molto bene, sì ho finito la gara in 18 giorni con un vantaggio di 3 giorni dal secondo, incredibile questa gara e l’organizzazione”.

Altitudine, freddo, vento e pioggia, con temperature tra i tre e i quindici gradi, quello che ha dovuto passare è stato veramente al limite. Durante la gara scriveva su Facebook: “Situazione: freddo infinito, crisi di fame, tante salite e un panorama stupendo, inizio a sentire le ginocchia ballare. È davvero incredibile ciò che stiamo passando”.

@Facebook Rodney Soncco

Il giorno peggiore lo passa quando deve fare una salita di 50 km di sterrato nel fango. Dieci ore in sella dove arriva a pensare di ritirarsi: “Pensavo anche a tutti gli sforzi fatti prima in allenamento per affrontare ogni situazione e non ho mollato, sapevo che prima o poi finiva, e ogni giorno sarebbero stati sempre meno chilometri da fare”.

All’arrivo ha commentato così anche il ritrovo con il suo Perù:” È stato bellissimo trovare me stesso e la mia strada, capire che quello che voglio fare è questo, essere un ultra ciclista, pedalare tra paesaggi incredibili, puri, pieni di vita, semplici e duri, come quelli a oltre quattromila metri di altitudine dove la vita del mio Perù rurale è infinita e ricca di umiltà, vista negli sguardi di chi ho incontrato passando o fermandomi a mangiare qualcosa”.

Conclusa questa incredibile avventura ora Rodney guarda al futuro: “Ho realizzato il mio sogno, adesso continuo a sognare ancora con più forza e arriverò dove voglio. Ho tanto bisogno di qualche sponsor per le prossime gare ultra mondiali, ma mi sento pronto. L’importante è credere di riuscire e questa gara mi ha insegnato molto. Ora continuo nella ricerca della felicità”.

 

Foto in alto @Facebook Rodney Soncco

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