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Un bicigrill a 2.300 metri di quota in Alta Val Formazza

Pronto per il prossimo anno, sarà il punto cruciale del progetto Laghi e Monti Bike. E meta di divertenti pedalate dal villaggio walser di Riale

L’arrivo della stagione fredda ha fermato i lavori che erano ormai giunti sulla dirittura d’arrivo. Ma il bicigrill di Passo San Giacomo, in Alta Val Formazza, è ormai quasi realtà e dal 2024 sarà finalmente agibile. Non si tratta di un’opera qualsiasi. L’ex caserma della Guardia di Finanza posta a 2.300 metri di quota accanto al confine con la Val Bedretto, in Svizzera, è il fiore all’occhiello di un operazione molto articolata che sotto l’ombrello di Laghi e Monti bike, ha portato alla creazione di un percorso cicloturistico di circa 80 km che dal Lago Maggiore risale il corso del Toce, la val d’Ossola e la Val Formazza per poi scendere in territorio elvetico.

Uno dei luoghi più conosciuti dell’itinerario è la Cascata del Toce che si tuffa per oltre 10 metri da una muraglia rocciosa proprio accanto al percorso. Una volta giunti in corrispondenza della sommità dello spettacolare salto d’acqua, si risale per pochi chilometri fino alla conca di Riale (1.726 m). Il colpo d’occhio è magnifico, ma per una volta non sono montagne e ghiacciai a riempire lo sguardo, bensì l’ampia conca prativa in fondo alla quale si trova l’originario villaggio walser, un pugno di case in legno e pietra dalla storia plurisecolare. E’ piacevole aggirarsi tra questi edifici, in gran parte ristrutturati con la necessaria cura, e leggere le iscrizioni sui portali che rimandano a parecchi secoli addietro. Ha una storia molto più recente, invece, la chiesetta di Sant’Anna, evidentissima su un rilievo erboso alle spalle dell’abitato. Fu infatti fatta edificare a metà del secolo scorso dall’Edison per risarcire in qualche modo la comunità locale dalla distruzione del villaggio di Morasco, sommerso dal lago artificiale creatosi a seguito della costruzione della diga appena costruita (e ben visibile da Riale).

Il Lago di Morasco, per quanto tecnicamente non incluso nel progetto Monti e Laghi Bike, merita la deviazione. Da Riale si sale per una decina di minuti seguendo una sterrata di servizio, fino ad affacciarsi sul grande invaso proprio in corrispondenza con la diga. Da qui si costeggia, in piano e sempre su sterrato tutta la sponda orientale fino al ponticello che scavalca il torrente e si porta sul lato opposto. La strada termina poco dopo, all’altezza di un altro edificio della centrale idroelettrica. Da qui si prosegue su sentiero, non difficile, fino a tornare del muraglione della diga.

Da Riale a Passo San Giacomo

Presa in questo modo confidenza con gli ambienti dell’Alta Val Formazza si scende a Riale per gustare il piatto forte del nuovo itinerario. Nuovo, per modo di dire, la sterrata che in 8,8 km sale al Passo San Giacomo esiste da almeno un secolo, quando venne costruita la diga del Lago del Toggia. Nuova è la meta, il bicigrill, nuova è la gestione del Rifugio Maria Luisa che si incontra nella parte alta dell’itinerario ed ha il profumo della novità il collegamento transfrontaliero. Si prende quota sulla sterrata che sale sulla sinistra orografica della vallata con pendenze costanti mai troppo impegnative. Anche la sede stradale, seppur ricca di pietre, non crea difficoltà e si può comunque prendere fiato appoggiando la bici ai muretti che proteggono i tornanti. Riale è ormai un puntino sul fondovalle quando la via prende decisamente a destra e, con qualche centinaio di metri pianeggianti arriva ai piedi della diga del Lago del Toggia. Per ammirare l’invaso occorre superare un paio di tornanti (accanto al secondo, a quota 2.167 m, si trova il Rifugio Maria Luisa) e affrontare un ultimo breve strappo. Poi, con modesti saliscendi, si costeggia il lago in tutta la sua lunghezza e subito dopo ecco il Passo San Giacomo, visibile da lontano grazie proprio all’edificio del bicigrill. Il progetto prevede punto di ristoro, spazi per l’assistenza tecnica, disponibilità di bici e istruttori e perfino alcune camerette per chi vuole trascorrere la notte in quota. La struttura è stata costruita adottando soluzioni di architettura sostenibile e sarà alimentata da fonti energetiche rinnovabili e poggia sul medesimo basamento dell’originaria caserma dei finanzieri. La strada finisce qui, ma vale la pena proseguire fino a una croce di legno ben visibile 300 metri più avanti e affacciarsi sulla Val Bedretto. La prossima tappa.

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