Alpinismo

Panzeri sulla middle: non mi arrendo

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LHASA, Tibet — "Abbiamo fatto la cima middle. Un’altra volta". Ci sono delusione e stanchezza nella voce di Mario Panzeri, che ci ha chiamato poco fa dal campo base per annunciare che sullo Shisha Pangma, una vetta l’hanno fatta, ma purtroppo non è quella principale di 8.027 metri. "Il traverso era troppo pericoloso – racconta l’alpinista -. Ma non mi arrendo. Ritenterò tra 4 o 5 giorni. E da un’altra via".

Panzeri è rientrato poco fa al campo base, dopo quattro giorni sulla montagna. Partito dal campo base venerdì, come da programma ha tentato la cima domenica mattina, insieme all’americano Nick Rice, ai baschi Juanito Oiarzabal e Tolo Calafat, e ad un rumeno.

"Siamo partiti da campo 3 all’alba – racconta l’alpinista – siamo arrivati sulla middle e abbiamo provato ad attraversare verso la cima centrale. Ma non c’è stato verso. Le cornici erano enormi e pericolanti, il pendio sottostante non parliamone. Abbiamo manovrato un po’ ma abbiamo dovuto tornare indietro".

"Eravamo convinti che la normale fosse in buone condizioni – prosegue Panzeri -. Andrew Lock, che è qui per raggiungere il 14esimo ottomila, era deciso a salire dalla via normale e assicurava che la cresta era percorribile. Ci siamo fidati, e invece quel tratto era impraticabile. Adesso lui, che era rimasto al base, domani riparte per andare in cima, ma vista la nostra esperienza proverà a salire dalla via di Inaki Ochoa".

Panzeri e compagni, al rientro, si sono fermati a campo 3 per la notte. Poi sono scesi al base e si sono salutati: Oiarzabal e il suo compagno di cordata hanno deciso di rientrare in Spagna. Panzeri e Rice, invece, non hanno nessuna intenzione di lasciar perdere. L’alpinista lecchese, d’altro canto, aveva già intascato la cima middle dello Shisha Pangma nel 2005 con Mario Merelli. Ed è ritornato qui deciso ad agguantare quella principale, per segnare così l’undicesimo ottomila ufficiale del suo curriculum.

Difatti, Panzeri non vuol sentir parlare di complimenti. "No, no, quali complimenti – protesta l’alpinista – anche qui me li fanno tutti, perchè la middle è più di 8000 metri. Invece no. Li voglio solo per la cima vera! Ci riproverò tra qualche giorno. Il tempo di riposarmi e poi con Nick proveremo a salire un’altra volta, stavolta anche noi dalla via di Ochoa. Non sarà facile, anche quella è piena di neve e, mentre gli austrialiani sono 4, noi saremo solo due. Ma ci proveremo".

Il video sottostante, girato proprio da Inaki Ochoa il giorno della sua cima sullo Shisha, mostra prima la vetta principale e poi la cima centrale della montagna. In mezzo, il pericoloso traverso carico di neve.

"L’unico problema è che continua a nevicare – conclude Panzeri -. Il mattino magari fa bello, poi il pomeriggio si chiude e mette giù quei 20 centimetri di neve che creano problemi. L’altro giorno per salire a campo 3 ci abbiamo messo 7 ore. Un’eternità, e solo perchè bisogna battere di nuovo tutta la traccia".

Ma ora, è tempo di recuperare le forze. Panzeri resterà al base per qualche giorno, poi non appena le previsioni chiameranno una finestra di bel tempo, si riorganizzerà per la nuova salita.

Sara Sottocornola

Photo E. Viesturs courtesy of SummitPost.org. Video I.Ochoa courtesy YouTube.

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