Alpinismo

Antelao, trovato morto Giuliano De Marchi

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Updated BELLUNO — Lo hanno trovato in fondo ad un canalone, con le pelli ancora attaccate agli sci e una mortale ferita al capo. Si sono concluse con questo tragico ritrovamento le ricerche di Giuliano De Marchi, disperso sull’Antelao da venerdì pomeriggio. Il medico e alpinista bellunese, celebre per diverse imprese tra cui la traversata del McKinley nel 2007 e la spedizione K2 2004 di cui era stato vice capospedizione, pare sia morto per una accidentale quanto tragica scivolata durante la salita in vetta.

De Marchi, 62 anni, era partito venerdì mattina per un’escursione sul “Re delle Dolomiti”, montagna di 3.264 metri nella zona di Cadore. In serata, però, non ha fatto rientro a casa e la famiglia ha dato l’allarme al soccorso alpino.

I soccorritori hanno ritrovato poco dopo la sua auto parcheggiata nei pressi del Rifugio Scotter, che sorge a 1580 metri sopra San Vito di Cadore. E già quella notte lo hanno cercato assiduamente. Una squadra del Soccorso alpino ha ripercorso la via normale, rischiando tra l’altro la vita per temporali e valanghe: nei pressi del bivacco Cosi, alcuni uomini del soccorso sono stati anche coinvolti nella caduta di un fulmine. Per fortuna l’incidente non ha avuto conseguenze e la squadra è rientrata incolume alla base, alle due e mezza di notte. Purtroppo, però, senza aver trovato nessuna traccia di De Marchi.

Ieri mattina all’alba i soccorsi sono ripresi con l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore, che è riuscito a portare in quota un folto di soccorso prima che il tempo peggiorasse sensibilmente. Ma anche le ricerche di ieri, sospese poi per maltempo, non hanno dato alcun frutto.

Secondo quanto riferito da fonti locali, i carabinieri di Cortina e di Pieve di Cadore nel frattempo hanno acquisito le tracce lasciate dai segnali del cellulare di De Marchi il giorno della scomparsa. Questa tecnica, usata per la prima volta nel soccorso in montagna, avrebbe individuato il passaggio dell’alpinista nella cella del Monte Tudaio.

Con queste indicazioni in mano, stamattina i soccorritori sono ripartiti verso la montagna per un’ultima perlustrazione. Poche ore dopo, l’avvistamento dall’elicottero: il corpo dell’alpinista senza vita, secondo quanto rifetito dal Soccorso Alpino di Belluno, era “bloccato tra la roccia e la neve in un crepaccio del canalino Lindemann, a circa 2.400 metri di quota, sopra forcella Piccolain fondo ad un canalone”.

De Marchi, stimato urologo dell’ospedale civico di Belluno dove lavora da trent’anni, Accademico del Cai e socio fondatore di Mountain Wilderness, ha scalato e aperto centinaia di nuove vie sulle Alpi e salito tre ottomila. Nel 2004, al K2, aveva diretto la spedizione K2 2004 come capospedizione vicario quando Agostino Da Polenza aveva dovuto rientrare in Italia per la grave situazione di salute della moglie.

De Marchi è stato protagonista anche due prime salite in Karakorum, di prime invernali e della prima traversata italiana da nord a sud del McKinley, compiuta nel 2007 con Michele Barbiero, salendo dalla West Buttress.

De Marchi: intervista da K2 2004

Giuliano, medico con il cuore sulla montagna

Sara Sottocornola

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