Alpinismo

Mondinelli, colazione con Gerlinde e Ralf

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OBUCHE, Nepal — "Ciao Gerlinde, ciao Ralf, complimenti a tutti e due!". "Grazie Gnaro, ma i complimenti vanno a te: due volte a ottomila metri nel giro di 3 giorni, a lavorare! Come hai fatto?". "Sono italiano io, mica tedesco…" e si scioglie in una risata tutta la fatica compiuta nei giorni scorsi sulle pendici della montagna più alta del mondo, dove tutti e tre – Silvio Mondinelli, Gerlinde Kaltenbrunner e il marito Ralf Dujmovitz – hanno concluso con successo la missione per cui erano partiti.

E’ tempo di festeggiamenti al campo base dell’Everest, dove nei giorni scorsi decine e decine di persone hanno realizzato il sogno di salire la montagna più alta del mondo. Ma i risultati più belli, almeno quest’anno, sembrano essere stati raggiunti altrove, anche se molto vicino.

C’è la vetta del Lhotse, dove la Kaltenbrunner ha salito il suo dodicesimo ottomila senza ossigeno insieme al marito Ralf che con questa cima ha completato l’einplain sui 14 ottomila della terra. E c’è lo straordinario lavoro scientifico compiuto da Mondinelli a Colle Sud, che unisce l’alpinismo alla scienza. Tutte e tre le salite sono state compiute senza ossigeno.

Tornato la mattina dopo al campo base, Mondinelli si è giusto preso il tempo di sistemarsi e pepararsi per la partenza, poi si è subito diretto nelle tende degli amici per festeggiare.

"Sono andato da loro a far colazione – racconta Mondinelli -. Ralf era al settimo cielo, e Gerlinde anche. Io ho bevuto solo birra ma loro mangiavano qualsiasi cosa, soprattutto Ralf: ha ragione, sono 14 vanno festeggiati bene! Avevano la torta, biscotti, salatini, il caffè della moka…  Sono contento per loro… Lei è molto dolce, mi piace perchè non è competitiva per niente. Era molto dispiaciuta per Edurne, per i problemi in discesa sul Kanghche. Sono proprio una bella coppia".

E così via di brindisi, scherzi e risate. Dopo la festicciola, Mondinelli è subito partito per la Piramide dove è rimasto per una giornata prima di riprendere il trekking verso Kathmandu, lungo la Valle del Khumbu.

"Sono arrivato presto da campo 2 – racconta Mondinelli -. Al base mi sono cambiato, ho fatto la barba sono partito subito. Mi faceva lo stesso effetto dell’anno scorso: il mondo che non c’è ha già iniziato ad essere smantellato. Tutti facevano le valigie e uno dopo l’altro se ne andavano. Troppa malinconia, meglio partire subito".

Sara Sottocornola

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