Alpinismo
Urubko in cima: via nuova e 14 ottomila
KATHMANDU, Nepal — Quattordici! Denis Urubko ha conquistato il suo 14esimo ottomila senza ossigeno, aprendo una via nuova in stile alpino sulla parete sud est del Cho Oyu. Il fuoriclasse kazako, insieme al connazionale Boris Dedeshko, ha vinto la difficile sfida sul colosso nepalese e adesso è già sceso al campo base.
La notizia è di pochi minuti fa e ancora non si conoscono i dettagli della salita. Quello che si sa però è che Denis Urubko è entrato ufficialmente nel novero dei pochi grandi al mondo ad aver scalato tutti i 14 ottomila senza ossigeno. Un nuovo sigillo che si aggiunge a un curriculum già straordinario.
Urubko, che il 29 luglio di quest’anno spegnerà la sua 36esima candelina, ha iniziato la sua corsa agli ottomila nel 2000, quando ha scalato l’Everest dal versante sud. Poi nel 2001 ha intascato il Lhotse, il GI e il GII, quest’ultimo in velocità. L’anno dopo ha toccato la vetta dello Shisha Pangma, la principale e la centrale, poi il Kangchenjunga. E sempre nel 2002 ha vinto la salita in velocità al Peak Lenin, la montagna di 7.134 metri al confine tra Tajikistan e Kyrgyzstan.
Il 2003 è la volta del del Broad Peak, del Nanga Parbat e del primo tentativo al K2. L’anno seguente ha conquistato l’Annapurna e poi di nuovo il Peak Lenin d’inverno.
Nel 2005 ha compiuto la prima salita in stile alpino dell’inviolata parete sud ovest del Broad Peak e ancora nel 2006 ha portato a casa la prima ascensione assoluta della parete nord est del Manaslu.
Nel 2007 ha conquistato in solitaria il Daulaghiri, dove ha rinuciato al tentativo del record di velocità per aiutare Boris Korshunov, in difficoltà sotto campo 3. Soprattutto il 9 agosto è arrivato in vetta al K2 dal versante nord: erano 11 anni che nessuno riusciva a salire da questo lato della montagna.
Nel 2008 ha scalato il Makalu, che quest’anno ha conquistato ancora a febbraio con Simone Moro nella prima salita invernale della storia. E adesso, a distanza di 3 mesi dall’ultima vittoria, arriva anche l’en plein degli ottomila, con l’unico mancante, il Cho Oyu, salito in stile alpino sulla parete sud est e per una via nuova.
Urubko aveva attaccato la montagna con il compagno Boris Dedeshk il 7 maggio, ma poi i movimenti dei due sono rimasti sconosciuti fintanto che non hanno fatto ritorno al campo base, dal momento che non avevano con loro un telefono satellitare. Come previsto quindi, in circa una settimana il duo kazako ha concluso l’eccezionale impresa.
Valentina d’Angella
Foto di repertorio courtesy of lasportiva.com