LHASA, Tibet — Cristina Piolini è al campo base avanzato del versante tibetano dell’Everest. Si avvicina quindi per l’alpinista ossolana, in spedizione con altre 7 persone, il momento di tentare la vetta della montagna più alta del mondo, ultimo sigillo nella corsa alle Seven Summits. Nei prossimi giorni il gruppo salirà a campo 1 per completare l’acclimatamento.
La spedzione è partita il 24 aprile scorso dal campo base tibetano, sul versante nord dell’Everest, per salire al base avanzato, posto a 6.400 metri di quota. Al momento della partenza gli alpinisti hanno avuto alcune discussioni con l’ufficiale cinese posto a controllo della salita: pare infatti che il chilogrammo cinese corrisponda a una misura pari al
mezzo chilo della nostra scala.
Di fatto gli ufficiali hanno quindi richiesto l’utilizzo di altri 16 yak per il trasporto dei materiali, un affare che farebbe entrare nelle casse statali circa 2250 dollari in più.
Cristina Piolini e il suo gruppo, di cui fanno parte anche Antonio e Roberto Pazzaglia e Corrado Parissotti, hanno raggiunto il campo intermedio, posto a 5.700 metri, in 5 ore di cammino, salendo lungo la morena del ghiacciaio Rongbuk. Qui si sono fermati una notte a riposare.
Poi hanno continuato la salita il giorno dopo, il 25 aprile, fino al base avanzato posto a 6.400 metri, dove sono arrivati in 7 ore di marcia. Un percorso spettacolare con guglie di ghiaccio vivo di 25-30 metri e lingue di ghiacio di ghiacciai pensili che si inseriscono sulla morena centrale. Al campo base avanzato rimarranno per un paio di giorni per acclimatarsi, prima di salire a campo 1.
Dopo il successo di Stefano Biffi, diventato lo scorso weekend il sesto italiano ad aver conquistato tutte le Seven Summits, potrebbe essere la volta della Piolini. Se l’alpinista andasse in vetta all’Everest sarebbe infatti la prima italiana a raggiungere il traguardo delle "sette sorelle".
