Scienza e tecnologia

Terremoto: la questione prevedibilità

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L’AQUILA — Si potevano evitare le morti causate dal terremoto in Abruzzo? E’ la domanda che aleggia tra i resti delle macerie. Aleggia nel senso che ancora non è stato dato il via libera ufficiale alla polemica che riguarda la previsione del tecnico Giampaolo Giuliani che una settimana fa aveva preannunciato l’evento, ma già tutti ne parlano abbondantemente. E così abbiamo voluto chiedere un parere all’esperto: Giorgio Poretti, geologo, docente all’Università di Trieste, e membro del Comitato EvK2Cnr.

Professor Poretti i terremoti si possono prevedere oppure no?
Che fosse prevedibile un terremoto nell’area del Gran Sasso è fuori dubbio, visto che è una zona sismica. Di sismi ce ne sono stati e ce ne saranno ancora. Le previsioni però sono solamente di natura statistica. Mi spiego. Per esempio per quel che riguarda il Friuli e l’Himalaya posso affermare che sicuramente in queste aree ci sarà un forte terremoto in futuro, perchè storicamente c’è già stato e il territorio è soggetto. Ma da qui a dirle quando succederà, se tra un mese o un anno o cento, non posso proprio prevederlo.
 
Quindi secondo lei non si possono fare previsioni a breve termine?
Al momento attuale non è possibile, non siamo ancora in grado di prevede i sismi. Nonostante la strumentazione di monitoraggio ascolti costantemente quanto avviene sotto terra, non si può fare la previsione di un terremoto nell’arco di uno settimana. Le faccio un esempio. Anni fa avevano fatto una previsione di questo genere per la Toscana. Avevano messo in allarme tutti e poi non si è verificato niente. O ancora. Nel 1976 ai primi di maggio era uscito un articolo sui giornali italiani che diceva che i cinesi riuscivano a prevedere i terremoti attraverso lo studio dell’acqua nei pozzi. Dopo soli 4 o 5 giorni proprio in Cina si è verificato un terrmoto che ha fatto 350mila morti.
 
Cosa dobbiamo aspettarci per le prossime ore?
Sempre su base statistica sappiamo che dopo un terremoto forte di solito ne vengono tanti leggeri. Però può anche andare diversamente. Per esempio nel ’76 in Friuli dopo il terremoto del 6 maggio ne è venuto un altro molto forte in autunno che ha buttato giù quello che era rimasto su prima. E’ abbastanza raro però, perchè di solito dopo una scossa di grande portata si verificano le cosiddette "aftershocks", delle scosse secondarie come quelle attualmente in corso.
 
 
Valentina d’Angella
 

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