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Nanga Parbat, Gasca esce in libreria prima di Moro

nanga-parbatNe abbiamo parlato, scherzando con il pubblico, al Museo Civico di Storia Naturale di Milano, alla presentazione del libro di Gian Luca Gasca dedicato alla storia, ai personaggi e a lui, il Nanga Parbat.

Non si può negare che l’ispirazione gli sia venuta dalla passata stagione invernale, quando le cronache ed il web si riempivano dei progressi dell’una o dell’altra spedizione.

Ammetto di essermi divertito a scrutare le ambizioni, lecite e genuine, la passione e il disincanto, la rabbia e la determinazione, ma anche i giochetti di potere, le losche strategie sotto la neve, le manipolazioni mediatiche e poi la vittoria. Tutto finisce in gloria. Chi ha vinto era forse il più forte, di certo il più scaltro. Se lo meritava? Sì!

Gasca racconta questa storia in una decina di pagine, ma il grosso della narrazione la dedica alla montagna, alla sua esplorazione e “conquista”, alle vie più belle e ripetute e agli uomini che sono leggenda dell’alpinismo, da Mummery, Buhl, Reinhold Messner, Wielicki, Urubko, fino a Ali Sadpara, ma c’è un piccola storia, una biografia, anche per molti altri.

Gian Luca si definisce viandante e appassionato ricercatore della cultura di montagna e dell’alpinismo. Cimentarsi con la storia e la vita del Nanga è cosa che richiede una dose di coraggio e di incoscienza: la montagna è di quelle mitiche e i suoi protagonisti alpinistici spesso monumentali. Di certo non sono inoltre mancate le polemiche, anche aspre e dolorose: basti pensare a quelle dei fratelli Messner.

Il libro è una buona occasione per sapere molto di tutto questo, per capire che sul Nanga Parbat la storia dell’alpinismo ha lasciato un grande segno, per appassionarsi a queste imprese, a queste terre e genti, che hanno carattere e dignità pari a quello del grande Nanga.

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