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Alpi: i ghiacciai cambiano le frontiere

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ROMA — I ghiacciai si ritirano, modificando i crinali delle Alpi. Un fenomeno che ha conseguenze ambientali ben note, ma anche concreti risvolti politici: i confini tra gli Stati vanno rivisti. Italia e Svizzera sono già al lavoro, con delle proposte di legge e delle commissioni tecniche incaricate di valutare l’effettivo cambiamento delle montagne di confine.

Gli attuali confini tra Italia e Svizzera erano stati disegnati oltre un secolo fa con l’Unità d’Italia. In molti punti, seguivano la linea delle cosiddette "displuviali", ossia i crinali che fanno da spartiacque tra due valli o bacini idrografici. In altre parole, si tratta delle linee che determinano la discesa delle acque da una parte o dall’altra di una montagna.

In alta quota, le displuviali sono disegnate dal ghiacciaio che, se perde massa, cambia conformazione spostando i crinali che prima, sulle carte, identificavano la frontiera. E che ora non corrispondono più. Per questo motivo, da qualche mese, i parlamenti italiano e svizzero stanno lavorando alla ridefinizione delle cartine politiche.

In Italia, la proposta di legge è presentata da Franco Narducci, deputato del partito democratico. La commissione tecnica che si occupa del caso è invece diretta da Carlo Colella, comandante dell’Istituto Geografico Militare.  

"Abbiamo verificato – ha detto Colella alla stampa – che sul Plateau Rosà del Monte Cervino, sul Monte Rosa, e sul Pizzo Bernina il ghiaccio è calato molto. Con la Svizzera i confini non erano praticamente mai stati cambiati dal 1861, ma adesso sembra tutto in movimento e qualche modifica dovrà essere apportata. Dove il confine era sulla displuviale del ghiacciaio, infatti, si registrano spostamenti anche di alcune decine di metri".

Pochi giorni fa il ministro degli Esteri Franco Frattini ha proposto al Parlamento la creazione di una commissione mista, italo svizzera, per la rettifica dei confini ufficiali.
 

Sara Sottocornola

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