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Immortalato lo scioglimento dei ghiacci

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ASPEN, Usa — Ghiacciai che crollano, iceberg alla deriva, fiumi che si ingrossano e lingue glaciali che si ritirano. Sono straordinarie sequenze d’immagini quelle immortalate da James Balog e dai suoi collaboratori, che hanno inziato un programma di monitoraggio delle masse glaciali in diversi angoli del mondo per raccogliere le prove dei cambiamenti climatici. Vedere per credere.

E’ necessario diventare tutti testimoni oculari del ritiro dei ghiacci sulla Terra. Solo osservando con i propri occhi le prove visibili del disastro che sta succedendo, le autorità internazionali e l’opinione pubblica potranno davvero convincersi ad agire per la salvaguardia dell’ambiente artico e alpino.

Questo l’obiettivo di "Extreme Ice Survey", il progetto avviato dal fotografo naturalista James Balog nel 2006, dopo alcuni servizi svolti per il National Geographic. Balog ha costruito un team di ingegneri, ricercatori, fotografi internazionali, ed è riuscito ad avviare quello che è considerato il più diffuso sistema di monitoraggio fotografico dei ghiacciai del mondo.

Nell’ambito di Eis, sono state installate 27 macchine fotografiche e alcune telecamere in 15 diversi ghiacciai tra Alaska, Alpi, Islanda, Groenlandia e Montagne Rocciose. Gli apparecchi, controllati via satellite e con delle spedizioni in loco, scatteranno una foto ogni ora e alla fine verrà prodotto un filmato che testimonia il processo di scioglimento dei ghiacciai.

Secondo le previsioni, il monitoraggio di Eis potrebbe proseguire fino al 2014. Ma nel frattempo, Balog e compagni presenteranno i risultati del loro lavoro man mano che li avranno in mano. A fine marzo, per esempio, i primi video di Eis saranno proiettati al Forum sull’ambiente dell’Aspen Institute, in America. Qui in calce, il primo video del progetto.
 

 

Sara Sottocornola

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