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Allarme insetticidi: troppi sulle Alpi

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BERNA, Svizzera — Troppi insetticidi sulle immacolate nevi delle Alpi. Questo l’allarme lanciato dai ricercatori del progetto europeo Monarpop, che hanno analizzato la distribuzione altimetrica degli inquinanti organici persistenti, definiti "Pop", e hanno scoperto che le Alpi sono il luogo dove la loro concentrazione è in assoluto più alta.

Il "Pop" più famoso è probabilmente il Ddt, ma la categoria comprende molti altri tipi di inquinanti, tra i quali figurano insetticidi e prodotti chimici industriali. Si tratta di sostanze inquinanti difficilmente degradabili, che persistono a lungo nell’ambiente e finiscono nella catena alimentare, provocando nel lungo termine danni alla salute come cancro, danni al sistema endocrino, anormalità riproduttive, e disordini neurologici.

Una dozzina di queste sostanze è ormai proibita in quasi tutti gli stati, ma la loro presenza nel terreno e nell’atmosfera è costantemente monitorata. A livello europeo, se ne occupa il progetto Monarpop, avviato dall’Ue con Austria, Germania, Italia, Slovenia e Svizzera: i ricercatori campionano in modo periodico circa 40 siti alpini remoti, a diverse quote, e con le analisi tentano di stabilire sia la quantità che la provenienza delle sostanze inquinanti.  

Gli ultimi rilevamenti scientifici – rivolti ad identificare la presenza di una trentina di Pop nell’aria, nel suolo e negli aghi di conifera – hanno mostrato una concentrazione sorprendentemente elevata di queste sostanze sulle Alpi. Il rapporto parla di livelli di Ddt ben dieci volte superiori a quelli riscontrati nei fondovalle.

Le ragioni di questi dati sono allo studio, ma con ogni probabilità una delle principali motivazioni è l’effetto barriera della catena alpina, che tende ad "intercettare" gli inquinanti presenti nell’atmosfera, che poi si depositano alta quota. Secondo i ricercatori, inoltre, le aree fredde d’alta quota sarebbero un luogo particolarmente adatto per l’accumulo di queste sostanze.

"A basse temperature le particelle inquinanti rimangono più facilmente incollate alla vegetazione e al suolo – ha spiegato Norbert Kräuchi dell’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio a Swissinfo -. Inoltre in montagna le precipitazioni sono mediamente più abbondanti che nelle zone di pianura. Si tratta spesso di inquinanti che provengono da migliaia di chilometri di distanza. Le soluzioni al problema, quindi, vanno ricercate a livello internazionale".
 

Sara Sottocornola

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