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Leopardo delle nevi: è allarme habitat

La già precaria situazione del leopardo delle nevi (Panthera uncia) potrebbe essere peggiore di quanto pensiamo: recentemente, uno studio della Berkeley University, pubblicato sulla rivista Biological Conservation, ha dichiarato che entro il 2070 solo un terzo dell’areale del felino tibetano potrebbe resistere agli effetti del riscaldamento globale.

I ricercatori hanno analizzato l’impatto dei cambiamenti climatici sul Tetto del Mondo dall’ultima era glaciale, risalente a 21mila anni fa, fino ai nostri giorni; una volta ricostruito il modello dell’habitat e proiettatolo nel 2070, le analisi hanno mostrato che erano tre le zone ad aver resistito meglio: gli Altai, i monti Qilian e un ampio territorio compreso tra i gruppi del Tien Shan, del Pamir e dell’Hindu Kush.

Questi potrebbero essere i luoghi dove il leopardo delle nevi andrebbe a rifugiarsi, pagando, tuttavia, un prezzo altissimo in termini di adattamento: la ricerca, infatti, ipotizza che l’82% della popolazione in Nepal e l’85% in Bhutan sia destinata all’estinzione.

E non solo i leopardi: tra flora e fauna, sono numerose le specie a rischio nel plateau tibetano, che si sta riscaldando con una velocità doppia rispetto all’emisfero boreale.

“Affrontare e superare questa sfida, ora, è un imperativo per il leopardo delle nevi” ha affermato Juan Li, membro del laboratorio del professor Steven Beissinger, professore di Biologia della Conservazione dell’ateneo californiano. Essendo carnivori, i leopardi delle nevi si trovano al vertice della catena alimentare e la loro scomparsa comporterebbe uno squilibrio nell’ecosistema.

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