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In viaggio sugli Appennini: “Alla ricerca di montagne dimenticate e storie da raccontare”

DSC_0143ALTARE, Savona — Gian Luca Gasca partirà mercoledì 5 ottobre per un viaggio attraverso l’Appennino. Il suo obiettivo non è quello di scalarne le vette, ma di andare alla ricerca di storie da raccontare, montagne da visitare e luoghi con significati particolari, muovendosi a piedi e coi mezzi pubblici. Gian Luca racconterà su Montagna.TV la sua avventura: sarà un reportage su luoghi, cultura e storia d’Appennino al cui interno si parlerà ovviamente anche di alpinismo. “Quello di chi davvero ha fatto qualcosa in Appennino”, precisa Gasca. “Questo viaggio può essere una buona occasione per scoprire non solo la natura appenninica, ma anche un pezzo di cultura italiana. In fondo siamo un Paese prevalentemente montuoso e la nostra storia e strettamente legata a quella delle montagne”.

Ma da dove nasce l’idea di questo viaggio? “Il viaggio lungo gli Appennini nasce come prosecuzione della traversata dell’anno scorso. Occasione nella quale ho percorso le Alpi da Trieste a Nizza alla ricerca di storie di vita, tradizioni e grande alpinismo del passato. Ho tante idee su tanti viaggi che si possono fare per raccontare aspetti di montagne e catene montuose poco conosciute. L’Appennino è però stata la mia prima scelta per proseguire i miei viaggi dopo le Alpi. A suggerirlo è forse stato un punto vicino a Nizza, dove ho finito la traversata, da cui si vede la catena appenninica”.

DSC_0120“Il percorso andrà dal Colle di Cadibona, il punto geografico in cui inizia la catena (quello geologico è più a est, vicino Genova), mentre le Madonie sono il punto in cui finisce l’Appennino Siculo e con lui la catena appenninica. Ho scelto il percorso più completo, quello che mi permettesse di conoscere più a fondo queste montagne spesso troppo ignorate rispetto alle sorelle alpine”.
La preparazione ha previsto “carta geografica, qualche telefonata e annotazioni su luoghi particolari e storie interessanti. Sulle Alpi avevo organizzato tutto nei minimi dettagli: tempi, luoghi, appuntamenti. Nel giro di due giorni è saltato tutto il programma. Questa volta ho preferito evitare di programmare troppo. Voglio essere libero di modificare il viaggio come voglio per poter andare in posti che mi vengono suggeriti e a cui non ho pensato, oppure fermarmi più o meno tempo nei centri che toccherò”.

DSC_0175Con sè, Gian Luca avrà zaino, sacco a pelo, scarponi… “Ma non credo sia il caso di star qui a fare un elenco di materiali ovvi”, sottolinea. “Principalmente sarà un viaggio tranquillo, un percorso fatto con poche cose fondamentali. Non vado in territori desolati e privi di forme antropiche, se ho bisogno di qualcosa ci sono negozi e supermercati. Porterò con me computer, cellulare… Quella che hanno tutti. Non mi serve un satellitare o altro. In Italia il segnale arriva più o meno ovunque. In più non sto andando a compiere un’impresa. È un viaggio per scoprire un pezzo di storia e cultura. Mi appoggerò ad alberghi, rifugi, ostelli, case di privati. Molti dei miei contatti mi hanno aperto le porte di casa loro invitandomi nei loro paesi per farmi scoprire e raccontare la loro realtà e le loro montagne. Mi basta avere le attrezzature di base per poter raccontare il viaggio in diretta”.

L’obiettivo principale di questo viaggio è raccontare la storia di montagne troppo spesso emarginate. “In più io arrivo dalle Alpi e non conosco quasi l’Appennino, se si tolgono il Gran Sasso e la Pietra di Bismantova ci sono pochi altri punti che sono in grado di riconoscere. Tutto il resto sono un ammasso di colli e borghi che ho sempre sfiorato mentre attraversavo la catena in autostrada o con l’alta velocità. Questa volta invece non voglio “attraversare” gli Appennini, li voglio “percorrere”. Già solo guardando una cartina ci si rende conto del mondo che nascondono queste montagne. Ci sono toponimi che rimandano a culture preromane a storie sacre degne degli esotici templi himalayani. C’è poi l’alpinismo appenninico. Un movimento spesso silenzioso (di cui si parla poco) che voglio scoprire ricercando storie e testimonianze particolari. In Appennino, come sulle Alpi, ci sono persone che fanno cose straordinarie in montagna ma ovviamente spesso non sono quelle di cui leggiamo sui giornali”.

Gasca non è nuovo a queste esperienze: “Come detto poco sopra, l’anno scorso ho percorso le Alpi”, spiega. Quel viaggio è stata la mia prima esperienza pubblicizzata e raccontata in pubblico (ora è diventato un libro, “54 giorni nel cuore delle Alpi, edito da Fusta). Dopodiché sono stato nelle Highlands in inverno ma un incidente stupido mi ha costretto a rientrare. Negli ultimi sei mesi invece mi sono dedicato alla scrittura del mio primo libro come storico di alpinismo. Un bel libro che uscirà mentre io sono in viaggio (“Nanga Parbat. La montagna leggendaria”, edito da AlpineStudio ndr)”.

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