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E' polemica ai mondiali in Val d'Isere

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VAL D’ISERE, Francia — Piste troppo pericolose. Questa l’accusa sollevata dai discesisti impegnati nelle gare del Mondiale di sci alpino in Val d’Isere. Lo ha detto ieri senza mezzi termini l’azzurro Peter Fill: "La prova odierna di discesa non si doveva fare: troppo pericolosa con cielo coperto e visibilità scarsa oltre a raffiche di vento. Ma si pensa più all’organizzazione che alla sicurezza degli atleti"

Che le piste della Val d’Isere fossero difficili e molto pendenti lo si sapeva già prima dell’inizio del mondiale, ma la polemica scoppia adesso, perchè il maltempo ha reso tutto ancora più complesso e rischioso. Lo dimostrano bene i risultati delle prove di discesa di ieri.
 
Sono tornati a casa la svedese Jessica Lindell-Vikarby, con i legamenti di un ginocchio rotti e la stagione ormai finita, e Andreas Strobl, già ripartito per la Germania dopo una forte colpo al ginocchio. Hanno rischiato grosso poi la tedesca Maria Riesch, l’azzurra Nadia Fanchini, e l’americano Ted Ligety.
 
E anche chi è non è incorso in incidenti non esita a puntare il dito contro gli organizzatori dei mondiali, per una situazione che pare assolutamente al di là dell’accettabile. E’ Peter Fill a parlare, se non per tutti, sicuramente per molti. "La prova odierna di discesa non si doveva fare – ha dichiarato l’italiano medaglia d’argento nella gara di superG -: troppo pericolosa. Ma si pensa più all’organizzazione che alla sicurezza degli atleti".
 
Le condizioni di cui parla Fill, oltre alle caratteristiche stesse delle piste, riguardano il meteo. Cielo coperto, scarsissima visibilità e forti raffiche di vento. Senza contare il ghiaccio in pista, che, combinato alla forte pendenza, crea un mix davvero pericoloso.
 
Le due montagne su cui si svolgono le gare si trovano l’una di fronte all’altra e presentano forti pendenze. A destra c’è la Bellevarde degli uomini, con un tracciato di discesa di 2.988 metri, 959 di dislivello e pendenza massima del 70 per cento. A sinistra invece il monte Solaise delle donne, con 2.227 metri di lunghezza, 691 di dislivello e pendenza massima del 53 per cento. Per permettere di scendere da queste piste gli organizzatori hanno inserito porte per far girare il tracciato, costringendo così gli atleti a frenare per non prendere velocità pazzesche.
 
 
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Valentina d’Angella

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