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Soccorsa stremata a 12 anni sul Monte Bianco

Salire sul Monte Bianco partendo dall’ Aiguille du Midi 3842 metri, dove arriva la funivia più alta d’Europa, attraverso il Mont Blanc du Tacul 4248, il Mont Maudit e infine la vetta è un percorso veramente lungo. Ci vanno un otto ore in salita e quattro in discesa.

Una ragazzina di 12 anni con i genitori, giunti fin qui dalla Lettonia, quando è arrivata sul Mont Blanc de Tacul non ce l’ha proprio fatta più, così è stato chiamato il soccorso e l’elicottero della Gendarmeria di Chamonix che l’ha recuperata. Ai genitori arriverà il conto dell’intervento dell’elicottero e alla ragazzina rimarrà il ricordo di una sgradevole avventura, per fortuna a lieto fine.

Sempre più le nostre montagne sono prese d’assalto da frotte di turisti fai da te, provenienti da contrade dove la cultura montanara, per non parlare della tecnica, sono totalmente estranee.

Il presidente della Commissione Centrale Alpinismo Giovanile, Diego Leofante, insorge contro il comportamento sconsiderato dei genitori che hanno messo a repentaglio la salute e anche la vita della figlia. La traversata per raggiungere il Monte Bianco è un obbiettivo impegnativo anche per un adulto “Che necessita di una preparazione accurata e anche di una certa esperienza. Nessun corso di alpinismo giovanile del CAI porta i ragazzini di quell’età al Bianco”.

La scelta degli obbiettivi della vacanza, in montagna in particolare, deve essere correlata all’età e al grado di preparazione e allenamento, soprattutto quando si tratta di bambini e adolescenti. Mai esagerare.

La montagna va raccontata e spiegata agli adolescenti, certo ci sono le imprese fatte da skyrunning che in tempi sbalorditivi salgono e scendono proprio dal Monte Bianco, ci sono ragazzini che ormai arrampicano su difficoltà elevatissime, che possono innescare meccanismi emulativi, o più stupidamente di sottovalutazione, soprattutto da parte degli adulti, di quanta costanza, sudore e fatica servano per arrivare a quei livelli. L’approccio deve essere invece consapevole, divertente e progressivo e se si vuol fare qualcosa in più è bene affidarsi alla Guide Alpine o all’organizzazione locale di gite collettive ed escursioni. Ce ne sono di tutti i tipi.

Altro grandissimo problema la sottovalutazione del pericolo, da parte di adulti ovviamente, talvolta accompagnati da ragazzi.

Ci è capitato di vedere l’inverno scorso una famiglia di orientali, abbigliati da città e del tutto fuori contesto e senza la minima capacità tecnica e nemmeno cognitiva, salire verso il Monte Bianco, più precisamente la Tete Rouge, superando dei conoidi di piccole valanghe su cui scivolare e precipitare per centinaia di metri sarebbe stato oltremodo facile. Nemmeno un’energica “raccomandazione” li fece desistere dall’intento di salire in alto.

La montagna rimane un ambiente difficile e talvolta pericoloso, dirlo fa fatica, ma è la verità. Va salita e visitata, con attenzione e preparazione, anche nelle gite più facili. La consapevolezza della propria capacità e “prestazione” aumenta il piacere del trovarsi in un ambiente naturale meraviglioso.

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