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Jerzy Kukuczka: 14 ottomila per 8 vie nuove e 4 prime invernali

Stefano Bardi commenta su Facebook: “Non tutte le invernali di Jerzy sono state fatte completamente in inverno, Inoltre in una delle 4 invernali del polacco, è arrivato 3 giorni dopo alla prima invernale”.

Se dobbiamo sofisticare sulle regole (ma l’alpinismo non ha regole ci vien ripetuto incessantemente da autorevoli fonti) proviamoci.

La spedizione al Kanchenjunga di Jerzy iniziò prima del 21 dicembre. Vero. Ma allora era    considerata come invernale la data di arrivo in vetta, entro il periodo invernale. Fu Simone Moro a insistere, in polemica con Christophe Lafaille in occasione della sua salita dello Shisha Pagma che effettuò l’11 dicembre del 2004 e che voleva far considerare invernale, affinché la data dell’inizio di un’invernale fosse posteriore al 21 dicembre, partendo dal campo base. Regola assolutamente condivisibile.  Ma questo avvenne parecchi anni dopo le salite di Jerzy e dei suoi compagni e le regole non dovrebbero essere invocate come retroattive.

Kukuczka arrivò in vetta in inverno nel 1985 al Dhaulagiri, il 21 gennaio; sempre nell’85 salì in cima al Cho Oyu il 15 febbraio per una via nuova (si! Due invernali in due mesi); nell’86 al Kanchenjunga l’11 gennaio; nell’87 all’Annapurna il 3 febbraio. Difficile sostenere che non fosse inverno.

E dunque ci permettiamo, anche in onore alla formidabile storia di alpinistica e umana di Jerzy Kukuczka e dei suoi compagni di spedizione di allora, di ritenere storicamente queste quattro salite prime invernali.

Riguardo poi alla salita al Cho Oyu, Kukuczka arrivò in cima tre giorni dopo i suoi compagni di spedizione, Maciej Berbeka e Maciej Pawlikowski, vero che arrivò in ritardo al campo base perché prima, con il permesso del suo capo spedizione, se ne era andato in vetta al Dhaulagiri. Ma la salita in vetta e il riconoscimento di prima salita o prima invernale spetta alla spedizione e a tutti gli alpinisti che arrivano in vetta con quella spedizione, poco importa se nello stesso giorno o in quelli successivi.

Se però si volesse far valere la regola che è solo il primo in assoluto ad arrivare in vetta a essere riconosciuto come primo salitore invernale o anche estivo, tutt’al più i sui compagni di cordata e spedizione che salgono con lui, allora sarebbe difficile riconoscere ad altri alpinisti che raggiungo la vetta dopo un’ora o due dal primo, ma di altra spedizione, lo stesso riconoscimento di primi salitori.

Ma stavamo parlando di Jerzy Kukuczka, un grande dell’alpinismo, che nonostante in vita fosse poco portato per il marketing e la ribalta, meriterebbe d’essere conosciuto e rivalutato per i suoi 14 ottomila in 8 anni, per le otto vie nuove aperte per arrivare in vetta e per le quattro prime invernali.

 

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