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K2: campo tre, 7330 m. Giochi pericolosi

Scusate se insistiamo con il K2, ieri abbiamo scritto che attorno a quella montagna c’è puzza di “Aria Sottile”, riportando e commentando quanto sta circolando in rete riguardo le strategie e l’operatività delle principali spedizioni commerciali e non, che proprio sul K2 stanno operando.

Ci sono alcune questioni che lasciamo alla curiosità e interpretazione alpinistica ormai estiva.

La prima riguarda le 122 persone che sono al campo base (qualcuno per la verità ha già preso la via del ritorno) e la loro preparazione alpinistica. La domanda è: quante di queste sarebbero in grado di salire e scendere autonomamente dal K2 supponendo un periodo sufficiente di bel tempo per farlo? La seconda domanda è conseguente e uguale e considera un peggioramento meteo nella giornata di vetta.

Io credo che alla prima domanda possiamo rispondere con un generico, pochi, il 15%. Per la seconda risposta mi affido alla clemenza della montagna. A volte generosa quanto l’incosciente arroganza di chi la sale.

Ma l’unione fa la forza e le spedizioni commerciali ora sono sulla montagna, necessariamente tutte e tutti insieme visto che il percorso è uno e che i campi, almeno il primo e il secondo, hanno poco spazio per le tende. Fortuna che il campo tre e l’ultimo, quello sulla spalla, sono molto ampi, ma lì le tende e l’attrezzatura devono essere trasportati, ed è dura.

Al CB prima del tentativo di vetta si spiega ai clienti come indossare correttamente la maschera d’ossigeno. Photo Kobler&Partner

Le spedizioni commerciali di Kobler, Madison e Seven Summit, che assommano tra clienti, sherpa e portatori d’alta quota pakistani una ottantina di persone, hanno raggiunto campo tre a 7350 metri (gli sherpa e i portatori) e hanno in animo di fare un tentativo attorno al 20 luglio, tempo permettendo. Statisticamente dal 20 a fine luglio è il periodo più propizio. Dicono che porteranno sulla montagna almeno 200 bombole di ossigeno che verrà utilizzato a partire da campo 2. Le riporteranno indietro?

Ogni settimana in più di esposizione alla quota non potrà peraltro che far bene all’acclimatazione, oggi scarsa.

I polacchi di Jerzy Natkański, che stanno preparandosi e preparando anche la salita per il tentativo della prima invernale, attendono e qualche altro “saggio” alpinista pare non aver fretta per il suo tentativo.

Tutti gli altri spingono perché i permessi scadono a breve, ma anche perché ogni giorno sulla montagna costa e ogni giorno in meno di spedizione è un bel risparmio per gli organizzatori commerciali.

C’è poi la questione degli ingorghi e rallentamenti nei luoghi “canonici”. Il “Camino Bill”, prima di arrivare a campo due, ma qui si è relativamente in basso e al di là della pazienza infinita e del freddo in caso di cattivo tempo i rischi sono relativamente pochi. È il “Collo di Bottiglia” la bestia nera del K2. Lassù oltre campo 4, che per il tentativo finale si lascia tra le 2 e le 3 di notte, salendo sotto l’enorme seracco che incombe minaccioso per ore sulla testa degli alpinisti che prima lo puntano dritto fino a 8000 metri, poi lo attraversano sotto, verso sinistra, per 150 metri, su terreno che a seconda degli anni e dello stato dell’innevamento può essere di ghiaccio e misto oppure di neve. Lì tutti si infilano, tutti rimangono per ore in attesa che i primi, ormai solitamente sherpa, traccino e attrezzino la via, per poi lentissimamente sfilare verso l’alto, mentre le ore possano inesorabili e l’ossigeno si consuma. Ma la vetta è la “vittoria” , non la salvezza.

Lo dimostra l’esito drammatico della salita in vetta del 1 e 2 agosto del 2008, quando il crollo del grande seracco sopra il traverso mentre nottetempo gli alpinisti, molto in ritardo, scendevano, provocò 11 morti; Marco Confortola si salvò portando soccorso ad alcuni compagni di sventura e pagando il suo K2 con la perdita delle dita dei piedi. Lo dimostra la morte nel 1986 dei coniugi Barrard e degli altri alpinisti di altissimo livello di cui abbiamo raccontato nei giorni scorsi la storia su queste pagine con l’articolo “K2 1986: l’annus orribilis”.

Ora cosa accadrà quest’anno quando un centinaio di persone partiranno, approfittando tutti insieme da campo 4, nessuno investe molti soldi e fatica per rinunciare alla prima possibilità di vetta che si presenta, è difficile dirlo, ma fa paura, forse più del k2.

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