Alpinismo

Tashi e Nungshi, le gemelle che sfidano le tradizioni

Tashi, che in tibetano vuol dire buona fortuna, e Nungshi Malik, il cui nome significa amore in manipuri, sono due sorelle gemelle straordinarie. A 23 anni hanno completato l’Explorers Grand Slam, una sfida che consiste nel raggiungere il polo nord ed il polo sud e salire tutte le Seven Summits, diventando le prime indiane, ma anche le prime asiatiche del sud e le più giovani a raggiungere questo obiettivo.

Iniziamo dal principio. Come è nata la vostra passione per la montagna?

Tashi: “Siamo state iniziate a questo sport poco dopo aver finito la scuola alla fine del 2009, quando avevamo 18 anni. Papà, che è un fervido sostenitore dello sviluppo dell’intera personalità e del vivere olistico, ci convinse che esporre se stessi ai pericoli fisici ed a situazioni di sfida era un passo fondamentale per la consapevolezza di sé e lo sviluppo di certe qualità relative alla leadership”.

Nungshi: “Quella che era iniziata come un’esposizione una tantum per lo sviluppo della personalità ha fatto uscire la nostra più profonda passione! Dopo aver seguito il corso di alpinismo base nel 2010, abbiamo completato tutti i corsi successivi: avanzato; ricerca e salvataggio e quello per diventare istruttore qualificato. Poche donne in India sono in grado di ottenere questa qualifica. Durante lo stesso periodo, abbiamo anche completato un corso di sci in Kashmir.”

Immagino che non molte ragazze in India abbiano questa passione. È stato difficile coltivarla essendo due ragazze?

Tashi: “Hai ragione. Anche nel ‘mondo sviluppato”’le donne sono solo circa il 30% degli scalatori e alpinisti. Anche se la nuova generazione di ragazze in India è ambiziosa, sicura di sé e non ha paura di sognare in grande, specialmente nelle città, le ragazze nell’India rurale (e, solo per ricordare, l’India è ancora circa il 70% rurale!) sono estremamente vincolate da limiti socio-culturali e dalle discriminazioni di genere”.

Nungshi: “Alpinismo e ragazze? Oh no, l’alpinismo è un’attività all’aperto ed è anche raro che lo pratichino i ragazzi, dimentica le ragazze! Noi non siamo una nazione amante delle attività all’aperto. L’avventura e l’alpinismo non sono considerati una carriera che vale la pena perseguire. Finora tali attività erano per lo più limitate alle forze di sicurezza, alla polizia, ai cadetti. Quindi sì, abbiamo dovuto affrontare innumerevoli ostacoli di genere fin da quando abbiamo dichiarato la nostra intenzione di continuare con l’alpinismo. L’unico sostegno che abbiamo ricevuto è stato quello di nostro padre: se anche lui avesse detto ‘no’, quella sarebbe stata la fine del nostro sogno alpinistico”.

Tashi: “Ci sono naturalmente paure legate alla tradizione per quanto riguarda le ragazze che fanno cose simili. ‘Se le ragazze si rompono o perdono un arto, chi le sposerà?’, ‘l’arrampicata non è un’attività rispettabile per delle ragazze istruite’, ‘non essere pazzo, la gente riderà quando sentirà che dopo una così buona scolarizzazione le gemelle scalano solo montagne’, ‘ragazze che arrampicano? nessuno le sposerà!’. Queste erano il genere di paure che amici, colleghi ed anziani mettevano in mente ai nostri genitori, cercando di scoraggiare anche noi. In principio la maggior parte delle persone era atterrita, molti erano sarcastici e i loro ‘buoni consigli’ avevano solo lo scopo di creare paura piuttosto che fiducia nel nostro sogno. ‘Ti rendi conto che sei una ragazza?’ Un simile viaggio per una ragazza, in particolare in una società come la nostra, è pieno di sfide uniche e ci sono ostacoli a vari livelli. Poi c’è  il rischio relativo alla vita ed all’incolumità fisica, che per le ragazze desta maggiore preoccupazione per i genitori. Inoltre l’alpinismo è dominato dagli uomini e viaggiare da sole in montagne remote, trascorrere giorni e settimane in compagnia di uomini, spesso condividendo spazi limitati nelle tende, ha i propri rischi e pericoli”.

Come è nata l’idea di scalare l’Everest?

Tashi: “Durante i corsi di alpinismo gli istruttori sono stati molto colpiti dalla nostra grinta e motivazione. Spesso ci hanno detto ‘voi due dovreste scalare l’Everest’ ed hanno iniziato scherzosamente a chiamarci le gemelle dell’Everest. Questo ha seminato il pensiero del “dobbiamo scalare l’Everest” nella nostra mente. In aggiunta a tutto questo è stato l’incoraggiamento dell’allora direttore del NIM Uttarkashi (The Nehru Institute of Mountaineering ndr), che ha cementato ulteriormente questa nostra convinzione. La sua approvazione è stata il punto di svolta per i nostri genitori”. 

Nungshi: “Per inciso, nel 2012 ci aveva unito alla spedizione indiana di donne dell’esercito. Ha chiamato nostra madre molto eccitato ‘ho incluso le ragazze nella spedizione per l’Everest delle donne dell’esercito’, ma nostra madre si è opposta. Mentre nostro padre ci aveva consigliato solo di allenarci e prepararci di più, nostra madre era assolutamente devastata dalla nostra decisione e per i successivi due anni anche il solo parlare di scalare l’Everest di fronte a lei era un tabù: ogni volta terminava la conversazione con una minaccia ‘mi suicido!’.  Dentro di noi sapevamo che alla fine avremmo prevalso, a qualunque costo”.

Siete ambasciatrici della Beti Bachao campaign, un programma del Governo indiano. In cosa consiste e cosa raccontate alle ragazze per motivarle?

Tashi: “Nonostante l’immagine che si sta costruendo negli ultimi anni di una ‘brillante India’, l’indice HDI (indice di sviluppo umano ndr) è estremamente basso. Un gravissimo fenomeno socio-economico che ha colpito molte parti dell’India è la pratica dilagante del ‘feticidio femminile’ come risultato della schiacciante preferenza dei genitori per avere un figlio maschio. Per affrontare questa cattiveria, il Governo dell’India ha lanciato questa campagna per focalizzare l’attenzione e le risorse di tutti i soggetti interessati alla promozione e protezione dei diritti delle bambine. Grazie alle nostre eccellenti credenziali, il nostro Governo ci ha nominate come ambasciatori. Quello che cerchiamo di far capire nei nostri incontri è ‘non vedere le figlie come un onere, come una proprietà di qualcun altro e dai loro pari opportunità’ per far capire che ciò che diamo ritorna. I nostri risultati sono una fonte di ispirazione talmente grande che, anche senza dire molto, le persone sono fortemente motivate a dare il miglior supporto alle loro figlie e le ragazze si sono ispirate a noi per sognare in grande e per rivendicare i propri diritti. Per contribuire ulteriormente all’empowerment delle ragazze, nell’aprile 2015 abbiamo celebrato il risultato dell’Explorers Grand Slam avviando la NungshiTashi Foundation, con il duplice obiettivo di sviluppare l’alpinismo come sport in India e l’empowerment delle ragazze attraverso avventura all’aria aperta. La missione della nostra fondazione è fare dell’India una nazione che vive all’aria aperta, con la partecipazione attiva e paritaria delle bambine e delle donne”.

Quali sono i vostri futuri progetti?

Nungshi: “In realtà abbiamo molte idee in testa e tante ancora da cristallizzare! Rafforzeremo le attività della nostra Fondazione e tra pochi anni ci proponiamo di iniziare una nostra società di avventura in India per rendere operativo il nostro progetto nel cassetto ‘alpinisti per la pace’ per le donne alpiniste provenienti dall’Asia del Sud e del mondo. Per quanto riguarda la carriera, qualsiasi cosa faremo coinvolgerà il viaggio, l’avventura e la vita interculturale”.

Volete dire qualcosa alle nostre lettrici?

“Alle ragazze vogliamo dire che nei nostri incontri sottolineiamo sempre l’importanza dell’empowerment. Diciamo che in primo luogo siamo tutti esseri umani, ognuno particolarmente dotato e con un potenziale illimitato che ha bisogno solo di un ambiente favorevole. Il genere è un costrutto umano che impedisce alle donne di realizzare il loro pieno potenziale. Cerchiamo di essere vigili contro la discriminazione di genere: conosciamola e combattiamola!”

Nungshi: “Alle lettrici diciamo che le montagne non discriminano in base al sesso. Offrono la stessa sfida fisica e mentale per gli uomini e le donne e puniscono entrambi ugualmente per i loro errori”.

Tashi: “Sogniamo in grande e non facciamoci scoraggiare dalle discriminazioni di genere. La sfida è una sveglia, usciamo dalla nostra comfort zone perché è lì che inizia veramente la vita. Una cosa è scalare le montagne, un’altra è affrontare le montagne domestiche, finanziarie e professionali di discriminazione di genere e di esclusione”.

Volete lasciare un messaggio ai nostri lettori uomini?

“Il nostro messaggio a loro è ciò che è già stato detto da molti: ‘Certe cose attirano l’occhio, ma persegui solo quelle che catturano il cuore’. Questa gioia si proverà solo dopo aver imparato a celebrare la vita come il dono più prezioso, senza paura, senza dubbio su di se stessi. Steve Jobs aveva detto: ‘Il vostro tempo è limitato, quindi non sprecatelo vivendo la vita di qualcun altro’. Se anche l’altra metà viene messa nelle condizioni di fare, in squadra si vinceranno sempre le sfide della vita!”.

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