Alpinismo

Pemba Sherpa eroe dell’anno

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NEW YORK, Usa — Un premio internazionale per Pemba Gyalje Sherpa, che quest’estate nella tragica notte del K2, dopo aver raggiunto la cima senza ossigeno, si è prodigato per salvare diverse vite umane tra cui quelle di Wilco Van Roojen e Marco Confortola. Ad assegnarlo è stata la National Geographic Society, che ha nominato Pemba “Adventurer of the Year” 2008 per la categoria “eroismo”.

Pemba Sherpa, 34 anni, era parte della spedizione olandese Norit K2, al cui gruppo si era aggregato anche Confortola. La tragica notte del 1 agosto, quando il primo crollo spazza via le corde fisse, Pemba – contrariamente alla maggior parte degli alpinisti – decide di non bivaccare ma di proseguire nella discesa: ha scalato sette volte l’Everest e teme i pericoli della permanenza nella zona della morte. Affronta, con Chhiring Dorje, il collo di bottiglia non attrezzato e raggiunge le tende all’una di notte.
Nel frattempo, altri crolli provocano vittime e creano il panico tra i sopravvissuti. I compagni di Pemba si separano: Van Rooijen, cercando di scendere, si allontana dal gruppo e si perde. McDonnell confuso, ricomincia a salire e viene investito da un’altra valanga. Confortola, all’alba, prova a scendere lungo il collo di bottiglia. “Lassù era una specie di roulette russa – ha raccontato poi l’olandese Cas Van De Gevel -. Ognuno lottava per sopravvivere”.
Pemba, sfuggito a quell’inferno durante la notte, decide però di ritornare lassù, con straordinario coraggio e dedizione per il proprio ruolo. Quando sente via radio che Confortola sta scendendo, gli sale incontro nonostante le continue scariche. “Avevo paura – ha detto Pemba al National Geographic – ma sapevo che Marco era vivo e non potevo tornare indietro”. Trovandolo a terra, sotto il collo di bottiglia, gli somministra dell’ossigeno e lo riaccompagna a campo 4, proteggendolo dai pezzi di ghiaccio che continuavano a staccarsi dalla montagna e a cadergli addosso rischiando di travolgerlo.
Al campo, Pemba crolla e dorme per qualche ora. Ma verso sera, qualcuno gli riferisce che van Rooijen è vivo e ha chiamato la moglie, dicendole di trovarsi a vagare sulla montagna. Senza perdere tempo, Pemba raccoglie le poche informazioni riferite dalla moglie ed esce a cercarlo insieme a Cas Van De Gevel. Grazie al suo satellitare che squilla, i due lo trovano nel pomeriggio sulla parete, lontano da qualsiasi via di discesa, in stato confusionale.
Rientrato a casa, Pemba è rimasto lontano dai riflettori e si è dedicato alla preparazione delle sue prossime spedizioni. Ma le sue gesta non sono passate inosservate.
“Dopo averlo incontrato – ha commentato Freddie Wilkinson dell’American Alpine Journal – posso dire con certezza che non pensa di aver fatto qualcosa di straordinario. Ma per fortuna, nonostante questo, il National Geographic ha dedicato a Pemba il premio per l’eroismo e la copertina del numero di dicembre. E’ bello vedere come queste guide, cresciute in Himalaya e spesso relegate ad un lavoro nell’ombra, vengano finalmente riconosciute a livello internazionale”. Pemba e Chhiring Dorje, quest’estate, sono stati i primi due sherpa nepalesi a raggiungere la cima del K2 senza ossigeno.
In totale, gli “Adventurer of the year 2008” del National Geographic sono 14. Tra gli altri, spiccano i nomi dello snowboarder Gretchen Bleiler per la categoria “spirit” e dello speed rider francese Francois Bon, che quest’autunno è rimasto ferito in una valanga sulla parete sud dell’Everest, per la categoria “adrenalina”.

Sara Sottocornola

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