Alpinismo

I lettori: d’accordo con Da Polenza

BERGAMO — Non avevamo aperto il forum di raccolta opinioni, stavolta. Ma i lettori di Montagna.tv hanno voluto intervenire lo stesso, dopo lo sfogo di Agostino Da Polenza, sulle polemiche in corso sull’alpinismo e i soccorsi in Himalaya. In questi giorni sono arrivate parecchie email che hanno rinvigorito il dibattito e che soprattutto hanno voluto esprimere stima e solidarietà a chi si è mosso per dare una mano, condannando senza riserva le polemiche sterili e gratuite a cui purtroppo, spesso, sembra essersi ridotta l’intera questione.

Pubblichiamo, a seguire, le email che sono giunte in redazione, aprendo ufficialmente la discussione che, dopo l’intervista al vetriolo di Gnaro Mondinelli, pubblicata su Montagna.tv, siamo certi si farà ancor più vivace e interessante. Aspettiamo i vostri commenti!
 
 
Sara Sottocornola
 
 
 
Caro Agostino,da me affettuosamente chiamato Yaki. Se c’è qualcuno che ha diritto di incazzarci sei tu. La tua competenza, esperienza ed intergerrimità nella ricerca, ti dà tutti diritti. Chi va oltre 5000 metri deve sapere che non c’è elicottero che sale, chi va fin là per qualsiasi motivo, deve sapre che deve contare su se stesso e su nessun altro. Ci sono professioni nelle quali questo è una condizione sine qua non. Basta hai ragione da vendere, complimenti per il tuo coraggio e la tua coerenza, un grosso abbraccio.
Andras
Massima solidarietà ad Agostino Da Polenza per quello che ha fatto e, soprattutto, che fa. Chi vive sui tragici eventi sono proprio gli uomini che lavorano nei "media": senza i tragici eventi molti conduttori sarebbero a spasso e molti palinstrestri sarebbero nell’affannosa ricerca di programmi. Gli esempi sono molteplici: Cogne, Garlasco, Perugia, Rignano Flaminio e via scorrendo. Quante volte gli uomini di comunicazione fondano il coltello nella tragedia con la scusa del diritto di cronaca e della necessità di informare il pubblico? Apprezzo Aldo Grasso per la sua impostazione e  per le diverse opinioni espresse su molti programmi, ma questa volta non ha compreso che nel mondo della montagna e degli alpinisti, oltre che nel mondo dell’avventura e delle esplorazioni, i successi e le tragedie sono ben visibili anche se non vanno in prima pagina o nel telegiornale. Le informazioni, i successi, gli insuccessi, i dìbattiti e a volte le polemiche, sono all’ordine del giorno e non si aspetta l’incidente o la tragedia. Anzi. Un esempio? Prendiamo l’alpinista Marco Confortola che ha vissuto in prima persona la tragedia del K2 dell’agosto scorso, e che ha subito anche personali lesioni dovute al congelamento dei piedi. Ebbene Marco Confortola era ben visibile sia nell’ambiente della montagna e che nel mondo della ricerca scientifica, grazie all’impresa di collocare  una stazione meteo a 8.000 metri sull’Everest, insieme agli alpinisti Silvio Mondinelli e Michele Enzio. La visibilità di Marco Conforola era ed è ben presente anche senza il fatto tragico.
Aldo Scaiano
Che tristezza…ancora l’ottusità e l’aridità di sentimenti di alcuni individui continua: è scandaloso! QUELLO CHE E’ PIU’ IMPORTANTE E’ IL CONTO DA PAGARE…ma si rendono conto questi "signori" come stanno agendo? Per loro non ha nessun valore la vita degli altri, la perdita di un Grande Alpinista e Uomo come pochi che tutti hanno nel cuore, l’immenso dolore di una famiglia, l’amicizia, la generosità, l’altruismo… tutti i buoni valori che specialmente in montagna sono sacrosanti!Penso proprio che queste persone abbiano grossi problemi da risolvere : il tormento dell’invidia ed il voler essere importanti a tutti i costi polemizzando fuori luogo. E’ invece doveroso ringraziare Da Polenza, Mondinelli, e tutti come loro che con abilità, intelligenza, altruismo e generosità si sono resi subito disponibili per aiuitare degli amici in un momento così doloroso e delicato. Grazie per esserci e spero che tutto questo non vi abbia strappato la volontà di agire.
Dario e famiglia

Ragazzi qui non la raccontiamo tutta! Perché alla fine io non sono riuscito a leggere la risposta al quesito: chi paga? Io avrei voluto leggere che Da Polenza, Gallo e Mondinelli si erano pagati le spese per soccorrere dei loro amici in difficoltà – o avevano trovato qualche privato  che le aveva coperte per loro. La mancanza di questo riscontro autorizza chiunque – cassintegrato o no – a contestare la spesa di soldi pubblici per interessi privati. Piantiamola di dire che non è importante. Lo è eccome e dipende tutto da questo. Dopotutto quelli che vanno giù lo fanno per farsi un nome e potersi presentare come quello che ha fatto – o almeno tentato – questo o quell’altro 8mila. Così poi torna e può fare le serate e trovare clienti come guida o accompagnatore. Se è bravo e riempie le sale – penso a Simone Moro – trova anche gli sponsor che gli permettono di guadagnare senza doversi spupazzare clienti in giro per le vette. Altrimenti – e vale per quasi tutti – fa una fatica boia a starci dentro. Di sicuro non diventa ricco. Però fa quello che gli piace e che ha scelto di fare. Ed è giusto e sacrosanto che sia così. Però devi pagare di persona: non nel senso di lasciarci le penne per forza ma di coprirti le spese. Vado anch’io in montagna da tanti anni e continuerò ad andarci fin che ne avrò la forza ma proprio per questo – conoscendo l’importanza dei mass media – è fondamentale chiarire le cose e non dover dire grazie a nessuno. Mi dispiace per Gallo ma sono dell’idea che “l’accampare un fastidio quando si parla di costi e rivolgersi al senso di amicizia” sia assai nobile ma poco corretto e chiaro. Cinico. Ma questo per me è il succo del discorso. Complimenti sinceri a Walter e a Simon ed onore alla memoria di Karl.Oirebit.
Bergamo
Tiberio Paratico

Sicuri che le dichiarazioni di Nones e Kehrer siano state fraintese? E come la mettiamo con le dichiarazioni riportate oggi sul corriere della sera, a riguardo del conto da pagare? Da Polenza ha messo su tutto questo, senza richiesta dei due, che erano in grado di scendere da soli, e ora questi due ci vanno di mezzo con 33mila € da pagare. Anche dando la massima fiducia nella buona fede di Da Polenza, non si può non rilevare la gestione approssimativa di questo aspetto della spedizione di recupero.
Bruno Illuminati

Mondinelli ha davvero "svalvolato"! Soccorso alpino in Himalaya…è proprio fuori di testa!! Dovrebbe smetterla di usare i media per avvalorare la sua esigenza di protagonismo. Chi lo ha criticato per le vicende del Nanga Parbat è persona discreta e modesta e ha detto cose giuste! E poi cosa c’entra se in passato è arrivato fino in cima a questa o quella montagna oppure no? Io non sono arrivato su nessun 8000 ma mi permetto di parlare eccome e così chiunque abbia voglia di criticare quello che hanno fatto quest’estate. Ma chi glielo ha chiesto di andare in Pakistan a Mondinelli e a Gallo?? Mi sa che se c’è qualcuno che si è fatto pubblicità sono proprio loro due volponi e parassiti! Stia zitto Mondinelli che è già un priivilegiato e la smetta di fare il "santone"…Si faccia due conti su ciò che spende e inquina e abbia la modestia di non parlare più.
p.s. vi prego di inoltrargli questa email che sappia bene cosa molti di noi frequentatori della montagna pensiamo di lui!
p.p.s. Agostino da polenza farebbe bene a tornare a casa invece di restare ad inquinare le alte vette!!
Pietro

Sono presidente della Sezione CAI di Boffalora Sopra Ticino in Lombardia, accompagnatore di Escursionismo, co-gestore di un rifugio in Valsesia, pratico l’ambiente innevato con le ciaspole, scialpinismo e salite sui ghiacciai; ritengo di conoscere molto bene la “febbre della montagna” , ma soprattutto i miei limiti. Voglio esprimere la mia totale solidarietà ad Agostino da Polenza e a tutti gli altri affinché continuino sulla stessa strada perché è quella giusta, tutto il resto è retorica che esce da bocche piene solo d’aria e nulla più; siamo seri: il vero valore è la vita umana, non i soldi per i soccorsi.
Non ti curar di loro, ma passa e và……continuate ad agire come avete fatto per i nostri amici in difficoltà, moltiplicate gli interventi per dieci, cento, mille volte; prima o poi torneremo nel silenzio che siamo abituati ad apprezzare quando andiamo sui monti, alti o bassi che siano !!
Buona montagna a tutti.
Felice
Penso solo una cosa: che non è certamente compito dei giornalisti giudicare se era il caso di aiutare o no Walter e Simon, il mondo della montagna non è assolutamente “compatibile” con il loro… fortunatamente tra gli alpinisti esiste ancora un forte spirito di solidarietà che li spinge ad aiutarsi l’uno con l’altro! Infatti, tra tutti questi “ pazzi scatenati” che rischiano la vita sulle montagne, penso che non se ne troverebbe quasi nessuno che rifiuterebbe il soccorso ad un altro alpinista in difficoltà… Purtroppo tale spirito non si può pretendere che venga compreso da chi in montagna non va, da chi non rischia su una parete, da chi non mette in gioco se stesso e pensa di poter far tutto con la propria penna!  Chi riesce a criticare un soccorso in montagna, è sicuramente gente che non ha mai provato la paura che una persona in difficoltà in alta quota può avere, e non ha mai visto il sollievo e il conforto nel viso di chi viene soccorso… questa è la soddisfazione più bella, (parlo da soccorritore alpino) la luce nel volto di chi viene salvato e in quello dei propri cari! In quei momenti, a tutto si pensa, meno che a voi, cari amici giornalisti, si sa solo che una persona è in difficoltà lassù e bisogna aiutarla, quindi, GRANDE AGOSTINO, CONTINUA COSI!
Massimo Gallo
Mi colpisce molto Mondinelli, soprattutto per l’umiltà (uno che potrebbe guardare dall’alto chiunque…) nel capire che abbiamo tutti dei limiti e se c’è qualcuno che mi può aiutare è solo una grazie, altro che spese inutili!!!
Ehi, ma in quella foto sembra proprio braccio di ferro!!!  (il marinaio…..)
Gianpaolo
Mondinelli come sempre  dimostra  buon senso ed equilibrio nelle sue affermazioni.
Evidenzio ancora una volta come sarebbe quanto mai auspicabile che tutto il mondo alpinistico "di punta"non solo nazionale, ma anche internazionale potesse trovare nel Comitato Italiano EvK2CNR un "referente "e "depositario"  unico ed insostituibile per ogni attività in montagna di alto livello qualunque essa sia ,visto che operare in certi ambienti è possibile solamente attraverso il binomio alpinisti-ricercatori.E’ altresì auspicabile  in futuro che tutti gli alpinisti ,in primo luogo gli italiani che praticano  e hanno praticato alpinismo ad alto livello mettessero da parte piccoli rancori  personali o pettegolezzi da bar mettendosi  invece  a disposizione  ed unendo le forze quando   sia  opportuno o necessario .Questo per non disperdere quel formidabile patrimonio di conoscenze e di umanità di alta valenza costruito fin dai tempi di Quintino Sella attraverso Vittorio Sella,Filippo De Filippi,Federico Negrotto,Luigi Amedeo di Savoia,Ardito Desio e tanti altri e di cui il Comitato EvK2CNR ne è il depositario.
Tutti dovrebbero "fare quadrato" sempre in casi come quelli occorsi la scorsa estate 2008. L’idea poi di un programma televisivo che parli finalmente di montagna e di sicurezza nel fare alpinismo nel modo corretto e proporzionato alle singole capacità ai fini di una  preventiva riduzione del rischio intrinseco  connesso a questa bellissima attività, nonchè del lavoro del Comitato EVk2CNR  credo sia auspicabile e  da sostenere con tutte le forze.Sarebbe ora di vedere recepita questa esigenza  anche dal "servizio televisivo pubblico"italiano che purtroppo finora in materia è "latitante".
In Germania, Austria e Svizzera si parla spesso di montagna in TV,sotto tanti aspetti,turistico,alpinistico,sociale,ricreativo ecc,.. .Come dice giustamente Mondinelli,in Italia,abbiamo una lunga tradizione alpinistica,un territorio montano che comprende buona parte dell’Arco Alpino e nonostante ciò,non si vede mai una trasmissione in orari decenti e a valenza nazionale che parli in modo corretto e sistematico di questi argomenti.
Speriamo che  almeno questi dibattiti servano allo scopo auspicato.
Cordialissimi Saluti e auguri a Mondinelli per la  Sua prossima avventura in Nepal!!
Ivan
Calorosi ringraziamenti!
anche a nome di Karl, sentiamo il dovere di ringraziare Agostino da Polenza di Montagna.tv e tutta la Sua equipe per essere stati così pronti ad aiutare….
Herbert Mussner
Voglio solamente rivolgere ad Agostino Da Polenza e a tutti i suoi collaboratori, nonché a tutti gli alpinisti e alle persone che si preoccupano per i loro colleghi in difficoltà, che si impegnano seriamente e professionalmente ogni giorno per il bene di ognuno di noi e della montagna e dell’ambiente, e per la ricerca scientifica e per tanto altro… il mio ringraziamneto e il personale apprezzamento per tutto ciò che fate! Non è piacevole insinuare, sparlare, pensare male di persone e delle loro scelte quando si tratta di solidarietà, voglia di aiutare e di fare del bene, speranza: scelte fatte con il cuore e con semplicità. La vita, la nostra vita, è una cosa seria e non ha tempo per le quisquiglie. Poi mi sta bene tutto, anche le critiche e le discussioni ma solamente se ci aiutano a crescere, e sempre con rispetto. Per questo, Agostino, ti invito a non mollare! Continua nel tuo operato, come lo hai sempre fatto: come vedi ci sono tante persone che ti apprezzano e sperano che il mondo sia pieno di persone come te, pronte a dare una mano con semplicità.
Un tuo conterraneo, Matteo.
Caro Agostino,
benissimo la tua autodifesa, anche da un punto di vista metodologico: attaccare è sempre il modo migliore per difendersi! Anche i contenuti delle tue argomentazioni sono tutti rispettabili e quasi tutti ineccepibili. Un’unica critica: quel titolo "non ci sto" di oscarluigiscalfariana memoria, che mi ha fatto venire l’orticaria!
Con amicizia e simpatia.
Alberto Magliano

AGOSTINO DA POLENZA SANTO SUBITO!
SONO TUTTI DEI GRANDI SPONSOR DI SE STESSI, MA GRATTA GRATTA, SOTTO LA LORO SCORZA DURA DI PERSONAGGI NON C’E’ PROPRIO NULLA!

Carissima Redazione,
nello scorso mese di agosto ho avuto il piacere di partecipare alla serata che Roberto Manni ha organizzato a Madonna di Campiglio durante la quale ha raccontato con voce emozionata quanto accaduto sul K2 a lui ed a Marco Confortola. I momenti di commozione sono stati molti, soprattutto quando ha mostrato le foto delle varie spedizioni alla partenza dal campo base indicando coloro che purtroppo non sono più tornati. Con grande fermezza ha voluto poi chiarire chi fossero questi alpinisti e quale fosse la loro preparazione smentendo totalmente quanto scritto e mostrato sui vari giornali e tg, spiegando al pubblico l’importanza sia fisica che psicologica dei soccorsi e l’importanza di sapere che in montagna non si è soli. Per cui dico a chi di montagna scrive ma non pratica, di riflettere sui valori umani e la solidarietà che l’alpinismo sa far esprimere, e di avvicinarsi agli alpinisti con la stessa umiltà con la quale essi si avvicinano alla montagna.
Sergio
Perchè pubblicate messaggi cifrati? Abbiate il coraggio di indicare nome e cognome dei personaggi tirati in ballo. L’informazione, scomoda fin che si vuole, o è completa o non informa  di niente.  Ad esempio Mondinelli di chi parla? Quali fatti contesta alle persone cui si riferisce? Questo articolo è solo uno spot inutile, come del resto la maggior parte degli articoli dove a parlare sono le "star" del mondo alpinistico. L’unica cosa che si capisce è che è un – scusate il termine – gran puttanaio di alpinisti e alpinistelli che si sbranano  per tirare a campare con i soldi di pantalone senza lavorare!
Andrea De Antoni, Verona

Ogni uno e libero di fare quello che ritiene giusto, e fin qui mi va tutto bene. Però non è tanto corretto se uno si fa pubblicità sulla spalla degli altri come è successo nel vostro caso. Un po meno pubblic relation sarebbe stato molto ma molto meglio, perchè in questo caso sembra che le azioni di soccorso siano solo state fatte per farsi pubblicità! Ho letto che nello stesso periodo c’era anche un iraniano (se non sbaglio) in difficoltà nella stessa zona, però lì nessuno di voi è andato in soccorso perchè?
saluti ROBERT
cara redazione, ho letto le email arrivate sulla causa "soccorsi sul Nanga Parbat – Himalaya"… e mi chiedo… Vi arrivano solo email che vi sostengono?  neanche una email di replica negativa? Tutta l’Italia, apparte Aldo Grasso, è con Voi? Io ritengo il Vostro articolo di sfogo veramente ESAGERATO!!!
1. se voi volete aiutare, e ci sarà sempre gente che ha bisogno d’aiuto sulle montagne, ma se voi volete offrire il vostro aiuto dovreste farlo anche senza 1000 riconoscimento, farlo solo perchè voi lo ritenete giusto non per avere meriti e riconoscimenti. Ci sono tantissime persone su questo mondo che offrono il loro aiuto ai bisognosi, a chi è in pericolo e non necessariamente vogliono essere al "centro" della questione, a volte rimangono anche nell’anonimato … allora io mi chiedo voi perchè avete aiutato? per trarne dei profitti?
2.  se aiutate gli alpinisti in difficoltà, anche senza che loro chiedano direttamente il vostro aiuto, con le migliori intenzioni è giusto, però appena la questione si risolve, cioe quando gli alpinisti ritornano a casa, dalle loro famiglie, quando la stampa ha nuove storie da raccontare e la loro "disgrazia" è ormai passato… perchè li dimenticate? i problemi non finiscono con l’arrivo a casa come molti credono… burocrazia, spese di salvataggio, crisi personali… e poi molti, non solo voi, vogliono fare gli eroi, quelli che li hanno "salvati" dalla morte e appena si presentano altre difficoltà anche economiche nessuno sa piu niente, nessuno si assume responsabilità o cerca di aiutare in qualche modo… tutti spariscono…
3. tutte queste polemiche… perchè non chiarite voi direttamente con i diretti interessati invece di pubblicare articoli su articoli, una battaglia su internet… perchè anche pubblicando questi "sfoghi" certo avrete molte persone che vi sosterranno ma molte anche come me … che non capiscono tutto questo accanimento anche perchè alla fin fine la verità su come tutto si è svolto, chi ne ha tratto profitto, le cose effettivamente dette… la sapete solo voi e gli alpinisti interessati… perttanto… chiarite tra di voi prima di sbranarvi a suon di articoli online… e cercate di concludere con questo evento anche per rispetto verso chi non c’è più e le loro famiglie.
Lucia
Buongiorno, io sono un appassionato alpinista, umile, certo non scalo vette come gli alpinisti estremi però la montagna mi piace moltissimo e cerco di trasmettere questa passione anche ai miei figli… ammiro le persone che prestano il loro aiuto a chi è in difficoltà sulla montagna perchè può capitare a chiunque, esperti e non, di essere in pericolo.
 Ho seguito, come tutta l’Italia le vicende sull’Himalaya e mi chiedo… c’era bisogno di fare tutta questa "pubblicità" a questi tragici episodi? non sarebbe stato meglio aiutare in silenzio ed eventualmente al ritorno degli alpinisti raccontare la loro vicenda? perchè loro non sono di certo stati gli unici che hanno perso un compagno o sono rimasti bloccati sul K2 durante una spedizione… ma per molti altri tutta questa notorietà non c’è… chi ne trae vantaggio? I GIORNALISTI che pubblicano in rete, sui giornali, in tv e radio… tutti raccontano storie verosimili perchè la vera verità la sanno solo loro, di come sono andate le cose, e mentre erano in difficoltà tutti parlavano a vanvera senza sapere esattamente cosa e come fosse successo. e le loro famiglie? assillate da giornalisti e curiosi mentre aspettavano notizie dei loro cari…non lo so… secondo me in vicende come questa tutti cercano di trarne dei profitti economici, anche VOI … secondo me quando detto nel Vostro articolo di sfogo
"Certo che chiedo scusa. Con tutta l’ironia del mondo. Scusa per avere voluto dare una mano a mie spese a Karl, Walter e Simon. Scusa per aver parlato al telefono a Marco nelle peste sugli ottomila metri del K2." io non penso che Voi ci abbiate rimesso finanziariamente…e inoltre "Mai più, lo prometto! Dovessero urlare nel satellitare mille volte aiuto. Mai più mi occuperò di alpinisti in  pericolo o supposti tali, dispersi, congelati, esausti o moribondi. Dovesse morire il loro capo spedizione e essere loro nel silenzio, nell’incertezza delle famiglie e degli amici. Mai più! Non vale la pena dargli una  mano, tanto se la cavano da soli. E se non se la cavano al massimo muoiono o rimangono invalidi. Chi se ne frega. Forse sono assicurati e comunque spero che nessuno, tantomeno lo stato tiri fuori un euro per  soccorrerli. Che crepino questi incoscienti".
Questa parte dell’articolo secondo me, padre 50enne di famiglia, è molto ma molto "inadatta"… perchè questi sono i discorsi che fanno i miei figli 17enni non un di un uomo adulto e colto che, se è vero quel che ha dichiarato sopra, ha voluto aiutare SENZA trarne profitto… quasi augurare la morte agli alpinisti in difficoltà non è certo il sistema migliore per controbatttere ad un articolo di giornale. Lei dovrebbe essere superiore o tantomeno comunicare eventualmente queste affermazioni direttamente agli interessati, non pubblicarle sul WEB. Se vuole rispondere pubblicamente all’articolo del Corriere della Sera rediga un articolo costruttivo!!! Secondo me il Sig. da Polenza dovrebbe chiedere scusa per l’articolo pubblicato, almeno per alcune parti dell’articolo, e poi, cmq.. cercare di chiarisi con i diretti interessati invece di cominciare una battaglia tra WEB e articoli. Inoltre, capisco che il sito montagna.tv. è di sua proprietà., però pubblicare SOLO articoli che la sostengono mi sembra un pò una falsa…inutile chiedere ai lettori di mandare le proprie opinioni se poi vengono pubblicate solo quelle favoreli. Questa la mia opinione.
Distinti saluti, Silvio e famiglia

GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!! Ti ho ringraziato dal campo base avanzato del K2 mentre davo un piccolo aiuto a Marco Confortola, ti ringrazio, ti ringraziero’ sempre per l’aiuto concreto che dai a noi himalaysti. Gli uomini cercano di rubare energia agli altri invece di cercarla dentro di sé. Ciao Ago, Mario Panzeri
TUTTA LA MIA SOLIDARIETA’ AD AGOSTINO, PILASTRO DEL NOSTRO ALPINISMO…
LORI.
Buongiorno a tutti, sono Luigi Confortola (fratello di Marco) e con queste righe vorrei ringraziare pubblicamente Agostino da Polenza per quello che ha fatto durante i fatti del K2 e portargli, per quanto possibile, tutta la mia solidarietà, per la mancanza di rispetto che molti hanno avuto nei confronti del suo impeccabile operato!
Io Agostino non lo conosco di persona, ma l’ho sentito per la prima volta la sera del 01 Agosto, la sua voce tranquilla e rassicurante mi ha comunicato che mio fratello Marco doveva bivaccare a 8.400 mt di quota!!! La paura mi attanagliava, la disperazione di non poter far nulla mi rodeva dentro, l’unico mio appoggio era la voce calma e tranquilla di Agostino, questo appoggio non era solo il mio ma era per tutta la mia famiglia.  Io, fungendo da portavoce, rassicuravo i miei dicendo -…state tranquilli Agostino ha detto…………
Sicuramente Agostino ha perso ore di sonno SUE così come tutto il suo staff, e per cosa? Per un amico che, a detta di qualcuno, va a cercarsele???? Io e tutta la mia famiglia vogliamo ringraziare di cuore Agostino per quello che ha fatto, e a spese sue!!!!! Quando ormai, e fortunatamente per Marco la situazione si stava risolvendo per il meglio, la voce di Agostino è diventata più spontanea e giocosa e a quel punto gli ho promesso che la famiglia Confortola era in debito con lui!! Questo perchè durante quei lunghissimi giorni ha saputo confortarci e soprattutto aiutare concretamente mio fratello che non se la stava passando granchè bene, i suoi consigli sono stati fondamentali su tantissime cose e di questo gliene siamo grati! Quindi, in tutta onestà, penso che quelle persone che hanno dubitato, o peggio ancora gettato fango sull’operato, di Agostino dovrebbero solo che vergognarsi!!!
Luigi Confortola
Agostino Da Polenza ha sempre dimostrato non comuni capacità operative e decisionali in situazioni oggettivamente difficili ed in collocazioni geografiche non comode, capacità di fare funzionare le cose ed organizzare team motivati.
Ma la montagna è un ambito marginale, visto da molti ancora con occhi stucchevolmente retorici ed idealizzanti. Molti considerano la montagna il loro giardino segreto, con un atteggiamento fondamentalista di rifiuto delle realtà che cambiano.
Agostino ha pagato la voglia di libertà di azione e generosità con una visibilità eccessiva.
Visibiltà che ha portato a critiche spesso gratuite, ma quando bisogna fare in fretta per aiutare qualcuno le decisioni vanno prese velocemente e non c’è tempo per troppi distinguo.
Davide Brighenti

Carissima Montagna.tv, Solidarietà sacrificio amicizia disponibilità sono valori di chi ama la montagna e chi la frequenta Da Polenza ha fatto ciò che gli suggeriva il cuore per aiutare gli amici in difficoltà. Le polemiche distruttive fanno male, ma dobbiamo essere superiori ad esse. Da Polenza lo rifarebbe sono sicuro, è un grande e ha fatto bene.
Alessandro

Io penso, da umilissimo alpinista,che se continuo a frequentare la montagna e’ perche’ esistono "persone" come Mondinelli, Da Polenza e tantissimi altri "sconosciuti" che mi hanno fatto amare la montagna proprio per la loro disponibilita’ e altruismo. I fanfaroni e quelli che sanno tutto li rimuovo nel cestino della mia memoria poiche’ sono stufo di sentirli criticare chi e’ migliore di loro. Un abbraccio a questi "GRANDI UOMINI" e.. non abbandonateci! Abbiamo bisogno dei vostri esempi!
Pino Paulis (CAI Mantova)
Bravo Agostino ,prima avevo stima di lei, ora ne ho di più! Avevo già mandato alla redazione il mio pensiero su ciò che avete fatto per aiutare quegli alpinisti, già avevo espresso tutta la mia riconoscenza nei confronti di chi ha operato con tanta competenza eccetera, e ora aggiungo: lei non ha bisogno di rispondere ad un popolo di ignoranti, lei continui a fare ed essere ciò che le riesce meglio: un uomo, alpinista, giornalista e con un grande senso di responsabilità che ha dimostrato nei momenti dell’accaduto.
Grazie a lei e tutti i suoi collaboratori
gl
Buongiorno, sono un appassionato di montagna che per motivi economici e logistici non può permettersi di affrontare le grandi spedizioni ed appaga l apropria passione sulle nostre Alpi. Non voglio entrare nel merito di questa ulteriore penosa polemica tra professionisti ma esprimere una considerazione circa la convinzione che mi sono creato leggendo regolarmente il vostro sito e le riviste specializzate, convinzione che queste ultime polemiche corroborano.
Mi sembra di capire che ci sia la categoria dei grandi professionisti che si erge a opinion leaders affermando ciò che è giusto e ciò che non lo è esclusivamente per difendere il proprio orticello di presunti unici titolati a salire le alte quote con sommo spregio di quanti tentano un 8000 esclusivamente per passione, pagando i costi finanziari di tasca propria e volendo ridurre al minimo i pur grandi imprevedibili rischi impliciti in questa attività. 
Mi sembra che viviamo in un epoca in cui il sacrificio sino alla morte per raggiungere un obiettivo sia un modello superato. Anch’io ho il diritto di salire sull’Everest utilizzando le guide, i portatori e l’ossigeno; io non sono in competizione con nessuno, non ritengo di doparmi perché l’uso l’ossigeno non è dannoso all’organismo ma anzi evita o attenua numerosi rischi connessi all’altitudine (sono rimasto sconcertato nel leggere l’intervista del sig. Da Polenza sull’uso dell’ossigeno – vedi il link "ossigeno è doping – e leggere gli esiti della recente ricerca scientifica del EVK2CNR), se utilizzo spedizioni commerciali e guide alpine a pagamento lo faccio perché per forza di cose mi devo e voglio appoggiare a persone che valuto abbiamo le capacità per aiutarmi a raggiungere il mio sogno da raccontare al ritorno ai miei amici al bar.
Io non ho necessità di andare sui mass media per farmi sponsorizzare e francamente non mi interessa che il mio nome venga iscritto nelle statistiche come uno dei tanti che sale su una via facile o uno dei pochi che sale sulle vie difficili; il valore di ciò che faccio lo giudico solo io perché non chiedo riconoscimenti ed onori ad alcuno. 
Inoltre assisto alla ricerca di imprese sempre più pericolose non tanto per richieste capacità tecniche/fisiche ma per oggettive condizioni delle montagna (la nuova via dopo è perito Unterchirker era presentata dallo stesso come molta pericolosa per seracchi e continui scarichi e valanghe): cosa spinge a rischiare la vita, bene unico e prezioso, oltre i limiti che già normalmente si superano andando in montagna? Se fossi sicuro che questo dipenda da motivazioni esclusivamente personali non mi permetterei di giudicare (ancorchè in merito abbia una precisa e legittima opinione), ma ho la convinzione che queste sclete dipendano dal fatto che lo sponsor ed il manager (!!!) vogliono la scalata ad effetto altrimenti nessuno ne parla e quindi non paga il viaggio e questa è una motivazione che mi lascia alquanto sconcertato. 
Per concludere: io voglio andare in montagna con adeguata cognizione di causa, farlo nel modo più ecosostenibile possibile e giustamente pretenderlo anche da chi pago per aiutarmi, voglio lasciare i professionisti a rodersi il fegato se qualcuno scala il K2 in inverno in solitario, in stile alpino, per una nuova via e magari con il sospetto che abbia detto una bufala, voglio che se mi capita un incidente in montagna tutti gli appassionati di montagna ed il mio Stato facciano il possibile per aiutarmi e alla fine mi presentino il conto.
Quindi ognuno faccia la sua parte: i professionisti la loro nel loro ambito con le loro regole che non ci sono ma che non vengono rispettate (l’isola  che non c’è?) e a cui il grande scalatore intervistato di turno – che normalmente non parla mai ma in quella occasione parla – sempre allude ma mai dice nomi e fatti specifici ed io, che con la mia passione ed i soldi che spendo in alberghi, funivie, guide alpine, attrezzatura all’ultimo grido, contribuisco a mantenere avendo la semplice richiesta di non essere denigrato ma anzi incoraggiato a cercare di raggiungere il mio sogno dell’Everest in compagnia di Simone Moro (o Messner o Mondinelli o….).  Cordiali saluti.
Luca Visani
Condivido in pieno lo sfogo del Sig. Da Polenza.
Sono veramente deluso dal modo di “fare notizia” da parte di taluni operatori del mondo mediatico. Sarebbe ora che anche nel giornalismo si dessero una “regolata”, limitandosi a riportare le notizie per quello che realmente sono, evitando inutili fronzoli o affrettati giudizi, dettati spesso, solo dalla necessità di dover vendere un giornale o la propria immagine.
G. Bonardi

Vorrei esprimere la mia solidarietà ad Agostino, tutto condivisibile ciò che scrive. E se una persona pacata e saggia come lui perde la pazienza significa che è stato abbondantemente superato il limite.
Inoltre, si parla tanto di montagna assassina, di stagione nera per l’escursionismo e di conseguenza di prestare più attenzione quando si va in montagna. Giustissimo, ma non dimentichiamoci per esempio degli incidenti stradali per evitare i quali servirebbe principalmente una maggiore educazione, esattamente come andrebbe fatto per frequentare le montagne. Questa è una critica che rivolgo in generale a chi spesso, magari distrattamente, pensa che solo le montagne sono pericolose.
Un cordiale saluto e un augurio di un buon lavoro
Diego Favareto

Ciao. Sono Francesco di Lecco, il tipico "signor nessuno", ma amante della montagna in ogni sua forma anche se senza esasperazioni di diffcoltà. Come dicono i saggi "alpinista medio". Seguo sempre tutto su montagna.tv perchè appassionato e "tifoso" di ogni alpinista serio e di ogni bella avventura e devo dire che la polemica di questi ultimi tempi mi fa riflettere particolarmente e la domanda che mi viene per prima è: A che pro?  Nessuno ci guadagna e la montagna perde di credibilità e rischia di entrare nella pagina del chicchericcio e della critica fine a se stessa, perdendo il senso, il valore, la serietà di alcuni che invece continuano a farla seriamente, a parlarne seriamente e ad agire seriamente.
Non ti conosco di persona ma per aver seguito le tue avventure e spedizioni di ogni tipo e mi sembra di poter dire che non avevi sicuramente bisogno di pubblicità "sulle spalle" delle disavventure Himalayane per farti consocere ne passare per "il salvatore", colui che "ha permesso" che la tragedia fosse circoscritta quindi ritengo ogni critica in questo senso infondata, gratuita e solo mediatica.
Secondo il mio parere siete stati super in ogni fase se la discrezione mi è parsa lesa solo per l’intervento dei media in un certo modo.
Non volgio esprimere pareri sugli alpinisti vari che non consoco e di cui non so le capacità effettive….. Forse ce l’avrebbero anche fatta da soli?!?!? Forse non serviva tanto clamore?!?!? Oppure senza un leader non sapevano più come fare e ben venga l’aiuto?!?!?! Forse per loro questo intervento più che un aiuto è stato un rdimensionare le loro capacità e la loro avventura nei confronti della gente?!?!? Non so, Certo anche io, da ultimo degli ultimi, mi sono posto tante domande ma non pensavo che altri utilizzazero le stesse domande per far critica, clamore, caos, incomprensione, probabilmente anche travisare i fatti e farli passare come eccesso di  intervento (per cosa poi?).
Purtroppo ti devo dire che il dubbio queste critiche me lo hanno fatto venire…. Aldo Grasso stesso mi ha fatto pensare che forse c’è stato un eccesso di interventismo….. ma poi la domanda che mi ponevo era sempre la stessa : "A che pro?.   Sinceramente non ho letto nè sentito i commenti dei Nones e Kerer in merito ma credo che, comunque la pensino e comunque sia la verità, abbiano l’accortezza di evitare di porre critiche in gente che gratuitamente si è comunque spesa per loro e nel caso non fosse così dovrebbero farlo "a porte chiuse e faccia faccia".
Ho letto anche la tua incazzatura che condivido parecchio ma passata l’incazzatura sacrosanta spero che la fase ironica resti tale e che tu possa sempre fare e agire come hai fatto contando su persone come Gnaro e altri… Lo so sono stato molto incasinato nel mio esprimermi ma la sintesi è la mia solidarietà e il mio grazie indiretto per ciò che hai fatto e anche perchè nel 2008 è bello che anche da casa gli appassionati di montagna possano usufruire delle novità tecnologiche per seguire spedizioni, essere al corrente in tempo reale di fatti, persone e avvenimenti relativi alla montagna…. e quant’altro.
Un caro saluto con stima,
Francesco di Lecco

Gentile Da Polenza,
ho appena finito di leggere "non ci sto" apparso su montagna.tv. Volevo dirle semplicemente: Lei è un grande!!
Ha ragione, quando si è in mezzo ad un branco di imbecilli, l’unica cosa è mandarli a quel paese. Non ha senso dedicare tempo a chi non riesce a riconoscerne il valore.
Ho iniziato a "seguirla" e a conoscere ed apprezzare il suo lavoro dall’impresa storica dell’installazione della stazione sull’Everest (quindi da poco, in realtà). Conoscendo Marco Confortola mi sentivo più "partecipe" ed ho seguito con interesse la vicenda.
Credo che tutto quello che lei fa e ha fatto sia ammirevole, e non mi riferisco solo a questi ultimi episodi ma proprio al suo lavoro. Mette in evidenza la passione vera per la montagna, in tutti i suoi aspetti, non dimenticandosi che anche lei è un alpinista e sa cosa vuol dire trovarsi in certe condizioni.
Credo che fra tanti che non apprezzano perché non capiscono il valore di quello che fa ce ne siano molti che lo sanno riconoscere e che le sono grati, immensamente grati.  E io sono fra questi. L’ammiro per la sua dedizione e le dico semplicemente: GRAZIE! Cordialmente,
Elena Tosca

Ciao, ho appena letto lo sfogo on line sul vostro sito…. Che dire, proprio un bel mondo quello dell’alpinismo!!! Cavoli, la gente non ha proprio un minimo di riconoscenza!!!! Beh, da giornalista e appassionato di alpinismo non posso che farvi i complimenti ed esprmervi la massima solidarietà x il gran lavoro  che avete fatto quest’estate!!!!
Maurizio

Con questa breve riflessione Vorrei esprimere la piena  comprensione dello sfogo di Agostino Da Polenza in replica alle assurde polemiche circa l’organizzazione dei soccorsi agli alpinisti in difficoltà sul Nanga Parbat prima e K2 poi.
Non ho letto l’articolo di Grasso, ma mi vengono spontanee alcune considerazioni:
in Italia siamo abituati ai paradossi, ma questa volta, le critiche mosse da più parti hanno ampiamente superato il ridicolo.
Abbiamo la fortuna di avere in casa un comitato scientifico che primeggia a livello internazionale per la qualità e la quantità di ricerche effettuate in alta quota e   soprattutto per il livello di collaborazione raggiunto con le autorità di certi paesi "chiave" dal punto di vista anche  umano e sociale,  oltre che scientifico.
Comitato che si avvale di alpinisti molto esperti e preparati e che, come la montagna insegna formano con i ricercatori un’unica grande famiglia di amici senza barriere ideologiche o nazionali.Talvolta questa sincera amicizia si traduce anche in un altrettanto sincero desiderio di aiutare il prossimo in caso di necessità. Si sa che chi fa alpinismo corre e correrà sempre certi rischi, talvolta gli sponsor possono spingere anche ad assumersi qualche rischio in più, ma questa non è e non può essere considerata una colpa. Il rischio fa parte dell’alpinismo e il mondo di oggi è fatto inevitabilmente di comunicazione, di immagini e di sponsor.
Non mi risulta ad esempio che per la situazione in cui versa il  gioco del calcio italiano oggi (debiti societari,devastazioni,problemi di ordine pubblico con costi enormi per la collettività, contratti altamente sproporzionati e diseducativi dei calciatori ecc.) qualcuno si stracci le vesti…
Ho visto da vicino personalmente (trekking alla base) sia il K2 che il Nanga Parbat e in merito alle disgrazie occorse ho letto su stampa varia un sacco di commenti "a vanvera" di gente che o è in malafede o che di alpinismo e geografia o clima delle montagne non capisce nulla. "Tante stranezze" e imprecisioni  recepite anche da parte di tanta stampa "qualificata" o ritenuta tale.
Da parte del Comitato e del Suo Presidente è stato fatto quello che umanamente era giusto fare in simili circostanze .Pieno sostegno dunque ad Agostino Da Polenza.Esiste per fortuna una maggioranza di alpinisti silenziosa  che non si fa sentire in modo chiassoso,ma approva pienamente il Vostro operato. Un caloroso saluto
Un affezionato Vostro lettore, alpinista e soccorritore alpino.

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