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Legambiente: tira “brutta” aria sulle Alpi

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MILA NO — Per mesi avete sognato una vacanza in montagna, a respirare tranquillità e aria fresca, anzi pura. Invece, secondo gli ambientalisti di Legambiente rose facevate bene a restarvene a casa perchè l’aria di montagna, in buona parte dell’Arco Alpino, sarebbe inquinata.

Tesi assai discutibile. A cui Legambiente però risponde con i monitoraggi effettuati dalla sua Carovana delle Alpi, in loclità turistiche dell’Arco Alpino.
 
Secondo gli ecologisti anche la montagna soffrirebbe in maniera pesante l’ozono, quel gas tossico che si genera a causa dell’inquinamento atmosferico prodotto da traffico e industrie.
 
Premessa doverosa. I giudizi degli ambientalisti ovviamente dipendono dal giorno e dal luogo preciso in cui sono state fatte le rilevazioni. Dubitiamo fortemente che l’aria che si respira in un centro turistico affollato, magari dopo il passaggio di una decina di suv (o subacquei come li chiama Mauro Corona) sia simile a quella che si respira in pineta sul versante di una montagna.
 
Ma tant’è, secondo Legambiente per esempio, la situazione di Livigno sarebbe disastrosa. Il paradiso fiscale dei camionisti, nel mese di luglio avrebbe raggiunto concentrazioni medie di ozono pari a 139 microgrammi per metro cubo. Ma anche lo Zoncolan (Ud), storica tappa del giro d’Italia, si posiziona molto male facendo registrare quantità di gas tossico pari a 125 µg/mc.
 
Sul terzo gradino del podio, sempre secondo gli ecologisti, Ponte di Legno con valori superiori ai 103 µg/mc. Situazione decisamente migliore sulle Dolomiti. Allarmanti invece sarebbero le condizioni dell’Alta Valtellina e dell’Alta Valcamonica.
 
Mentre, sostiene sempre Legambiente, mediocre la qualità dell’aria sull’arco alpino occidentale, dove ad esempio a Limone Piemonte (Cn) la concentrazione di gas tossico è stata pari a 89 µg/mc mentre nelle valli di Susa e d’Aosta il quadro è risultato leggermente migliore.

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