Cronaca

Canyoning: un morto sulle Alpi friulane

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UDINE — Tragedia tra le montagne del Friuli. Un alpinista fiorentino ha perso la vita mentre stava facendo canyoning tra le gole del rio Simon in compagnia di alcuni amici. A provocare il drammatico incidente, il forte nubifragio che si è abbattuto nella valle friulana l’altro giorno. I due compagni di avventura si sono salvati per miracolo, riuscendo a trovare un riparo tra le rocce. 

La vittima, Alberto Fanfani, 40 anni, fiorentino, era considerato il più esperto del gruppo. Ma l’esperienza, purtroppo, non gli ha permesso di salvarsi dalla difficile situazione in cui si è trovato tra le gole dell’alto Friuli.
 
Fanfani era partito con due amici per una vacanza dedicata al loro sport preferito, il canyoning: la discesa di corsi d’acqua provenienti dai ghiacciai che scorrono all’interno di strette gole rocciose. Questa volta avevano deciso di tuffarsi nella discesa di una delle gole più affascinanti delle Alpi, quella del rio Simon, un affluente del Fella.
 
Nella giornata di lunedì, attrezzati con tutto il necessario, caschetti, funi e mute, i tre amici hanno cominciato la discesa di 600 metri, considerata di media difficoltà. Ma nel mezzo della calata, le condizioni atmosferiche hanno subito un brusco cambiamento.
 
Ha iniziato a piovere e a soffiare un forte vento. In un attimo il rio Simon si è ingrossato e le cascate tipiche del canyoning, che in condizioni normali sono lievi e domabili, si sono caricate di detriti. I tre canyonisti hanno perso il controllo della situazione: due di loro, sbalzati dall’acqua e dal vento, sono precipitati nel fiume. Fanfani, purtroppo, è andato a sbattere contro le rocce perdendo i sensi.
 
Nel frattempo, è scattato l’allarme grazie alla telefonata ai carabinieri di un’amica di Fanfani che, da Firenze, non riusciva a rintracciarlo sul cellulare. Poco dopo sono partite le ricerche del soccorso alpino e dei militari della compagnia di Tarvisio, purtroppo interrotte a causa delle difficili condizioni atmosferiche.
 
Fortunatamente Leonardo Teduzzi, uno dei tre canyonisti che aveva trovato rifugio in una zona protetta, è riuscito a uscire dal canyon e a mettersi in contatto con i soccorsi. Il giorno dopo, ha contribuito alla ricerca dei suoi compagni. In mattinata è stato trovato l’altro sopravvissuto, Otto Bergamo. Ferito, ma sano e salvo: anche lui aveva trovato riparo sotto una roccia, dove aveva trascorso la notte.
 
Purtroppo, invece, di Alberto Fanfani è stato trovato solo il corpo senza vita, rannicchiato in posizione fetale probabilmente per proteggersi dal freddo. Si trovava in fondo al canyon, ed è stato recuperato da un elicottero della protezione civile. Il pubblico ministero ha disposto l’autopsia del corpo, che ora si trova a Tarvisio.
 
 
Emanuela Brindisi
Foto d’archivio

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