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Anche il Nanga Parbat in tribunale

[:it]MILANO – Intanto dalle pagine di repubblica.it apprendiamo che Daniele Nardi, il terzo componente della spedizione di Alex Txicon, che aveva lasciato il campo base per dissapori con il suo capo spedizione, interpellato ieri dalla giornalista del quotidiano on line, ha rilasciato questa dichiarazione: ”Non ho alcun rammarico. Il mio modo di scalare si basa su un’etica solida, su valori, la vetta viene dopo”, ha detto lo scalatore laziale. “La vetta la sento anche un po’ mia – ha aggiunto – anche perché ho attrezzato la via fino a 6.700 metri, ho portato le corde, la mia tenda è ancora lassù. I diverbi con Txikon? La questione sarà risolta in sede legale”. Anche per lui scalare il Nanga Parbat in invernale è sempre stato un grande sogno. Che ritorna nel cassetto, per quest’anno.”

Come talvolta accade, le grandi imprese hanno strascichi poco sportivi: capitò al K2 con Bonatti, che portò in tribunale, che gli diede ragione, alcuni sui compagni di spedizione, ma anche a Messner quando, proprio al Nanga Parbat, perse il fratello e ne nacque una dura polemica con il capospedizione.

Oggi Nardi sente di recriminare sul mancato aiuto dei sui compagni quando è precipitato sotto campo due e per le diversità di opinione nella gestione della loro spedizione nel momento in cui al campo base rimasero di fatto 5 alpinisti.

Anche questo è un pezzo di Nanga Parbat.[:]

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