Alpinismo

Nanga – Fine primo tempo

[:it]ISLAMABAD, Pakistan – Il gioco dell’oca alpinistica al Nanga ritorna alla partenza, ovvero al campo base, con l’annunciata e incombente tempesta di vento e non solo ed il il rientro, di Elisabeth Revol, la vera eroina finora, e di Tomek Mackiewicz, il duro al sesto tentativo invernale, la qual cosa fa pensare alternativamente a un’ossessione, a una sfiga infinita e/o a una difficoltà congenita di andare oltre gli 8000 metri (a volte capita).

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Photo – The North Face – Emilio Previtali

Dalle fotografie e dai racconti non pare poi così male il campo base con i cuochi pakistani, che hanno imparato a vivere e gestire anche la stagione fredda, molto fredda per la verità, e le tende ormai confortevoli, con il fondo imbottito e una buona coibentazione, riempite di piume, che scaldano evidentemente gli animi. Sono sparite le vecchie desolanti foto delle prime spedizioni invernali polacche e non solo (anche italiane), che ispiravano desolazione e freddo, e sono comparse immagini più umane di “jurte”, magari non signorili, ma tiepide, accoglienti ed isolate dall’esterno e sul pavimento, con patate bollite, riso, pezzi di grana, bresaola e gulasch, magari una stufa a gasolio, che alza da meno 20° a meno 2° la temperatura dell’ambiente (bisogna accontentarsi).

Tutti al base per l’intervallo, scandito da vento e bufera, tra il primo e il secondo tempo di questa difficile e drammatica partita sul campo del Nanga Parbat.

Elisabeth e Tomek hanno annunciato che per loro la spedizione è finita e che rientrano in Europa.[:]

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8 Commenti

  1. Ma perchè non sottolineate che questa cosa da ultra quarantenni è equiparabile ai master di qualunque sport? Ex buoni alpinisti, raramente grandi alpinisti, che puntano al meno tecnico possibile, ovvero l’8000. Camminate lungo corde fisse, molto fredde e qualche volta pericolose. Da 20 anni il grande Alpinismo si fa da altre parti. Questi sono solo circhi mediatici

  2. Vero, roba da ultra quarantenni. Gli 8000, soprattutto per le vie normali, sono veramente poco o per nulla tecnici. L’inverno poi è più una questione di resistenza al dolore che un esercizio di qualitá alpinistca. Ma se c’è tanta gente che riesce a scrivere e leggere decine di pagine a commento di 22 signori in mutande che inseguono una palla , mi rassegnerò a leggere e scrivere la cronaca di qualche signore che tenta di salire il Nanga in inverno. Penso però anche che di pareti e problemi tecnici a 8000 ce nè da risolvere, penso allo sperone nord del K2 , piuttosto che alla ovest del Makalu che di belle vie potrebbe ancora ospitarne, o alla traversata dal Lhotse Shar al Lhotse. Ma anche la parete Rakhiot al Nanga è lì, enorme e in attesa di “alpinisti grandi” , come la nord del Gasherbrum uno, ma anche appena sotto gli 8000 ci sarebbe da divertirsi , anche per ragazzotti tra i 20 e i 40 anni:Trango, Biaho Tower… A me pare che più che una questione geografica o di quota sia una questione di attributi , di scarsa voglia di esplorare nuove dimensioni e montagne che non siano sempre le solite, conosciute e seppur tecnicissime, in definitiva confortanti.

  3. A parte il fatto che quelle montagne le provano e anche qualche volta le salgono, a Biaho ci hanno fatto vie nuove Giordani e i ragni, di pareti sconfortanti e supertecniche il mondo è pieno e i migliori ci vanno, come a Baffin e in Patagonia. Pareti che un master, bontà sua, non può neppure pensare di attaccare. Rispetto per gli ultraquarantenni che ancora si cimentano in ambiente, solo che al Nanga si da dieci volte lo spazio delle salite di Korra, per esempio. E’ comprensibile per un portale di massa che ancora vede gli 8000-che per gli anglosassoni non esistono, fu un’idea di mediatica di Messner- come simbolo di altezza, ma per un sito di montagna forse ci vorrebbero dei distinguo. Basta mettere fianco a fianco una foto del Nanga e una della Patagonia e spiegare che da una parte si cammina al freddo, dall’altra ci si muove sul supertecnico

    1. totalmente d’accordo. Sarebbe formidabile e bello far crescere anche su questo portale una sensibilità per il tecnico e super tecnico.

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