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Scandalo doping alla Patrouille

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BERNA, Svizzera — Scandalo doping nel mondo dello scialpinismo. Per la prima volta nella storia delle gare, un atleta è risultato positivo al controllo antidoping. Il prelievo, risultato positivo all’epo, è stato effettuato al termine della celebre competizione della Patrouille des Glaciers. Secondo le prime informazioni, si tratterebbe di uno sciatore francese, la cui identità è tuttora segreta.

La gara, svoltasi a fine aprile sulle Alpi svizzere, aveva visto il trionfo del team elvetico composto da Florent Troillet, Didier Moret e Alexander Hug. All’arrivo, dieci atleti scelti a caso sono stati sottoposti a controlli antidoping e pochi giorni fa sono arrivati gli sconcertanti risultati degli esami.
 
Un atleta, di nazionalità francese, ha mostrato tracce di eritropoietina (Epo) l’ormone che stimola la produzione dei globuli rossi. Si tratta di un tipo di doping del sangue, reso tristemente famoso dai noti casi del ciclismo, che può provocare ipertensione arteriosa, danni cerebrali e trombosi venose agli atleti.
 
La notizia circolava nell’ambiente dello scialpinismo da parecchio, ma solo giovedì ha ricevuto la conferma ufficiale delle autorità svizzere, che non hanno però voluto rivelare il nome dell’atleta protagonista dello scandalo almeno fino a quando non saranno noti i risultati della contro-perizia che dovrà confermare i risultati del primo esame.
 
L’intero team rischia la squalifica e, ovviamente, l’atleta accusato di doping rischia la carriera. "No comment" è stato il commento della federazione scialpinistica francese, passibile di pesanti sanzioni. In silenzio stampa anche la neonata Federazione Internazionale dello scialpinismo, la Ismf.
 
Silenzi che hanno suscitato le ire delle autorità svizzere, e in particolare dell’organizzatore della Patrouille des Glaciers, Marius Robyr, che sostiene di aver informato chi di dovere già il 19 maggio scorso.
 
 
Sara Sottocornola

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