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Marcello Sanguineti, un “Vagabondo della verticale” a Sirtori il 12 marzo

BEVERA DI SIRTORI, Lecco — Marcello Sanguineti, accademico del C.A.I., non ha difficoltà a dichiarare che lui non è un professionista della montagna e che non vive tra i monti, ma anzi nella sua vita professionale, come docente di Ricerca Operativa all’Università di Genova, svolge un lavoro che all’apparenza è quanto di più diverso si possa immaginare rispetto all’alpinismo. Alle prese ogni giorno con gli algoritmi da modellare matematicamente e da sviluppare, in questo stesso lavoro ha tuttavia trovato l’elemento unificante con la sua passione per la montagna: un elemento che per lui si esprime nella irrinunciabile formula di “vagabondare in libertà”.

Libertà nella scelta degli argomenti e dei metodi di ricerca nel lavoro, e libertà di scegliere quale parete scalare, quale itinerario seguire e quale stile utilizzare quando va ad arrampicare: cosa che gli fa concludere che prima di essere un “malato di montagna” è un inguaribile “malato di libertà”. Non può certo essere solo questo a suscitare l’interesse di chi si senta appassionato d’alpinismo, ma per offrire qualcosa di più specifico ricorriamo alle poche parole con cui ci ha parlato del suo approccio alla montagna: “Ho iniziato a frequentare le Alpi da adolescente, con mia madre e mio fratello, nelle valli di Cogne e sulle vette del Gran Paradiso. Il mio alpinismo è iniziato relativamente tardi, intorno ai venticinque anni. Ho vissuto e vivo la montagna in tutte le sue stagioni e in tutti i suoi aspetti: dalle vie classiche a quelle moderne, dalle big wall in artificiale alla libera trad, dal misto alle cascate di ghiaccio e allo scialpinismo, dallo sci di discesa agonistico alle spedizioni sulle grandi catene montuose extraeuropee. Ho scalato un po’ dappertutto: dalle Alpi alle Highlands scozzesi, ai Pirenei alle Montagne Rocciose e alle torri dei deserti, dalle Ande all’Himalaya, ripetendo grandi salite e aprendo nuove vie. Non so perché io frequenti così intensamente la montagna. Non lo so e non me lo chiedo: con gli anni ho capito che, se una cosa mi sembra giusta e mi fa sentir bene, va fatta e basta. Ricercare l’armonia con me stesso è condizione necessaria per essere in armonia con gli altri”.

Non occorrono altre parole per indicare che tipo di persona incontreremo nella serata che, suddivisa in due parti, si introdurrà con una panoramica che abbraccia alpinismo classico, cascate di ghiaccio, vie moderne, scialpinismo, sci ripido, vie trad e spedizioni, il tutto illustrato dalle immagini in dissolvenza, che verranno commentate in diretta per rendere partecipe il pubblico e trasmettere quello che per lui significa la montagna. La seconda parte avrà invece uno svolgimento a tema, con la proiezione di un emozionante filmato di arrampicata trad sull’arenaria USA (Utah, Colorado e Nevada).

È un’occasione da non perdere, e che si imprimerà fortemente nel ricordo, questa che ci viene offerta da df Sport Specialist nell’appuntamento alle ore 20 di giovedì 12 marzo, per conoscere un alpinista che come pochi altri sente, vive e trasmette una passione straordinaria per le montagne: che lui considera le onde della terra. Che ama nello stesso tempo il mare: le cui onde rappresentano le montagne del mare…

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