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Ghiacci in crisi: bloccata spedizione

PISTOIA — Voleva raggiungere il Polo Nord. Ma si è dovuto fermare di fronte agli impraticabili ghiacci minati dall’effetto serra. E’ finita così l’avventura di Luca Bracali, documentarista italiano partito il 28 febbraio alla volta dell’Artico per documentare gli effetti del riscaldamento globale.

Bracali, 43 anni, toscano, voleva toccare con mano lo stato della calotta glaciale, sempre più spesso oggetto di allarmi climatici. E purtroppo, si è trovato di fronte ad una situazione ben peggiore del previsto.

Partito a fine febbraio e dal Canada, è passato poi in Alaska da dove voleva raggiungere il remoto villaggio di Diomede, che sorge proprio sulla linea del cambiamento di data. Ma sullo stretto di Bering si è trovato di fronte un mare di ghiaccio così sottile e instabile da risultare impossibile da attraversare.

"La superficie era impercorribile, non c’era continuità di ghiaccio – ha raccontato Luca Bracali all’Ansa -. E pensare che solo una generazione fa, cioé quella del padre della mia guida, questo stretto era un crocevia che si percorreva a piedi o in motoslitta. Oggi serve un anfibio".

Ma il ghiaccio sottile non è stata l’unica sorpresa trovata da Bracali, che ha raccontato di aver visto serpeggiare, tra gli esquimesi, molta rabbia e voglia di ribellione per come il loro habitat si sta rovinando.

"La neve tende ad aumentare – ha detto Bracali – ma è fragile e poco resistente. I fiumi sono diventati trappole mortali per alcune specie animali come le alci, e con la loro morte si sta indebolendo la catena alimentare. Gli orsi polari hanno sempre maggior difficoltà a cacciare e si avvicinano sempre più ai villaggi in cerca di cibo".

Anche se i giorni gelidi non mancano – la temperatura minima incontrata dal documentarista toscano è stata di 53 gradi sottozero -, Bracali riferisce che la media è di -20/-25, molto più alta di 10 anni fa.

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