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Il Club Alpino Italiano prende posizione contro l'eliski

MILANO — “Dopo i fatti di cronaca degli ultimi giorni, che hanno visto il distaccamento di valaprnghe in Valtellina causato da turisti che stavano praticando l’eliski, riportando la questione all’attenzione generale il Club alpino italiano ribadisce la propria azione di contrasto a tale pratica, invasiva per la montagna, la fauna che la popola e gli altri fruitori”. Così inizia il comunicato stampa con il quale pochi minuti fa il Club Alpino Italiano ha voluto prendere posizione sulla questione dell’eliski, che sta tenendo banco sui media da alcuni giorni.

“L’azione di contrasto del CAI centrale alla pratica dell’eliski è difficile e costante, e può apparire poco visibile perchè fatta di tanto lavoro quotidiano”, afferma il Presidente generale Umberto Martini. “Per la sua regolamentazione la legislazione è di competenza regionale e la sua attuazione di competenza dei Sindaci. Di conseguenza l’azione di contrasto e di pressione deve essere comune tra la Sede centrale del CAI, i suoi Gruppi regionali e il territorio. Il riferimento è e resta il nuovo Bidecalogo, nel quale le posizioni del CAI sono espresse in maniera chiara e sulle quali non arretreremo. Il prossimo 28 gennaio è in programma una riunione della Segreteria Ambiente del CAI che si occuperà, oltre che delle questioni realtive al Parco Nazionale dei Monti Sibillini e del Parco Nazionale dello Stelvio, anche del caso eliski”.

In occasione del recente incontro a Roma tra le maggiori Associazioni ambientaliste italiane e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Delrio (11 dicembre 2014), è stata posta all’attenzione del Governo l’Agenda ambientalista per il rilancio del Paese e la sua attuazione. Nel capitolo dedicato alla montagna, il CAI ha posto chiaramente la questione di una regolamentazione relativa all’uso indiscriminato di tutti i mezzi motorizzati nei territori montani per fini ludici e ricreativi, che va assolutamente contrastato.

Inoltre la Commissione Tutala ambiente montano del CAI è impegnata costantemente nella promozione di frequentazioni della montagna “lente” e rispettose, considerato anche lo scarso innevamento degli ultimi anni che caratterizza le Terre alte durante la stagione invernale e i limiti degli impianti di risalita. Per il CAI è indispensabile guardare oltre, è necessaria un’attenzione all’ambiente sempre più diffusa e condivisa, rivolgendosi soprattutto ai giovani, con attività che diano un senso alla frequentazione delle Terre alte. Pratiche come l’eliski rappresentano colpi di coda rispetto a ciò che la montagna oggi può concretamente offrire.

Il nuovo Bidecalogo del cAI è scaricabile a questo link: http://www.cai.it/fileadmin/documenti/Bidecalogo/Bidecalogo_versione_finale.pdf

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4 Commenti

  1. Il CAI oggi? grigliate e cene. I pochi che fanno alpinismo non sono seguiti ( Catores e Ragni, Baù, Salvaterra), l’alpinismo giovanile fa ridere (scampagnate giovanili), non sanno neppure cosa sia un WI14 o un 5.12.

  2. non è questione di grigliate e cene, e neanche di scampagnate.
    Da una parte ci sono le sezioni, poverissime, che fanno il loro dovere di aggregare gli appassionati di montagna, dall’altra c’è la direzione nazionale che a ruota libera si occupa di regolamenti, divieti, politiche e agende varie.
    Il tutto per aver accesso a fondi faraonici stanziati per le associazioni ambientaliste.
    Non più “conquistatori dell’inutile” ma “conquistatori dell’utile ($$$)” hahaha.
    Secondo me.

    1. E c’hai pure ragione. Anche se Roma Milano Firenze Lecco Bergamo come fanno a essere povere lo sanno solo loro, e di appoggio all’alpinismo vero se ne vede poco o nulla.

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