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Matteo Della Bordella e soci tornano alla Est del Fitz Roy

LECCO – Partono oggi i Ragni di Lecco Matteo Della Bordella, Luca Schiera e Luca Gianola che, insieme agli svizzeri Silvan Schupbach e Pascal Fouquet, sono diretti in Patagonia. L’obiettivo individuato per quest’anno è la parete est del Fitz Roy, in particolare la via aperta da Casimiro Ferrari e Vittorio Meles nel 1976. Gli alpinisti vorrebbero cercare di portare a termine quanto tentato già l’anno passato: “ripulire la via da tutto il materiale utilizzato ai tempi dell’apertura e abbandonato in parete e scalare il più possibile in arrampicata libera”.

La via dei Ragni del ’76 sale sul pilastro est del Fitz Roy ed è lunga circa 1200 metri. Fu aperta dopo diversi tentativi e diverse spedizioni, utilizzando anche scalette di metallo tuttora rimaste sulla via. Ad oggi non conterebbe ancora alcuna ripetizione. Questo dunque quello che cercheranno di fare gli alpinisti in partenza oggi per la Patagonia.

L’annuncio arriva da Matteo Della Bordella sul sito dei Ragni di Lecco. L’alpinista di Varese, al suo quarto viaggio in Patagonia, ritorna nell’emisfero australe insieme ai suoi ormai collaudati compagni di avventura, Luca Schiera e Silvan Schupbach. Questa volta con loro ci saranno però anche Luca Gianola, recente acquisizione del Gruppo dei Ragni della Grignetta, e Pascal Fouquet, alla sua terza spedizione patogonica.

“Si tratta di un progetto un po’ diverso dal solito – scrive Della Bordella sul sito dei Ragni -. La prima differenza è che questa volta non vogliamo aprire nessuna via nuova. Ma d’altronde chi lo ha detto che bisogna aprire qualcosa di nuovo a tutti i costi? L’obiettivo della spedizione è quello di ripercorrere in ottica moderna e valorizzare una grande impresa alpinistica del passato. Sono passati quasi 40 anni da quando fu aperta questa via e i tempi sono cambiati e con essi il modo di andare in montagna. La nuova generazione di noi Ragni di Lecco vuole seguire le orme dei nostri predecessori, ma con uno stile moderno. Uno stile che si ispira al non lasciare traccia del proprio passaggio e al superare le grandi montagne in arrampicata libera. Personalmente quando mi sono trovato sotto all’imponente parete Est del Fitz Roy ho subito provato un irrefrenabile desiderio di scalarla. Si tratta probabilmente della parete più alta che io abbia mai tentato, lunga una volta e mezza il Capitan, lo Shark Tooth o la Torre Egger”.

 Info e altre foto sul sito dei Ragni di Lecco

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