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Pellet: l'Iva è aumentata, ma Renzi riconosce l'errore

ROMA — La stangata sull’utilizzo del pellet è entrata in vigore del 1 gennaio. Ma sembra che ora il Governo Renzi abbia riconosciuto di aver fatto un errore aumentando l’Iva dal 10 al 22% per questo sistema di riscaldamento che, soprattutto nei paesi di montagna, era stato scelto da molti per per risparmiare e per essere più ecologici.

Secondo quanto riferito sul sito dell’Uncem da Enrico Borghi, presidente dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi durante la riunione del Gruppo PD del 7 gennaio avrebbe ammesso l’errore fatto dal Governo in merito all’aumento dell’Iva sul pellet dal 10 al 22%.

Il provvedimento era contenuto nel maxiemendamento alla legge di Stabilità 2015 approvato dal Senato lo scorso 19 dicembre, e di fatto va a colpire i molti italiani che avevano scelto il pellet come metodo di riscaldamento e investito su stufe a pellet. Secondo l’Istat, quasi una casa su quattro in Italia è scaldata con legna o pellet, anche se la legna è ancora il combustibile preferito dalla maggior parte degli italiani. Pare che siano circa due milioni le famiglie che usano il pellet per scaldare casa, soprattutto in montagna.

“Esprimiamo soddisfazione per questa ammissione di errore – ha detto Borghi – e chiediamo che la correzione trovi spazio in un provvedimento specifico da adottare con urgenza”. L’obiettivo è ripristinare un’aliquota agevolata per le cessioni del pellet di legno nelle aree montane e in quelle più svantaggiate.

Il pellet, ottenuto dal riciclo della segatura, è inoltre un settore molto importante dell’economia italiana, e il suo rincaro porterebbe sicuramente drastiche ripercussioni anche per le industrie che lo producono.

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