Alpinismo

Bufera sui campi, Meroi fugge dal Makalu

KATHMANDU, Nepal — Nives Meroi in fuga dal Makalu. Le violente raffiche della scorsa notte hanno praticamente raso al suolo il campo base. Hanno strappato tende e sogni dell’alpinista italiana, che ora sta scappando con i compagni da quell’inferno, dove ormai non sono rimasti più nè materiali nè viveri.

"Abbiamo raggiunto il limite" è stato l’unico commento della Meroi che vede sfumare, per la seconda volta consecutiva, la possibilità di raggiungere l’undicesimo ottomila su questa montagna.
 
Fino a mercoledì, il team era pronto a tentare la vetta, fiducioso in una imminente finestra di bel tempo. Gli alpinisti erano carichi, in forma, nonostante il recente e drammatico abbandono della spedizione kazaka con la quale avevano programmato di salire.
 
Ma è bastato uno sguardo casuale alla parete per raggelare ogni speranza: all’improvviso non si vedeva più la tenda del campo alto, posta tanto faticosamente dagli alpinisti a 6.500 metri e contenente il prezioso materiale necessario alla scalata.
 
La Meroi e compagni si sono organizzati immediatamente per salire a controllare la situazione, pronti a sfidare il vento per salvare il salvabile. Ma nebbia, neve e bufera non gli hanno permesso di allontanarsi dal campo base.
 
La tempesta è purtroppo andata in crescendo. Il vento fischiava, faceva tremare i teli, spostava ogni cosa. Alle 20.30 l’incubo: un raffica improvvisa e fortissima ha risucchiato la tenda mensa e la tenda deposito. Ha sollevato persino quelle dove riposavano gli alpinisti.
 
La mattina, la scena che si è presentata agli alpinisti era agghiacciante. Non c’era più nulla: i
viveri erano dispersi, del materiale c’era qualche resto sparso nei dintorni. Sparite anche le
batterie del telefono satellitare.
 
Immediata la decisione di ritirarsi. Nel giro di poco la Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich hanno fatto fagotto e sono scappati verso l’Hillary BC, nella speranza di trovare qualcosa per ripararsi e per mangiare.
 
Lì aspetteranno i portatori, che dovrebbero raggiungerli il 14 febbraio. E poi inizieranno il
trekking di rientro. Impossibile, infatti, il volo dell’elicottero con il forte vento che continua
a imperversare nella regione.
 
Sara Sottocornola
 

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