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Ponte di ghiaccio per difendere il clima

NEW YORK, Usa — Un ponte costruito con il ghiaccio proveniente dal Polo Sud e posizionato proprio di fronte al palazzo delle Nazioni Unite. Ecco l’ultima trovata dell’artista norvegese Vebjørn Sand, che l’anno scorso ne costruì uno uguale in Antartide per richiamare l’attenzione internazionale sul problema dei cambiamenti climatici.

Sand ha portato il ponte di ghiaccio a New York lunedì scorso, poco dopo la chiusura della conferenza nazionale dell’Onu sui cambiamenti climatici tenutasi a Bali. Si tratta dell’opera principale di una mostra dedicata alla fragile bellezza dei Poli, allestita all’interno del quartier generale dell’Onu.

Il ponte simboleggia infatti la minaccia rappresentata dai cambiamenti climatici. La speranza di Sand è che la gente, guardando giorno dopo giorno il lento sciogliersi del ponte, si ricordi e si preoccupi del riscaldamento climatico e dello scioglimento dei ghiacciai.

Si tratta del terzo ponte di ghiaccio costruito da Sand. Il primo è in Norvegia, il secondo in Antartide. Tutti e tre sono stati costruiti seguendo il disegno che Leonardo da Vinci produsse nel 1502 per il Corno d’oro, l’estuario che divide la città di Istanbul (allora Costantinopoli).

E sicuramente non sarà l’ultimo. Sand ha dichiarato, proprio a New York, che ha intenzione di costruire un ponte di ghiaccio all’anno, in città sempre diverse. Per far sì che l’attenzione verso l’ambiente non venga mai abbassata.

Tutti questi ponti sono destinati a sciogliersi, ovviamente. L’unico che dovrà tener duro sarà quello costruito al Polo Sud: secondo Sand, rappresenta il destino dell’umanità.

 

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