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Alta Valtellina: messe in sicurezza le stazioni meteoglaciali Dosdè Est e Forni

La stazione del Dosdè sul masso erratico (Photo Mattia Ortelli)
La stazione del Dosdè sul masso erratico (Photo Mattia Ortelli)

SONDRIO — E’ stato un mese intenso in Alta Valtellina per le stazioni di monitoraggio glacio-meteorologico dell’Università di Milano gestite in collaborazione con l’associazione EvK2Cnr: è stato infatti necessario spostarle in zone più sicure per evitare che l’apertura di nuovi grossi crepacci ne minasse la stabilità e la persistenza alla superficie dei Ghiacciai Dosdè Est e Forni (rispettivamente in Valdidentro e in Valfurva). Le operazioni sono di manutenzione straordinaria sono state svolte dai ricercatori Unimi e dai tecnici EvK2Cnr anche alla prersenza di un giornalista della nota trasmissione televisiva Geo&Geo.

La stazione glaciale del ghiacciaio Dosdè Orientale è stata trasferita su un masso sopraglaciale al centro del ghiacciaio, mentre le due stazioni operative sul ghiacciaio dei Forni sono state riposizionate in una zona libera dai crepacci che ne minavano la stabilità.

“I ghiacciai stanno subendo una notevole riduzione di spessore – spiega Gianpietro Verza dell’Associazione EvK2Cnr, uno dei protagonisti dell’operazione -. La superficie delle lingue sta modificandosi intensamente a causa del regresso e il neviflusso in alcuni casi è davvero intenso e causa una compressione enorme sulla struttura della stazioni di monitoraggio che alcune volte si danneggiano irrimediabilmente provocando l’interruzione delle preziose acquisizioni. Sul Dosdè Orientale in particolare l’innevamento 2014 ha raggiunti valori record e ha provocato danni all’infrastruttura in acciauio inox che sorregge la stazione. Abbiamo pertanto deciso di posizionare il nuovo palo stazionale sulla superficie di un masso sopraglaciale che eviterà alla struttura di sostegno buona parte della compressione nevosa.”

La stazione del Dosdè Orientale, che afferisce alla rete SHARE, è stata posizionata sulla superficie del Ghiacciaio Dosdè orientale nell’agosto 2007, nell’ambito di un progetto di ricerca dell’Università di Milano, sostenuto da sanpellegrino Spa (brand Levissima) e coordinato da Claudio Smiraglia e da Guglielmina Diolaiuti. La stazione da allora ha acquisito dati meteorologici ed energetici indispensabili per quantificare il bilancio di massa del ghiacciaio.

“Questo è il primo spostamento della struttura – aggiunge Verza-ormai indispensabile per preservarne la funzionalità. Invece di mettere un treppiede metallico di acciaio inox a supporto della stazione, ci siamo posizionati sulla superficie del masso con l’accortezza di posizionare i vari sensori su bracci metallici lunghi a sufficienza per rilevare i dati alla superficie del ghiacciaio e preservare quindi la sequenza dei dati e la loro rappresentatività sopraglaciale”.

“Potremmo dire che l’intero sistema è a forma di ponteggio che ricorda un veliero – prosegue Verza -. Il masso è la barca, poi c’è il ponteggio con i sensori da una parte che potrebbe essere la prua e poi i pali centrali che supportano il logger, i pannelli e così via. Il vantaggio è che questo masso rappresenta una buona soluzione per i rilevamenti dei sensori ed è una buona protezione contro il neviflusso. E’ solidale col ghiacciaio, quindi si sposterà solo con movimenti del ghiaccio: essendo a monte, e in una zona abbastanza pianeggiante, poco ripida, ci aspettiamo che per qualche anno questo sito sia stabile”.

Il masso si trova vicino alla posizione in la stazione si trovava in precedenza. “Da un punto di vista climatico quello che rileva la stazione è molto simile e comparabile” afferma Verza.

La stazione si trova a circa 2800 m di quota, a monte del rifugio Federico Valgoi del Cai di Bormio , dove è possibile fare delle escursioni molto belle a poca distanza dai ghiacciai, per comprendere il ciclo dell’acqua. “Nell’ambito di un passato progetto Sanpellegrino Spa è stato ideato e proposto un sentiero denominato “Strada dell’acqua”. Informazioni su questo percorso si possono chiedere al rifugio Federico.

Sul Ghiacciaio dei Forni, il più grande ghiacciaio vallivo italiano sito nel Parco Nazionale dello Stelvio, sorge uno dei punti storici di monitoraggio glaciale del progetto Share. Anche qui è stata effettuata un’operazione di manutenzione straordinaria. Le stazioni meteo – glaciali, che sono due perchè alla stazione storica che sta per compiere 10 anni, a maggio si è aggiunta la stazione del progetto WMO-Spice – sono state spostate e riposizionate in una zona libera da crepacci.

“Nei mesi scorsi il sito di monitoraggio dei Forni è stato implementato con una misura della neve basata su un concetto diverso dal solito, quello del peso della neve – spiega Verza -. Di solito viene misurata come spessore, ma la neve può essere di tanti tipi e avere densità molto diversa. Nell’ambito del progetto Spice – che confronta le precipitazioni nevose in 20 luoghi significativi del Pianeta – si misura non solo lo spessore del manto nevoso ma anche la sua densità con uno strumento che si chiama snow pillow (cuscino da neve). Il peso del manto nevoso precipitato al di sopra dello strumento viene rilevato come compressione della lamina dello strumento stesso e registrato ogni 10 minuti dal data logger collegato. Questo permette di quantificare in tempo quasi reale l’equivalente in acqua del manto nevoso presente alla superficie del ghiacciaio”.

Foto di Mattia Ortelli

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