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Gran Sasso, proteste degli ambientalisti contro la nuova seggiovia a Campo Imperatore

Campo Imperatore (Photo courtesy of Wikipedia.org)
Campo Imperatore (Photo courtesy of Wikipedia.org)

L’AQUILA — “La nuova seggiovia rischia di essere solo la prima di una serie di opere devastanti per l’ambiente, (…) con gravissimi danni al territorio compreso nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, nella Zona di Protezione Speciale “Parco Nazionale Gran Sasso – Monti della Laga” e nel Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Gran Sasso”. Si tratta di progetti insostenibili sul piano ecologico, in grado di produrre non solo danni paesaggistici ed ambientali irreversibili, ma disastrosi anche su quello economico”. E’ la denuncia di sette associazioni ambiebntaliste (Mountain Wilderness, Pro Natura, Salviamo l’Orso, Touring Club Italiano, Wwf, Gruppo Naturalisti Rosciolo e Stazione Ornitologica Abruzzese) contro il progetto di un nuovo impianto di risalita sul Gran Sasso.

A febbraio scorso la giunta comunale de L’Aquila ha dato il via libera al nuovo Piano turistico per il Gran sasso, che prevede una serie di interventi per rilanciare l’area. Tra questi, la realizzazione di due nuovi accessi diretti al comprensorio, da Monte Cristo e Fossa di Paganica, la costruzione di infrastrutture per lo sviluppo di sport di montagna, come trekking e parapendio, e il discusso rinnovamento dell’impianto di risalita delle Fontari, che verrebbe allungato e spostato di circa 150 metri, collegando Campo Imperatore all’Osservatorio astronomico. “La realizzazione della nuova seggiovia, per una lunghezza di 1,691 chilometri  da quota 1.969 a  2.135 metri, con la collocazione di 14 sostegni e la costruzione di due nuove stazioni di partenza (Fontari) e di arrivo (Osservatorio Astronomico), prevede uno scavo complessivo di 3.950 metri cubi e il deturpamento di uno dei paesaggi più belli dell’alto Appennino”, spiegano ancora le associazioni.

Gli ambientalisti contestano anche le modalità con cui il Comune sta portando avanti il progetto: “La pubblicazione (del bando di gara europeo, ndr) contravviene a quanto disposto dalla Legge Regionale sulla VIA e dal Codice sui contratti pubblici che impongono che gli studi di Valutazione di Impatto e di Incidenza Ambientale debbano essere depositati e resi pubblici prima dell’approvazione del relativo progetto”. E proprio nell’ambito della procedura di Valutazione d’impatto ambientale, le sette associazioni hanno depositato a fine luglio le proprie osservazioni, in cui spiegano come “le informazioni sulla flora, la fauna e la vegetazione riportate negli Studi di impatto e di incidenza ambientale siano incomplete, superficiali e insufficienti. Infatti, l’eventuale realizzazione della nuova seggiovia distruggerebbe in modo irreparabile habitat prioritari di alta quota di interesse comunitario, contravvenendo alla Direttiva Habitat e alle leggi nazionali di recepimento. Molte specie animali di interesse comunitario sarebbero disturbate o compromesse dal progetto (fringuello alpino, vipera dell’Ursini, etc.)”.

Sul progetto è già stato presentato, sempre nel mese di luglio, un esposto in procura. A denunciare ai magistrati alcune presunte irregolarità nelle procedure adottate è stata la senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo.

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