M4 sull’altopiano di Asiago, Wwf: troppo facile prendersela con l’orso
BERGAMO – “Si tratta di un orso abbastanza dannoso, ma assolutamente non problematico o confidente, fino ad ora. Il problema ancora un volta non è l’orso ma l’estrema impreparazione umana, la strumentalizzazione politica e la leggerezza con cui la stampa, soprattutto locale, diffonde notizie totalmente false”. Questa l’opinione di Mauro Belardi del Wwf Programma Europeo Alpi, in merito a M4, l’orso che da alcune settimane si sposta tra l’Altopiano di Asiago e le vicine montagne trentine. Ad oggi il plantigrado ha ucciso una decina di bovini e ne ha feriti altri 4.
M4 finora si è fatto notare per diversi danni provocati ai pascoli, vale a dire vacche ferite e altre uccise. Sull’Altopiano di Asiago e sulle vicine montagne trentine quindi, alta è la tensione, non solo fra gli allevatori, e l’argomento orso occupa da giorni le prime pagine dei giornali.
“Il problema è che ognuno dice la sua ed evidentemente non esiste un soggetto (Regione, Ministero o altri) in grado di controbattere con affermazioni scientifiche alle stupidate dette – commenta Mauro Belardi, esperto di orsi del Wwf Programma Europeo Alpi -. Si dice che l’orso attaccherà gli uomini. In base a cosa? A quale statistica, visto che il numero di casi al momento è zero? Ci sono incidenti mortali tra vacche e turisti ogni anno sulle Alpi, ma nessuno lo dice…Si dice che il problema è che non è controllato con un radiocollare… come se si trattasse di un telecomando! Un orso con radiocollare fa esattamente gli stessi danni di uno senza, mica è un joystick”.
Ad oggi, precisa Belardi, gli orsi tra Veneto e Friuli sono meno di una decina, provenienti in maggioranza dal Trentino e non dalla Slovenia. “La stampa, praticamente tutta, continua a dire che il progetto Life Arctos cura la reintroduzione degli orsi quando non ne ha reintrodotto neppure uno. L’ultimo orso in Italia fu reintrodotto nel lontano 2002”.
Quello che si alza da tutti i fronti è una forte richiesta di intervento da parte delle Istituzioni.
“Si accusa l’orso – conclude infatti Belardi -, quando la regione Veneto è appena uscita con la bozza del nuovo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 e, tra tutti milioni di euro che vengono distribuiti a pioggia ad agricoltori e allevatori (che finanziano qualsiasi cosa), non vi è una sola misura per pagare recinzioni elettrificate, opere di prevenzione o simili. Il piano parla di prevenzione del rischio da eventi atmosferici, da erosione, da malattie, persino da discriminazione sessuale o, infine, prevenzione della fluttuazione dell’andamento del mercato! Ma non un euro è previsto per comprare un recinto elettrificato. Gli allevatori dovrebbero perciò prendersela con i loro rappresentanti politici e delle associazioni di categoria, non con l’orso. Sono dieci anni ormai che l’orso è tornato in Veneto e le istituzioni sono sempre impreparate, come se si trattasse della prima volta. Questo è lo scandalo vero”.
L’orso, era meglio che stesse alla larga dalle zone antropizzate. Non passerà molto tempo che qualcuno, esasperato, farà quel che ritiene essere giusto di sua spontanea volontà.
Per il resto concordo sul fatto che le vacche sono più pericolose per l’uomo e che i finanziamenti siano dati a pioggia.
Signor Belardi
premetto che sono da sempre dalla parte degli animali anche di quelli che ahimè vanno al macello. Domenica scorsa ho avuto modo di recarmi in una zona dove l’orso ha ucciso alcuni capi di bestiame. Ho parlato con il proprietario del bestiame il quale mi ha riferito che gli era stato consigliato di tenere per la notte il bestiame in un luogo recintato, cosa che ha fatto. Quando si è presentato l’orso nella notte la mandria spaventata ha rotto i recinti travolgendo tutto in seguito l’orso ha ucciso il bestiame. I capi persi non gli sono stati per il momento rimborsati e gli è stato fatto capire che di soldi per il momento non ce ne sono.
Quanto dico non l’ho letto nei giornali ma l’ho raccolto di persona dalle persone coinvolte.
Come vede non è facile essere imparziali.
Rossi Rodolfo
Ritengo, come qualcuno ha già detto, questo rintrodurre e proteggere a tutti i costi animali predatori vicino alle zone antropomorfizzate errato e senza senso, un modo per ingannare le coscienze collettive e distrarle dai crimini dell’attuale società con un argomento di discussione che ha le apparenze di protezione del’ambiente e ritorno a una vita secondo natura.
La vita degli allevatori e coltivatori di montagna è forse oggi la più giustificata; facile polemizzare, prima bisognerebbe che questi “protettori della natura” andassero a vivere giornalmente in quelle zone dove introducono orsi e lupi con i propri bambini. Cosa contano le statistiche? Se un giorno avvenisse l’uccisione anche di una persona sola … certo non è stato “ Lei” a morire e può continuare a difendere gli animali, che sicuramente non trovano il vero ambiente selvaggio loro conforme, basti pensare che vengono continuamente monitorati. Detto da una vegetariana contraria all’uccisione indebita degli animali.
Stanziare continuamente somme di denaro per risarcire i danni al bestiame non è certo una soluzione, la possono proporre facilmente coloro che questo denaro non lo devono guadagnare con le proprie fatiche e percepiscono ugualmente il loro stipendio magari stando seduti in un ufficio.
Non per ultimo, la produzione degli strumenti tecnologici ed elettronici, anche quelli per monitorare gli animali, non fanno che danneggiare l’ambiente e portare sofferenza e morte. Tumori ecc. … se volete salvare l’ambiente naturale da tutt’altra parte dovete cominciare.
Nessuno ha ricette facili. L’orso è potenzialmente pericoloso, ma non nei fatti. Le api sono gli animali che causano più morti in Italia, ma nessuno ovviamente pensa di prendersela con loro. Tutte le opinioni vanno ascoltate, ma la maggioranza dei cittadini sono felici che ci sia l’orso. Conosco molti allevatori: sanno bene che l’orso non è un loro problema importante, solo quello più visibile. Parlare sui media di orso e non dei problemi della montagna, questo sì è distrazione delle opinioni. L’agricoltura e l’allevamento sopravvivono grazie ai contributi comunitari, che costituiscono la prima spesa UE, infinitamente superiore a quella per la fauna. Si tratterebbe di usare una micro parte di questi soldi per tutelare allevatori e apicoltori dai predatori. Il pascolo non sorvegliato non è peraltro niente di tradizionale. Se allevatori e ambientalisti usassero la visibilità dell’orso per portare i riflettori della politica sui problemi veri della montagna faremo tutti un ottimo affare.
Purtroppo oggi tutto è visto solo in funzione degli interessi economici, persino quando si afferma solennemente il contrario, (come ad es. nell’alpinismo). Anche per l’orso e gli altri animali, non al vero bene per la natura e i suoi esseri viventi compreso l’uomo si mira, ma agli interessi dell’uomo che non vede lontano, (pure quando egli stesso la paga con qualche vittima) e dovunque l’uomo si rivela il più crudele degli animali e continua nei suoi crimini. In un vero ambiente naturale non vi sono mandrie di mucche domestiche o pecore in balia di possibili assalti da parte di predatori e magari chiuse in un recinto difficilmente invalicabile quando la forza di istinto e paura è maggiore. Il panico, la morte, la sofferenza di questi animali domestici feriti, non li prendete minimamente in considerazione e per un solo animale (orso o lupo) quanti altri devono soffrire inutilmente. Che crudeltà