AlpinismoAlta quota

Simone Moro: arrampicata, il Nanga e di nuovo con Steck per la traversata Everest-Lhotse

Simone Moro (foto ©thenorthface  emilioprevitali)
Simone Moro (foto ©thenorthface emilioprevitali)

BERGAMO — “Io e Ueli Steck stiamo parlando di tornare a fare la traversata di Everest e Lhotse assieme”. C’è questo nei propositi di Simone Moro per l’anno prossimo, questo e molto altro a dire il vero, perchè tanti sono i progetti che ha in mente l’alpinista bergamasco da qui alla prossima primavera. Fino all’aprile 2015 infatti, mancano ancora molti mesi, durante i quali Moro vorrebbe affrontare diverse sfide: arrampicata sulle difficili vie di Cornalba, una possibile invernale al Nanga Parbat (al suo terzo tentativo), e persino qualcos’altro che al momento non ci ha voluto svelare. Bastava comunque anche solo la scalata con Steck a farci spalancare le orecchie: perchè quella salita era stata abbandonata in maniera clamorosa nel 2013, per via di una rissa scoppiata a campo 2 con gli sherpa, un fatto inaudito che aveva portato Steck a dire “mai più”. Ma si sa, a volte si cambia idea.

Il litigio all’Everest si era verificato il 27 aprile del 2013 e aveva visto coinvolti Simone Moro, Ueli Steck e Jon Griffith da un lato, e gli sherpa dall’altro. La “rissa in alta quota” scoppiata a campo 2, intorno ai 6500 metri, era stata un evento unico e clamoroso nel mondo dell’alpinismo. Aveva lasciato l’amaro in bocca a molti, a cominciare dai protagonisti, che difatti avevano deciso di chiudere la spedizione, nonostante al campo base ci fosse stata la stretta di mano che sanciva la pace fatta. All’indomani dal ritorno a casa, Steck si era detto a tal punto sconvolto da non voler mai più tornare all’Everest. Oggi però, a distanza di molti mesi e con in mezzo altri eventi importanti come la solitaria all’Annapurna, lo svizzero sta rivedendo le sue posizioni al punto da ripescare l’ambizioso progetto a cui aveva iniziato a lavorare con il forte alpinista italiano.

Certo mancano ancora molti mesi, e c’è di mezzo un inverno, stagione che per Moro di solito – o almeno negli ultimi anni – significa ottomila, nello specifico Nanga Parbat. Quest’anno non sono pochi i dubbi su una possibile invernale, per lo più relativi al compagno di spedizione, ma si profila già la possibilità del ritorno all’Everest.

“Potrebbe esserci una primavera all’Everest – ci ha svelato infatti lo stesso Simone Moro -, un ritorno con Ueli Steck a finire quello che avevamo cominciato e interrotto per le note vicende che abbiamo avuto e i problemi che ci sono stati l’altra volta con gli sherpa, con cui era saltata fuori questa rissa. Quel progetto era rimasto congelato, perchè eravamo stati costretti ad andar via. Ora il progetto si ripropone, anche perchè il governo nepalese ci ha ridato il permesso di scalata, ed è la prima volta nella storia dell’alpinismo himalayano, gestito dal governo nepalese, quindi con i permessi, che il governo li restituisce per motivi particolari. Quello della rissa è stato considerato tale: hanno riconosciuto che siamo stati forzatamente obbligati ad andare via”.

“Chi ha torto e chi ha ragione è una gara che non mi è mai piaciuto fare – continua Moro, liquidando senza troppe parole un discorso ormai chiuso -, ci sono sempre delle corresponsabilità, sia da un lato sia dall’altro. E quindi stiamo parlando di tornare a fare la traversata di Everest e Lhotse assieme”.

In Himalaya i periodi più agevoli dal punto di vista alpinistico sono quelli pre e post monsonici, che coincidono grosso modo con primavera e autunno. Il primo però è generalmente preferito, e questo caso non fa eccezione.

“In autunno ci sono meno possibilità che in primavera – spiega infatti il bergamasco -, perchè di solito dopo il periodo monsonico sulla parete c’è molta più neve. Quindi visto che la traversata che vogliamo fare presuppone anche di andare nell’Hornbein couloir, nella parete nord c’è un po’ più pericolo di valanghe. La stagiona autunnale va forse meglio per chi vuole usare gli sci o chi vuol fare le vie normali. Quindi ci piace andare in primavera per quello e anche perchè se dovessi pensare di andare nel prossimo autunno come periodo prima della spedizione mi sembrerebbe un po’ lontano”.

Nella sezione video di Montagna.tv pubblichiamo la videointervista completa a Simone Moro, nella quale ci ha parlato, oltre che della traversata, anche dell’autunno di arrampicata sportiva in Cornalba e di invernali, non solo di Nanga Parbat ma anche di K2.

Tags

Articoli correlati

17 Commenti

  1. Più che 1 Alpinista questo signore mi pare un tuttologo !! Non mi piace x niente il suo modo di vivere la montagna e nemmeno quello che dice e racconta. Al di la delle capacità , bisognerebbe ricordarsi che prima di tutto si e’ uomini e poi Alpinisti .

    1. hai ragione, prima di tutto si è uomini infatti Moro nel 2001 ha rinunciato alla vetta del Lhotse per salvare un inglese in difficoltà , salvataggio riconosciuto a livello internazionale che gli è valsa la medaglia d’oro al valor civile. Ha acquistato – con i suoi soldi – un elicottero portato in Nepal per dare pronto soccorso ad alpinisti e trekkers ecc.. è meglio informarsi prima di scrivere giudizi sulle persone solo perchè si ha una tastiera davanti

  2. ma ragazzi, di cosa state parlando? Moro ha dimostrato più e più volte di valere. Credo che molte persone abbiano deciso a priori che il giudizio è negativo, e basta: uno può anche scalare la luna, ma tanto non basterà

  3. come dice Mimmo, Moro può anche scalare la luna: però perchè non riesco a entusiasmarmi e a “sognare” seguendo le sue imprese?
    non solo lui, ormai tutto l’alpinismo di punta è così;
    ovvero una sequela di performance di superatleti
    il sogno è finito. da un pezzo

  4. Si può sapere su cosa si basa questa critica sibillina e dai toni quasi sprezzanti.Sia chiara e motivi un parere così forte.
    Intanto le chiedo ,quanti tra gli alpinisti che stima,avrebbero dimostrato il suo eroismo (perche’ di ciò si trattò) durante il salvataggio della vita dell’inglese Moore?

  5. Ho partecipato ad alcune delle sue conferenze e ho letto parecchi dei suoi libri . Se ti appassioni a personaggi come Gnaro Mondinelli o Mario Panzeri che sono poco mediatici ma grandi Alpinisti non puoi non notare la grande differenza. E non parlo di rincorsa alla rosa di tutti e 14 gli ottomila ma di come vivono la montagna e l’Alpinismo . Troppo spesso x onorare gli sponsor si diventa delle prime donne a tutti i costi e invece credo che ci sia spazio anche per i più silenziosi che magari hanno anche indiscusse capacità tecniche !!!

  6. Avevo comprato Cometa dell’Annapurna e pensavo fosse un grande. Non lo è. Mai fatto nulla sulle Alpi e in Himalaya 4 volte con l’ossigeno sull’Everest o al treno di quelli forti

  7. Da ciò che scrive ne deduco che neppure R.Messner o H.Kammerrlnder e molti altri godano della sua stima.Gnaro lo conobbi anni fà casualmente e senza neppure sapere chi fosse prima di una conferenza a Bogliasco, si dimostro’ veramente una persona umile e piacevole.Personalmente stimo moltissimo K.Diemberger ed il rimpianto Casarotto.Tuttavia ho grande rispetto anche per alpinisti più “tecnologici” e mediatici,diceva Bonatti che ognuno è figlio dei suoi tempi,andare in montagna ai loro livelli rimane sempre un attività durissima e rischiosissima,e questo non và MAI dimenticato.
    I mezzi finanziari per svolgere tali attività,purchè leciti ed etici ognuno è di reperirli come crede o riesce.
    Ribadisco che Moro ha dimostrato ampiamente di essere uomo prima che alpinista,che poi possa non essere considerato un grandissimo alpinista o uno che và al traino di altri, è a mio parere un affermazione che rasenta il ridicolo.

  8. Andare in montagna e praticare alpinismo ad alti livelli resta nonostante i progressi tecnologici,un attività molto peericolosa,credi che questo non vada MAI dimenticato.
    Organizzare ed intraprendere spedizioni è molto dispendioso e ritengo che ognuno sia libero di reperirle cime meglio crede,quando ciò avviene in modo lecito ed eticamente accettabile-gli esempi di vari stili al riguardo sono tanti,da Fischer,Messner,Mondinelli,Kukuczka etc ,personalnente godono tuti del mio rispetto.Bonatti nonostante fosse integerrimo nei suoi ideali al riguardo diceva che ognuno e figlio dei suoi tempi.(per la precisione si riferiva anche agli stili adottati).
    Simone Moro al traino di altri o che non ha mai dimostrato nulla suule alpi?Trovo che siano due affermazioni a dir poco assai discutibili.

    1. Ah sì? Quali sono le vie e le ripetizioni di Moro sulle Alpi? Senza Urubko e prima i polacchi, cosa ha fatto se non l’everest quattro volte con l’ossigeno? Ha presente Gnaro come andava sugli 8000? Unterkircher sulle Alpi e sul GII? Della Bordella e Salvaterra? Legga i curriculum, sono limpidi e chiari.

  9. Tratto da “montagne 360” aprile 2013 intervista a D.Urubko.D. “Simone Moro:un grande amico.”
    R.”Più di un amico:per me Simone è come un fratello,una grande persona che mi ha insegnato tantissimo”.
    Aver “fatto” quattro volte l’Everest pur con l’O2 le par poco?!Cosa altro ha fatto su altri ottomila?Beh diverse altre cosine.Riguardo “Gnaro” Mondinelli, credo di averlo presente più di lei,ottimo alpinista e persona atleta eccezionale,con grande umiltà si è definito un “pestaneve” in più occasioni,questo per marcare la differenza tra le sue doti e quella di altri grandi alpinisti.
    Mi fermo quì nella replica per non diventare lezioso.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close