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Bimbo ucciso a Bormio: arrestati i pirati

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Updated BORMIO, Sondrio — Sono due ragazzi di 17 e 18 anni i responsabili della morte di Lorenzo Giacomella, il bambino di 3 anni ucciso tragicamente sabato scorso da una moto pirata. I giovani hanno confessato ieri sera, dopo un lungo interrogatorio. E ora le accuse sono di omicidio volontario e omissione di soccorso.

Un muratore di 17 anni alla guida della sua moto, un 125 da cross, e dietro di lui, un amico di 18 anni, studente. Sono stati loro a travolgere sulla pista ciclabile il piccolo Lorenzo, il bimbo di Valdisotto, ucciso nel tragico incidente di sabato sera. Dopo pochi giorni di indagine, gli inquirenti li hanno individuati.
 
Abbandonata la pista del 15enne, gli investigatori si sono concentrati su altre tre moto da enduro di piccola cilindrata, e tra gli indiziati, questa volta, si trovavano i colpevoli. Le indagini sono state guidate dal tenente colonnello Marcello Bergamini, comandante provinciale dell’Arma di Sondrio, e sono ora nelle mani del procuratore capo di Sondrio Gianfranco Avella. Davanti a lui, i ragazzi interrogati hanno ammesso il crimine.
 
C’è voluto però un lungo doppio interrogatorio prima che capitolassero. Si sono contraddetti più volte, hanno risposto con molti "non ricordo", poi, alla fine, hanno detto la verità. "Non ci siamo accorti di quanto è successo. Poi, in un secondo tempo, abbiamo avuto paura a costituirci in caserma", hanno dichiarato.
  
Ora le accuse per il minorenne sono di omicidio volontario e omissione di soccorso: l’omicidio è considerato volontario perchè il motociclista guidava a fari spenti al buio, e in questo modo si è assunto il rischio di causare la morte di qualcuno. Il 17enne, si trova ora in stato di fermo nel carcere minorile Beccaria di Milano.
 
Per il maggiorenne invece le accuse sono di omicidio colposo, omissione di soccorso e di fuga: l’omicidio è colposo, perchè salendo a bordo della moto del minorenne, ha creato una situazione di rischio mortale. Il 18enne, Luca Martinelli residente a Valdisotto, è ora in stato di arresto.
 
I due responsabili hanno dichiarato di non essersi resi conto della gravità dell’accaduto, se non il giorno dopo, quando hanno sentito la notizia al telegiornale. La moto infatti, non ha riportato ammaccature a seguito dell’incidente: pare sia stata la ginocchiata a buttare giù Lorenzo e a causarne la morte. 
 
Secondo quanto hanno confessato, i due avrebbero tentuto la cosa nascosta a tutti. Le famiglie, che non avevano il minimo sospetto sui propri figli, sono ora distrutte dall’epilogo della vicenda.
 
"Siamo sconvolti – ha detto il padre del minorenne – Non può essere altrimenti, visto quello che è successo. Ma è giusto che nostro figlio paghi le conseguenze dal suo irresponsabile comportamento. Ai genitori del povero Renzo, io e mia moglie, chiediamo umilmente scusa». Parole simili sono giunte anche da parte della famiglia dell’altro ragazzo. 
 
Intanto "soddisfatta" si è detta la mamma della vittima, Nicoletta Martinelli – "Soddisfatta per il risultato ottenuto dai carabinieri, i quali, subito dopo la tragedia toccata al mio Renzo, mi avevano promesso che avrebbero fatto di tutto per trovare al più presto il responsabile".
  
Il procuratore Avella ha confermato che "tenevamo a risolvere in fretta questo caso per dare una risposta di giustizia alla famiglia del piccolo Renzo. Certamente, se i due giovani si fossero presentati spontaneamente dai carabinieri, come più volte chiesto negli appelli di questi giorni, avremmo tenuto nei loro confronti un atteggiamento diverso".
 
 
 
 
 
 
 
 
Foto courtesy of Rainews 24
 
Valentina d’Angella
 

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