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Austria, assiderato a 300 metri dal rifugio

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VIENNA, Austria — Mancavano meno di trecento metri e sarebbe stato salvo, al sicuro nel rifugio. Ma non ce l’ha fatta: la notte, la fatica, la bufera lo hanno sopraffatto prima che il suo compagno tornasse a recuperarlo, dopo aver salvato un’altra persona. Questa la tragica storia di un escursionista tedesco morto nei giorni scorsi sulle montagne di Salisburgo.

L’uomo, di circa quarant’anni, era partito nel pomeriggio di martedì dal rifugio Riemannhaus (2.177 metri di quota) insieme a due compagni. Il gruppetto voleva raggiungere il rifugio Ingolstaedter (2.119 metri, nella foto).
 
Un’escursione sui duemila metri di quota, che normalmente si compie in circa quattro ore senza dover affrontare passaggi particolarmente complicati. Doveva quindi essere una "tranquilla passeggiata". Ma i tre uomini, tutti di origine bavarese, non avevano fatto i conti col maltempo in arrivo e con la neve, che per tutta la settimana era scesa su quelle montagne e si era accumulata in alcuni punti del tracciato.
 
Nel bel mezzo del cammino, nel cielo si è scatenato l’inferno preannunciato dai nuvoloni. I tre malcapitati si sono ritrovati a lottare contro il vento, a camminare oltre cumuli di neve che arrivavano al petto. Nonchè a combattere contro il gelo della notte: al calar del sole, la temperatura è rapidamente scesa a cinque gradi sotto lo zero.
 
Non avevano altra scelta che proseguire il più in fretta possibile per raggiungere la meta. Ce l’hanno messa tutta, e ce l’avevano quasi fatta: mancava solo qualche centinaio metri al rifugio Ingolstaedter, quando si è consumata la tragedia.
 
Due degli escursionisti, entrambi sulla quarantina, sono collassati, esausti e infreddoliti. Il terzo, 36 anni, ha subito soccorso il più anziano dei due e lo ha trascinato nel rifugio, salvandogli la vita.
 
Ha fatto chiamare il soccorso alpino di Saalfelden dai gestori, ed insieme ad uno di loro è immediatamente è uscito per recuperare l’altro compagno.
 
Purtroppo, però, quei pochi minuti gli erano stati fatali. Quando sono giunti sul posto, per il quarantenne tedesco era troppo tardi. Giaceva semisepolto dalla neve e il suo cuore aveva smesso di battere. Erano le dieci di sera.
 
Nel frattempo, anche l’uomo trasportato al rifugio rischiava di morire. Era in grave condizioni di ipotermia, con temperatura corporea sotto i trenta gradi. Per fortuna, il medico del soccorso alpino è riuscito a stabilizzarlo e alle sette del mattino ha potuto essere trasportato con l’elicottero all’ospedale di Salisburgo. Ora, le sue condizioni sarebbero stabili.
 
I soccorritori si sono detti attoniti dall’accaduto. "Non mi era mai capitato di veder morire qualcuno così vicino ad un rifugio, insomma alla salvezza" ha dichiarato il responsabile della squadra che è intervenuta sul posto.
 

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