Alpinismo

Super Marios all’attacco dell’Hidden Peak

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CAMPO BASE GASHERBRUM, Pakistan — Il campo base pakistano dei Gasherbrum è quasi deserto. Nevica da oltre una settimana, e la finestra di bel tempo tanto attesa potrebbe durare solo 48 ore. Ma i "Super Marios" tengono duro, e sono pronti ad approfittarne per tentare la cima del GI (Hidden Peak) salendo veloci lungo il couloir dei giapponesi.

"Domenica 29 dovrebbe aprirsi una finestra di bel tempo – racconta Mario Merelli – che dovrebbe durare dai due ai quattro giorni. Noi siamo pronti, dopodomani iniziamo a salire. Vogliamo fare in fretta, perchè poi dovrebbe tornare a fare molto brutto, per parecchi giorni".
 
Certo, le condizioni della montagna non sono delle migliori. Negli ultimi giorni è caduto un metro di neve, terreno ideale per slavine e valanghe, tant’è che la maggior parte delle spedizioni è già rientrata a casa. Ma Merelli sembra tranquillo, la via di salita che hanno scelto lui e Panzeri dovrebbe essere piuttosto sicuro.
 
"Saliamo dal couloir dei giapponesi – spiega l’alpinista bergamasco -. E’ un canalone ripido che non dovrebbe presentare grossi pericoli perchè, così verticale, di solito scarica subito. Dovremo forse aspettare un giorno perchè sia in condizioni, ma poi la salita per noi sarà anche più facile perchè al posto di una salita di misto dovremo superare solo un pendio di neve".
 
"Oltre il canalone pianteremo la tenda di campo 3 – continua Merelli -. Lì riposeremo un po’ prima di tentare la cima. La salita dovrebbe essere tranquilla, perchè il sole d’agosto è molto forte e la neve si trasforma subito. Inoltre non ci sono grandi pendii a rischio come sul K2 o sul G2".
 
Tutto pronto, insomma. Per salire in cima e poi rientrare a casa. Ormai scarseggia anche la compagnia "Il campo base è quasi deserto – racconta Merelli -. Siamo rimasti solo noi, una spedizione svizzera guidata da Jean Troillet e una spedizione francese. Gli altri sono partiti tutti: al GII, per esempio, non si può far più niente perchè i pendii sopra campo 1 sono troppo pericolosi".
 
Sara Sottocornola

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